17/10/2012 13:15 CEST - Rassegna nazionale

Sharapova: “Sogno di essere una spia” (Martucci)

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Da martedì a Istanbul c'è il Masters con le migliori 8 del mondo. Maria Sharapova potrà misurarsi anche con Sara Errani. Un preludio de La Grande Sfida del 1° dicembre al Forum di Assago con anche Roberta Vinci e Ana Ivanovic.

Maria, quale il segreto di queste piccole italiane? «In Italia il gioco è più fisico, visto che crescete sulla terra, e insieme tecnico, perché là sopra si impara a fare tutto. Ecco perché Errani e Vinci trovano il loro bello spazio anche con avversarie più alte, compensano con le proprie qualità. Nel tennis c'è spazio per tutti. Io, da piccola, pensavo di rimanere piccina, e invece sono cresciuta. Comunque, ho imparato presto che la forza viene molto dal mentale. Una partita può durare da una a tre ore, ci sono tanti alti e bassi, è impossibile mantenere un livello molto alto per tanto tempo. Perciò è fondamentale come reagisci nei momenti giù, come rimani concentrata e quanto a lungo ci riesci».

Sara Errani le ricorda la finale e il trionfo del Roland Garros. «E' stato surreale, il momento più unico di tutta la mia carriera. Più di Wimbledon a 17 anni, certo, più degli Us Open, il torneo che da junior non avrei mai pensato di poter vincere un giorno, con quell'atmosfera speciale che c'è. Vincere finalmente il Roland Garros, l'unico major che mi mancava, e sulla superficie per me più dura, è stato più che speciale. Chissà, magari anche perché avrei voluto giocarci contro Steffi Graf, e invece non l'ho mai incontrata. Ecco perché quando si parla di tennista più grande di sempre dico che è impossibile, anche per una fortissima come Serena Williams. Io ho giocato una volta sola con Monica Seles...».

Ricca e famosa, ha ancora del sogni? «Tanti. II mio motto è: "Se spari alla luna anche se la manchi comunque arrivi alle stelle". E' importante fare sogni e farli grandi, per tenerti motivata. Senza, è difficile alzarsi la mattina, è meglio restar comodi sul cuscino». Potendo, meglio volare o essere invisibile? «Essere invisibile, perché amo Sherlock Holmes, e segretamente vorrei essere una spia».

Crede dl più nella volontà o nel destino? «La volontà è molto, ci puoi controllare le cose. Ma il destino è fondamentale: le cose succedono sempre per un giusto motivo e al momento giusto, non sono casuali e sono ugualmente importanti, in positivo e negativo. E sempre utili». Chi è Maria Sharapova in due parole? «Impossibile in due parole, ce ne vorrebbero almeno venti. Diciamo... Testarda. E aperta, no, onesta, molto onesta».

Se non fosse stata una tennista che atleta sarebbe stata? «Sognavo di vincere nella ginnastica ritmica».
A 9 anni s'è spostata dalla Russia alla Florida da Nick Bollettieri: è stato un incubo? «No, affatto. E' stata un'esperienza fondamentale. Lì sono maturata, sono crescita come persona: ho imparato tutto sulla vita e sui rapporti. Sono migliorata perché ho imparato a fare da sola, ho acquisito tante cose che ancor oggi mi porto dietro e che mi hanno fatto più forte. Senza, non sarei tornata dopo l'operazione alla spalla. E non avrei vinto tanto, lottando tanto».

Ma a suo figlio regalerebbe la stessa esperienza? «Detto che prima o poi l'avrò, un figlio, e quindi non so quanti anni ancora giocherò, 3-4? Forse gliela eviterei. Ma io, se potessi tornare indietro la replicherei, sapendo quant'è stata formativa. Se tutto è facile e bello e stai solo a casa tua, poi diventa difficile sfidarti, nella vita. Vorrei che anche i miei bambini fossero stimolati per essere pronti alle sfide più dure. Così, anche se prendono dei gran cazzotti, possano sempre riprendersi. Ma per riuscirci, come ho fatto io, devono avere carica, autostima e orgoglio».
Eppure, poi, nel tennis non pensare aiuta. «Io penso molto, ma credo nell'istinto. E, sul campo, 5-5 al terzo set, punti sull'istinto. Anche se sai tante idee in testa».

Che cosa sono i soldi per lei, e sa quanti ne ha? «Seguo i miei interessi e so quanti soldi ho. Quando posso spendere per i miei genitori, o fare un bel regalo ai nonni, e magari comprargli una macchina e vedo la felicità nei loro occhi, o porto gli amici in vacanza e li vedo felici e non mi sento colpevole di aver speso i miei soldi. Ma quando sto a casa e bevo il té allo stile russo, non c'è denaro che possa darmi la felicità di quei momenti. I miei genitori mi hanno insegnato ad essere contenta di quanto si ha, ma anche ad essere molto ambiziosi, e quindi a cercare di ottenere di più, e a rispettare il denaro».

E' più americana o russa? «Come stile di vita sono molto americana: vivo fra Florida e California, ho uno stile molto semplice, vita da spiaggia, comoda. Ma come cultura e alimentazione sono più russa. Dentro casa mi sento molto russa, ma apro la porta e sono circondata da americani e quindi sono americana. Ma il cuore e casa vera sono in Russia, a Sochi».

Che cosa c'è nel domani di Maria Sharapova? «Un'altra partita, un altro torneo, e ancora e ancora. In questo momento della mia vita non c'è niente di più importante che cercare di vincere: ho energia, capacità, voglia, motivazione di alzarmi la mattina per allenarmi e migliorarmi per la prossima partita (…)

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