03/10/2012 18:18 CEST - Storie di tennis

Quando il tennis è speranza

STORIE DI TENNIS - A maggio alla giovane Taylor Ross viene diagnosticato il linfoma di Hodgkin, proprio come ad Alisa Kleybanova. Per lei, le sue compagne giocano il match più emozionante della loro carriera. Stefano Pentagallo

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Nobody fights alone
Nobody fights alone

Non è la prima volta che succede. E non sarà neanche l'ultima. Era il maggio dello scorso anno quando Alisa Kleybanova, all'apice della sua breve ma allo stesso tempo lunga carriera, scopriva di essere gravemente malata. Lei classe '89, ma professionista già dall'età di 14 anni, si ritrovava ad affrontare la battaglia più grande, quella che nessuno mai vorrebbe affrontare nella vita, anche quando a prenderla di petto è una ragazzona di settantadue chilogrammi per centottantuno centimetri d'altezza, con una sicurezza ed una forza d'animo insolita per una della sua età. L'avversario, questa volta invisibile, si chiama linfoma di Hodgkin.

Il linfoma di Hodgkin (malattia di Hodgkin o morbo di Hodgkin) è un particolare linfoma maligno scoperto nella metà dell'ottocento da Thomas Hodgkin. Come se avere un tumore col proprio nome renda i giusti meriti all'eccezionale scoperta del medico inglese. Ad esserne colpiti sono in gran parte giovani della seconda-quarta decade, come Alisa. E come Taylor.

Vi chiederete chi sia Taylor e cosa c'entri adesso. Ve lo spiego chi è Taylor. Taylor Ross è una ragazza di vent'anni nata e cresciuta a Gahanna, in Ohio. Negli Stati Uniti d'America, proprio lì dove Hodgkin rappresenta lo 0,7% di tutte le forme tumorali maligne. Diplomatasi nel 2010 al Gahanna Lincoln, dove era co-capitano della squadra di tennis della scuola, Taylor rimane in contatto con gli allenatori e le giocatrici. A maggio apprende la scioccante notizia: le viene diagnosticato il linfoma al suo quarto stadio. Il cancro si è diffuso sino al midollo osseo, al fegato o a più di due organi extra-linfatici.

Ad un anno esatto di distanza Hodgkin torna a turbare la giovane vita di una ragazza come tante, cresciuta giocando a tennis. Proprio come Alisa. Ad unirle nella loro diversità un male comune.

"Non ha avuto nessun altro sintomo all'infuori di questa sporgenza all'osso del collo, ma a causarla è stata la massa cancerosa," racconta mamma Jan, con il tormento di chi scopre la malattia di un figlio. "Quando le è stato diagnosticato, un sacco di giocatrici sono venute a casa e le hanno portato una torta ed altre cose per farle capire che era nei loro pensieri."

Già, proprio le giocatrici. Quelle stesse giocatrici che hanno preso parte ad un tributo in suo onore. Così, mercoledì scorso, il Gahanna Lincoln e il Worthington Kilbourne si sono affrontati in un incontro di tennis. Per l'occasione il Gahanna Lincoln ha invitato Taylor a partecipare alla partita come capitano onorario. Ma le sorprese non sono finite qui: tutte le ragazze hanno giocato indossando uniformi e bracciali speciali con la scritta "Nobody fights cancer alone" e la squadra del liceo Reynoldsburg, pur non prendendo parte all'incontro, ha voluto ugualmente presenziare all'evento portando dei fiori da donare alla giovane ragazza malata. Un' ottimo modo per dimostrare a Taylor tutto il loro sostegno nella sua lotta al cancro.

Perché il tennis non è soltanto sudore e fatica. Non è giocare la propria partita ed andare a stringere la mano al proprio avversario. Il tennis è molto di più. È divertimento, aggregazione, emozione. È speranza.

"Abbiamo voluto dimostrarle che non è sola e che siamo tutti qui per aiutarla," dice Anna McCloud, giocatrice del Gahanna Lincoln Tennis. "Ci ha ispirato con tutto quello che sta passando e se c'è qualcosa che noi possiamo fare per ispirarla e darle una mano, tanto meglio," aggiunge Ken Berlino, coach dei Worthington Kilbourne.

Adesso, però, per Taylor inizia il set più difficile della sua partita. Nelle prossime cinque settimane dovrà sottoporsi a chemioterapia al The James Cancer Hospital nello stato dell'Ohio. Non sarà sola Taylor, accanto a lei ci saranno dei tifosi d'eccezione. E questo per lei è il motore della vita.

"Ho cercato di mantenere un atteggiamento positivo, e la ragione per cui sono riuscita a mantenere un atteggiamento positivo e forte è perché ci sono così tante persone alle mie spalle," sono state le parole di Taylor.

Alisa e Taylor. La prima ha sconfitto con successo il suo avversario invisibile, la seconda è nel pieno della sua lotta. Condividono lo stesso male, speriamo condividano anche lo stesso destino.


 

Stefano Pentagallo

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