27/10/2012 11:04 CEST - Approfondimento

Savic sospeso per tentata corruzione. Ha agito da solo?

TENNIS - Il CAS di Losanna ha depositato le motivazioni della sentenza che ha radiato l'ex tennista Savic. Avrebbe tentato di corrompere un top player (Baghdatis?). Era stato mandato da qualcuno? Ha fatto tutto da solo? Alessandro Mastroluca

| | condividi
Tennis e Scommesse
Tennis e Scommesse

Ha tentato di corrompere un top player. Per questo l'anno scorso sarebbe stato squalificato a vita David Savic, un serbo di seconda fascia. Classe 1985, al momento della squalifica era numero 659 del mondo e non era mai andato oltre la 363ma posizione. Aveva sempre giocato i tornei Challenger e Futures: nell’ATP Tour all’attivo solo cinque partite, ma in doppio.

Nelle motivazioni della sentenza del TAS di Losanna, oggetto delle considerazioni del blogger irlandese Stephen Kelly e della successiva inchiesta di Federico Ferrero si legge che avrebbe contattato due volte un top player -il nome è censurato, ma si può facilmente ricostruire e concludere si tratti di Bagdatis- per proporgli di perdere apposta il primo set in due partite, a Pechino e a Mosca, nel 2010, in cambio di 30 mila euro. In Cina il contatto avviene con una chiamata, senza risposta, dal cellulare di Savic (che conferma di essere l'intestatario del contratto associato al numero) poi una conversazione via Skype. A Mosca attraverso un sms, sempre dal suo cellulare, per chiedere se avesse cambiato idea.

L'avversario di Baghdatis è sempre lo stesso: Dolgopolov. E Savic cerca di convincere il cipriota dicendogli anche che l'ucraino sarebbe già d'accordo (che fosse vero e non stesse solo millantando, è tutto da dimostrare). Baghdatis conserva l'sms, rifiuta l'offerta (perde a Pechino, vince in due set a Mosca) e lo denuncia.

A questo punto la domanda che viene spontanea: perché Savic ha tentato questa operazione? Era un intermediario mandato da terzi? Ha agito per conto suo, per semplice lucro? Ha agito da solo sperando di “entrare nel giro grosso”? Analizzando quanto accaduto negli anni recenti, si può arrivare, se non a una risposta certa, quanto meno a un parere motivato.

Le due strade del match-fixing
Se un'organizzazione (di scommettitori professionisti o di altro genere) punta a lucrare sull'esito di un evento sportivo ha due strade: comprare informazioni su partite già “accomodate” (quello che, in pratica, ha confessato di aver fatto Ilievski nello scandalo del Calcioscommesse sulle partite del campionato italiano) o intervenire direttamente per truccare il risultato.

Tennis, un lungo elenco di partite sospette...
Lo sport e le scommesse hanno avuto un rapporto strettissimo da sempre. Basti pensare che nel 1774 le regole del cricket e del golf sono state codificate proprio perché, come si legge su un editoriale dell'epoca, “un passatempo innocente” è stato rovinato “dalle eccessive scommesse”.

Il primo, grande scandalo dell'era moderna è del 1919: otto giocatori della squadra di baseball dei Chicago White Sox, la più forte di tutte allora, si vendono la finale scudetto contro i Cincinnati Reds per 10 mila dollari a testa. Da quel momento è un susseguirsi di combine che coinvolgono tutti gli sport, sia individuali che di squadra.

Per quanto riguarda il tennis, l'ultimo decennio è un fiorire di partite sospette, con un andamento anomalo delle giocate e delle quote che non è condizione sufficiente a identificare la combine, ma è spesso un indizio da cui partire per approfondire le indagini. Proviamo a ripercorrere i casi più eclatanti in questa breve antologia “nera”, a partire dall'ottobre 2003 quando Betfair registra 130 mila euro di scommesse sulla vittoria di Fernando Vicente, quotata 5 a 1, contro Yevgeny Kafelnikov. Lo spagnolo vince 63 62, ma l'inchiesta naufraga per mancanza di prove.

L’ATP inizia a collaborare con le agenzie di scommesse, nello specifico Betfair, nel 2005, per il “caso Labadze-Fuhrer”. Martin Fuhrer è uno scommettitore professionista amico del giocatore georgiano, di cui si sente parlare, in relazione a partite dall’andamento sospetto, per la prima volta al torneo di Palermo 2003 quando perde 60 62 da Tomas Tenconi: sul match si erano raccolti 362.741 dollari di puntate, sei volte di più del totale che normalmente si registra per match di primo turno di questo livello. Lo scommettitore che ha puntato di più contro Labadze, si scoprirà poi, è proprio Fuhrer.

Anche a St.Poelten, nel 2004. Fuhrer punta sulla sconfitta di Labadze per due set a uno contro Knowle, ma la società di betting austriaca CashPoint rifiuta di pagargli la vincita perché un cassiere aveva origliato Fuhrer mentre diceva a un amico che quella era una giocata sicura. CashPoint chiede l’aiuto dell’ATP, che coinvolge Richard Ings, allora vicepresidente esecutivo per le regole e la competizione. Ings scopre che Fuhrer nel 2003 aveva vinto 45 mila dollari puntando sulle sconfitte di Labadze su Betfair. Dopo poco, però, Ings lascia l’ATP e il dossier non viene presentato al processo. Perciò, nel 2007, la corte ha stabilito che CashPoint doveva a Fuhrer i 25.353 dollari della vincita più il 4% di interessi più 13.419 dollari di spese legali.

Il 2007 non è solo l'anno di Davydenko-Vassallo Arguello: sarebbero almeno 21 le partite dall'andamento sospetto. Il 22 agosto 2008 viene introdotta la Tennis Integrity Unit: ATP, WTA, ITF e Grand Slam Committee nominano direttore Jeff Reese, che ha alle spalle 32 anni di servizio alla London’s Metropolitan Police e a Scotland Yard e sette come capo del programma anti-corruzione del cricket, già membro del panel indipendente che aveva segnalato 45 match sospetti prima del Roland Garros 2008.

L'Indipendent rivela che ci sarebbero almeno cinque partite sotto indagine nella prima metà del 2009. Poi a Wimbledon si apre il caso Odesnik-Melzer. L'austriaco è favorito, e come da pronostico vince 61 64 62. Ma a destare sospetti non è il risultato, quanto l'andamento e l'ammontare delle giocate sulla vittoria di Melzer in tre set: sono state giocate 650 mila sterline su questo esito su Betfair, che non ha sospeso le giocate, come invece ha fatto Paddy Power, perché la quota del 3-0 Melzer era scesa in una mattina da 9-5 a 1-4. Odesnik poi viene squalificato per possesso di ormone della crescita: la squalifica viene ridotta in cambio del suo aiuto alla TIU, non è ben chiaro se in materia di lotta al doping o al match-fixing.

Nel 2010 finiscono sotto indagine diversi match, soprattutto nella seconda parte di stagione. Al torneo di Newport, oltre 1 milione di euro viene puntato sul primo turno tra Christophe Rochus e Richard Bloomfield con l'americano, numero 552 del mondo, che diventa inspiegabilmente favorito (e vincerà). A Rosmalen Hernandez batte Koellerer (il primo giocatore poi squalificato a vita per match-fixing) in due set: la sua quota crolla a 1.30 poco prima dell’inizio della partita.

Nel finale di stagione i casi aumentano. Nel primo turno a Mosca Zeballos batte in rimonta Tipsarevic, favorito della vigilia: le quote del serbo, dato a 1.18 prima del match, iniziano inspiegabilmente a salire e anche dopo che ha vinto il primo set si impennano (a 3 e addirittura a un certo punto a 6.50). Abbastanza anomalo anche l'andamento di Volandri-Gabashvili a San Pietroburgo, con il successo del russo quotato poco sopra l'1.30 quando Volandri era avanti 63 21 e servizio: alla fine Gabashvili vincerà 36 63 62.

A Vienna Jan Hajek supera Pere Riba 62 60 in appena 47 minuti. Prima della partita la quota della vittoria del ceco scende da 1.70 a 1.07. A gennaio 2011 Volandri, Gabashvili, Tipsarevic e Dolgopolov ricevono una lettera con richiesta di chiarimenti della TIU.

...e di proposte indecenti
Una partita si può “combinare” in molti modi. Si possono “comprare” gli arbitri (caso Hoyzer), uno o più giocatori, tecnici, membri dello staff, perfino addetti agli stadi. Nel 1999, per esempio, vengono arrestati Wai Yuen Liu, cittadino inglese nato a Hong-Kong, e altri due malesi con l’accusa di voler sabotare l’impianto di illuminazione del The Valley, lo stadio del Charlton, a tre giorni dalla sfida tra l’Athletic e il Liverpool., con la complicità di uno degli addetti che ha ricevuto 20 mila sterline. Già nel 1997 Liu e i suoi complici avevano fatto saltare le luci all’Upton Park, a venti minuti dalla fine di West Ham-Crystal Palace, poco dopo il pareggio degli Hammers, eal Selhurst Park, durante Wimbledon-Arsenal, sempre con il punteggio di parità.

Raramente gli atleti denunciano questo tipo di contatti. Qualche esempio, però, c'è. Nel 2005 al belga Gilles Elseneer sarebbero stati offerti 100 mila euro per perdere al primo turno a Wimbledon da Potito Starace. Un altro giocatore belga, Dick Norman, ha confessato di aver rifiutato una cifra tra i 12 e i 25 mila euro per perdere un match durante un torneo challenger. Nel 2007 Nel 2007 Younes El Aynaoui ha confessato in un'intervista a Le Monde: “Cinque o sei mesi fa stavo giocando un torneo in Europa. Suona il telefono. È l'agente ceco del giocatore che avrei affrontato al primo turno. Mi chiedeva di 'andarci piano', insomma di lasciarlo vincere. Ero senza parole. Mi offriva 25 mila euro, 4 o 5 volte più di quanto avrei guadagnato vincendo il torneo. Ho detto no, ma quanto puoi essere tentato se sei a corto di soldi, come sono un po' tutti i giocatori che frequentano il circuito minore?”.

Nel 2007 hanno confessato tentativi di corruzione, rifiutati, anche Arnaud Clement, Dmitry Tursunov (a Indian Wells) e Djokovic (che ha rivelato di aver rifiutato un'offerta di 255 mila dollari per perdere al primo turno a San Pietroburgo).

Più recente il caso di Ekateryna Bychkova (best ranking di n.66 del mondo nel 2006), sospesa per 30 giorni nel gennaio 2010, che sarebbe stata contattata da Dmitry Avilov. Avilov era uno scommettitore professionista che aveva lavorato anche nella divisione marketing di Betfair Russia, e l’avrebbe contattata per accomodare una partita. La giocatrice, secondo quanto lo stesso Avilov rivelava a Hanna Harp del Wall Street Journal nel 2009, avrebbe rifiutato ma è stata ritenuta comunque colpevole per non aver denunciato il tentativo di corruzione alla TIU.

Conclusioni
A questo punto, è il momento di tirare le fila del ragionamento e provare a rispondere alle domande che hanno motivato questa analisi. Savic è l'intermediario di un'organizzazione terza che l'ha mandato a truccare le partite? Questo appare improbabile. L'intermediario che un'organizzazione sceglie è sì qualcuno dello stesso ambiente, ma è anche una figura che sa rassicurare i giocatori da corrompere sui rischi che stanno correndo e sa anche identificare gli atleti più deboli o in difficoltà economiche. Perché l'eventuale organizzazione che voglia combinare Baghdatis-Dolgopolov non cerca come contatto l'allenatore, l'agente, il preparatore, lo sparring partner, un parente dei giocatori coinvolti? Anche perché, aumentando il numero di passaggi necessari a combinare l'accordo, aumentano i costi e si riducono i margini di guadagno.

Più facile pensare a un Savic intermediario di scommesse che riguardino il circuito minore, che frequenta e di cui conosce tutti i protagonisti, piuttosto che di un tentativo di corruzione ad alto livello tra due giocatori che conosce meno.

Altrettanto poco probabile appare la prospettiva che Savic abbia agito del tutto da solo e senza la consapevolezza di soggetti terzi interessati. Considerato, infatti, che Savic giocava solo i tornei satellite, è plausibile che la frequentazione con giocatori come Baghdatis e Dolgopolov fosse al più occasionale: allora come sarebbe arrivato in possesso del numero di cellulare del cipriota? Qui entriamo nel campo delle ipotesi: la più plausibile è che conosca qualcuno, magari qualche scommettitore professionista, e abbia cercato di combinare una partita di medio-alto livello per “entrare nel giro”.

Un'ipotesi che potrebbe essere rafforzata dalla cifra offerta. Abbiamo visto come, per convincere qualcuno a perdere una partita di primo turno, siano state proposte cifre di 4-5-10 volte superiori a quello che avrebbero guadagnato passando al turno successivo.

Non abbiamo prove dell'eventuale offerta a Dolgopolov, nel caso specifico, per quanto è a lui, al giocatore che deve perdere, che andrebbe fatta l'offerta più alta. Ma anche Baghdatis, che in questo caso verrebbe pagato per perdere un set e comunque vincere la partita, rischia la squalifica se viene scoperto. E un'organizzazione, a meno che non sia davvero alle prime armi, sa che a un rischio maggiore deve corrispondere un'offerta più alta. Baghdatis non è un mestierante oscuro cui 30 mila euro cambiano la vita. Sa che troverà meno giocatori disposti a rischiare per un basso margine di guadagno. Sa, soprattutto, che la cifra offerta al giocatore per prendere parte a un incontro combinato deve in qualche modo bilanciare i rischi da lucro cessante che deriverebbe da una sospensione. Bastano 30 mila euro per far cambiare idea a un ex finalista Slam che in quel 2010 cui si riferiscono i fatti ha guadagnato quasi un milione?
 

Alessandro Mastroluca

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti