22/10/2012 13:26 CEST - Rassegna Stampa del 22 Ottobre 2012

Gioia Seppi, zar a Mosca E' il 50 successo italiano (Crivelli e Martucci), Seppi diventa zar (Valesio), Italia da record Seppi vince a Mosca, è l'8 titolo del 2012 (De Martino)

22-10-2012

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Rubrica a cura di Daniele Flavi

Gioia Seppi, zar a Mosca E' il 50 successo italiano

Riccardo Crivelli e Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello sport del 22.10.2012

E' da questi particolari che si giudica un giocatore: quando vince le partite che deve vincere. Per questo Andreas Seppi oggi è un tennista finalmente maturo, al netto dei due tornei (con quattro finali) conquistati nel 2012, la miglior stagione di un italiano dalle luminarie di Gaudenzi e Sanguinetti di inizio anni Duemila. Perché adesso viene a capo di avversari e situazioni (soprattutto) che fino a un paio di anni fa lo avrebbero incartato in sconfitte da mangiarsi le mani. Prendete il torneo di Mosca: non c'erano i big, è vero, ma intanto in finale bisognava arrivarci. E poi, una volta lì, affrontare la pressione del pronostico contro Bellucci, numero 41 del mondo. Non solo: Andreas si ritrova sotto di un set e 3-5 nel secondo, con il brasiliano che per due volte va a servire per il match: «All'inizio ho sofferto molto il suo taglio esterno mancino alla battuta e non ho risposto bene». Solidità e aggressione Quello di prima, probabilmente avrebbe mollato. Il nuovo Seppi, molto solido e sempre lucido tatticamente, rivolta la partita con il servizio e l'aggressività, le armi che, con una migliorata condizione fisica, in questi mesi l'hanno portato lassù: «Sono andato 5-4 e lui li mi ha dato più spazio nello scambio, così ho fatto il break del 5-5, anche semi ha tolto ancora la battuta nel game successivo. Sul 6-5 — prosegue l'allievo di Massimo Sartori — Bellucci ha sbagliato subito le prime palle dello scambio, ha fatto un doppio fallo e ha gioca- ……Andreas si può godere il terzo trionfo in carriera su altrettante superfici,1150 di un giocatore italiano: «Credo che imporsi su tre superfici significhi molto, perché è un segnale di completezza tecnica. Questa vittoria è particolarmente emozionante perché era il torneo di Kafelnikov, uno dei miei idoli di infanzia: l'ho incrociato in questi giorni, ma per la mia timidezza non sono riuscito a scambiare neppure una parola». Stamattina, quando usciranno le nuove classifiche, Seppi sarà al21 o 22 posto, il miglior ranking di sempre: «Ho lavorato tanto su dritto e servizio, ho fatto tanta i esperienza, so gestire molto meglio le situazioni di gioco e anche me stesso. Ora devo fare il passo avanti negli Slam e nei Masters 1000, penso ad esempio al Roland Garros o a Wimbledon, che è il mio torneo preferito. E poi — continua — tengo davvero alla Davis, siamo un bel gruppo, magari senza il campionissimo, però possiamo dare fastidio a tutti, soprattutto in casa» La promessa Non ci sono segreti nella crescita impetuosa, solo applicazione e sacrificio: «Ringrazio il preparatore atletico Sirola, che mi ha aiutato nel potenziare e rendere più fluido il movimento delle spalle e quindi del servizio e mi ha aiutato a muovermi meglio in campo». Il futuro è già qui, con una promessa: «Adesso gioco Basilea e Bercy, poi vediamo se ho ancora le forze per rispettare l'impegno di giocare il mio challenger di Ortisei: sono 10 anni che gli dico sì e poi non vado». Sapranno perdonarlo. Uomini (673.150 ), finale: Seppi b. Bellucci (Bra) 3-6 7-6 (3) 6-3: donne (740.000 ), finale: Wozniacki (Dan) b. Stosur (Aus) 6-2 4-6 7-5.

IL COMMENTO DI MARTUCCI

Seppi ha vinto a Mosca il secondo torneo della stagione, il terzo in carriera. Ma anche l'ottavo, in 16 finali di questo 2012 doppiamente record del tennis italiano. Era numero 2 del tabellone, eppure, battendo il mancino brasiliano Bellucci che gli è indietro 16 posti nella classifica mondiale, ha fatto qualcosa di speciale. «Il crucco», come lo chiama Fabio Fognini (talento finora troppo superiore alla tenuta nervosa), ha dato soddisfazione a quanti da anni lavorano con lui, per lui, intorno a lui, da mastro Sartori al tecnico dei muscoli Sirola, alla fidanzata, a Ljubicic, a Riccardo Piatti. Bravi: il ragazzo di Caldaro rigido, sgraziato, monolitico, senza dritto e servizio, è diventato un bell'anatroccolo con un lungo lavoro d'equipe anche alla palestra di Montecarlo, confermando che volontà e professionalità, in questo sport moderno, sono molle decisive. II morale, quello, gliel'ha dato il popolare «Ljubo», l'ex numero 3 del mondo allevato da Piatti, dicendogli: «Ma com'è possibile che uno come Tisparevic sia così avanti in classifica da anni e tu no?». …..Altri tennisti costruiti pezzo a pezzo, anno dopo anno, che vanno in Paradiso. Raggiungono cioè il massimo delle proprie possibilità: la vittoria più bella di un atleta e di un essere umano, e soprattutto in una società come quella italiana così abituata all'impresa di un giorno, non alla seria e silenziosa continuità. Il premio, per Sara e Roberta, dopo una stagione straordinaria, è rappresentare l'Italia in singolare e doppio al Masters con le migliori del mondo da domani a Istanbul. Dove promettono di fare cose turche. Intanto, in attesa di traguardi maggiori, tornei più ricchi e importanti, grazie, Seppi.

Seppi diventa zar Rimonta Bellucci e conquista il terzo titolo in carriera

Piero Valesio, tutto sport del 22.10.2012

DICIAMOLO, così ci caviamo il dente: in altri tempi, nemmeno troppo lontani, Seppi una partita così l'avrebbe persa. Eccome, se l'avrebbe persa. Invece ieri a Mosca ha vinto, si è aggiudicato il terzo titolo della sua carriera e da stamani sarà il n.22 al mondo che, ovviamente, è il suo best ranking. Dunque la domanda è: cosa è successo, diciamo, da un anno abbondante a questa parte? E in cosa il Seppi di oggi è diverso da quello che una finale contro Tomasz Belluoci l'avrebbe persa? Bisogna innanzitutto capire perchè l'avrebbe persa. Perché di fronte ad un giocatore, perlopiù mancino, che gioca essenzialmente come lui (una brutta de-finzione ma calzante potrebbe essere quella di attaccante da fondo) sotto di un set e con il succitato avversario due volte al servizio per il match, Seppi avrebbe molto probabilmente mollato gli ormeggi. Il suo body language avrebbe comunicato agli astanti e a se stesso qualcosa di simile a questo: non sono capace di vincere, non so cosa fare, al diavolo tutti. Il tutto, altoatesinamente al suo interno: cioè senza lasciarsi andare a chissà quale rimostranze contro il destino cinico e baro; ma semplicemente chinando il capo e sbagliando. Ieri questo non è successo e Seppi ha vinto. Si gioisca per questo perché prima di tutto abbiamo un italiano a ridosso dei primi venti giocatori del mondo e l'ultimo a passare questa soglia fu Andrea Gaudenzi che raggiunse il n.18 nel 95: un'altra era, praticamente. Poi perché alla luce di quanto successo ieri si può e si deve dire che Seppi è da portare ad esempio. Come chiunque riesca ad andare al di là dei propri limiti e a costruirsi un presente nuovo. Ieri il nostro era sotto di un set e per di più dopo aver fallito, nel secondo set, tre palle break che rappresentavano la prima finestra aperta che gli stava offrendo Bellucci, un avversario strano, discontinuo in carriera, spesso pavido più del vecchio Seppi ma comunque reduce da una semifinale vinta con attributi contro Karlovic e dunque, come si dice, in fiducia. Andreas, e in questo sta il cuore della sua crescita, è andato oltre quei tentativi falliti ed è rimasto con piedi e testa in campo da vero lottatore aspettando che il brasiliano calasse. Pensate sia semplice? Non lo è. Seppi ci è riuscito grazia al gran lavoro di piedi di testa e di gambe cui si è sottoposto in carriera, Anche quanti pochi pensavano che potesse migliorare. Lo si applauda anche per aver vinto tre tornei su tre superfici diverse: Eastbourne l'anno scorso sull'erba, Belgrado sulla terra e Mosca sul veloce indoor quest'anno. Gli manca il veloce all'aperto ma ci sta lavorando. La poliedricità deve essere una caratteristica recente degli italiani visto che anche Roberta Vinci quest'anno ha concluso il suo personalissimo Slam vincendo sul veloce out-door. C'è anche da credere che il successo di ieri aiuti ulteriormente la sua consapevolezza di se e dunque i suoi risultati. A proposito di donne: ieri hanno sorteggiato i gironi del MaAsters di Istanbul che parte domani. Sara Errani è finita del girone bianco dove la attendono Maria Sharapova per la rivincita della finale di Parigi, la Kvitova e la Radwaneka. Nell'altri girone ci sono Serena, li, Azarenka e Kerber. Che l'avventura abbia inizio.

Italia da record Seppi vince a Mosca, è l'8 titolo dei 2012

Marco De Martino, il messaggero del 22.10.2012

Alla faccia del tennista trasparente, del signor nessuno, del ragazzo sintetico talmente freddo da sembrare finto. Andreas Seppi batte in rimonta il brasiliano Bellucci, vince il torneo di Mosca e mentre solleva in cielo la Kremlin Cup entra nella storia insieme a tutta l'Italia del tennis. Davvero? Possibile mai? Proprio storia storia? In effetti, trattasi dell'ottavo titolo Atp o Wta dei tennisti italiani uomini e donne in questo 2012, quindi non si scappa: è record. Ne ha vinti quattro Sara Errani (Acapulco, Barcellona, Budapest e Palermo), uno la Schiavone (Strasburgo), uno la Vinci (a Dallas) e due l'usato sicuro Andreas che prima di Mosca si era messo in saccoccia Belgrado. Gli ultimi eroi a vincere sette titoli nello stesso anno erano stati addirittura i ragazzi della Davis nel giurassico 1977, quando Barazzutti vinse Charlotte, Bastad e Parigi indoor, Bertolucci trionfo a Firenze, Amburgo, Berlino, e Adriano Panatta si impose sul cemento di Houston battendo in fmale Gerulaitis. Se però i titoli (e le medaglie) si pesano e non si contano, bisogna innanzi tutto fare i complimenti a Seppi perla meravigliosa fortuna che lo accompagnato nel vincere un torneo da 650.000 dollari senza nemmeno un colpo di tosse. Nell'ordine ha battuto infatti prima il temuto olandese Sijslig numero 77 del mondo, poi il celebre giapponese Ito numero 63, quindi il popolare tunisimo Jaziri numero 112 e infine il brasiliano Bellucci numero 41 che una volta al comando 6-3 5-3 è sprofondato nel buco della paura perdendo prima il tie-break 7-3 e poi il set decisivo 6-3. Comunque, quello di Seppi è stato i150 torneo vinto da un italiano nell'era Open (il primo fu di Panatta a Senigallia nei 1971). Andreas non conquisterà le folle, non sarà un tennista da amplesso oftalmico, ma insomma è uno che pur non baciato dal talento dopo dieci anni di fatica arriva oggi al suo best ranking di numero 22. Per coronare il sogno della vita -entrare tra i primi 20 - dovrà giocare benissimo a Basilea (dove però ha Federer nei quarti), poi Parigi Bercye magari vincere il Challenger di Ortisei che a novembre chiuderà la migliore stagione della sua carriera. Sempre a Est, ma a Istanbul, gli occhi azzurro cielo di Sara Errani scintillano guardando l'ultimo sogno dell'anno, quello del Masters. La nostra formica atomica romagnola (1.64 di altezza contro il grattacielo a quota 1.88 della Sharapova) è capitata nel girone con Maria (che la trivellò di pallate nella finale del Roland Garros), con la geometrica Agnese Radwanska (5-1 per la polacca i precedenti) e con il carrarmato mancino Kvitova (3-0 per la ceca che è anche campionessa in carica). La Erra-ni, che ha miracolosamente recuperato da un infortunio, a occhio non dovrebbe fare mezzo punto: in ogni caso, dopo una stagione incredibile in cui ha vinto tre titoli in singolare e otto in doppio, ormai i riferimenti sono saltati e quindi può succedere di tutto. Nell'altro girone, del resto, ci sono Azaranka, Serena Williams, Kerber e Na Li. Come dire che scorciatoie per la gloria non esistono e che se andrà male Sara potrà rifarsi nel torneo di doppio dove insieme a Roberta Vinci è la favorita al titolo. Stiamo a vedere. All'inizio dell'anno questo piccolo bonsai di passione, grinta e volontà era intorno al numero 50 del mondo e sognava solo grandi imprese, ora invece è numero 7 in singolo e numero 1 in doppio. Una piccola Rocky buona per testimoniare che almeno in campo femminile tutte possono farcela.
 

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