01/12/2012 13:40 CEST - La Grande Sfida

La Sfida a Milano: Sharapova e Ivanovic spariscono mentre i giornalisti aspettano...

TENNIS - Il problema etico che si pone quando una testata organizza un evento. A rischio l'autonomia critica dei suoi giornalisti? E della tutela delle altre testate chi si occupa?  Ubaldo Scanagatta

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La Grande Sfida: da sinistra Ana Ivanovic, Maria Sharapova, Sara Errani, Roberta Vinci
La Grande Sfida: da sinistra Ana Ivanovic, Maria Sharapova, Sara Errani, Roberta Vinci

Un’esperienza da non ripetere. Farsi un sacco di chilometri, spendere d’albergo, autostrada, e il resto, per assistere ad una presunta conferenza stampa che non c’è stata con le due star più attese, Maria Sharapova e Ana Ivanovic. Udire l’organizzatore de La Grande Sfida, Ernesto De Filippis che con gesti sconsolati diceva “Ma chi ha organizzato tutto questo?” allargando le braccia…

In effetti l’organizzazione della conferenza stampa non era sua, ma del cosiddetto media-partner che di fatto si è accaparrato quasi tutta la scena da vero padrone di casa. Quale peraltro era. Era o non era la Sala Buzzati una sala della Gazzetta? Forse è stato ingenuo un tantino ingenuo De Filippis. Vedremo se l'anno prossimo si cautelerà meglio.

Venire a sapere che le due “Superstar” se ne erano andate alla chetichella dall’uscita posteriore, e pare non proprio soddisfatte per come erano state organizzate le interviste televisive con Sky _ e fin lì noblesse oblige, è un altro media-partner, non meno importante _ anzi _ e assai meno invasivo, ma anche tivù di tutti i tipi e audience _ (Guido Bagatta per “Verissimo” ha monopolizzato la Sharapova per diversi minuti…ma d’altra parte aveva trovato alcuni sponsor anche all’ultimo momento, quindi qualche credito se l’era conquistato, sono regole non scritte)…

Vedere i giornalisti di altre testate, dal Corriere dello Sport al Giorno, di radio e siti, che restavano inutilmente accalcati nella sala conferenza stampa della Gazzetta per vedere che alcuni “boss” di varie testate RCS passavano invece dappertutto con il silenzio-assenso delle bodyguards nella saletta adibita alle riprese tv, e l’unico premio a tanta costanza era ritrovarsi a porre cinque, sei domande a Sara Errani e a Roberta Vinci che non erano più nemmeno così sorridenti come quand’erano arrivate (hanno risposto cortesemente, perchè sono ragazze educate ma, si vedeva, senza troppo entusiasmo…non so se perchè alle star straniere era stato concesso di andarsene oppure per qualcosa che deve essere successo nela saletta contigua alla Buzzati e che io non ho potuto vedere)…

Rendersi conto, sia pur senza poter sapere esattamente cosa fosse successo nella piccola saletta delle riprese tv, che diverse cose non erano andate per il verso giusto….tanto che in un primo tempo la stampa “scritta” avrebbe dovuto sostituire quella televisiva nella stessa saletta, e poi invece Sara e Roberta sono state fatte tornare nella sala della presentazione…(che alla fine era stata soprattutto presentazione degli sponsor, dei media-partner, e meno male anche all'esperienza vissuta dall'organizzatore De Filippis che ha vinto comunque la sua doppia scommessa e che l'anno prossimo tenterà il tris)...

Insomma, un bel caos, con tutti che sembravano convinti che se le cose erano andate così…la colpa era di qualcun altro!  Vabbè, siamo d’accordo, è molto più importante che funzioni tutto bene al Forum dove ci sarà quasi il tutto esaurito, perché stasera c’era soltanto un migliaio di biglietti ancora in vendita.

Però fin dall’inizio si è visto che ospitare la conferenza stampa nella sede di un media-partner (se invece della Gazzetta fosse stato un altro giornale sarebbe stata la stessa cosa, senza un adeguato controllo per tutelare gli inviati delle altre testate) non è parsa una grandissima idea. de Filippis, Bagatta, sembravano i primi ad averlo realizzato.

All'ingresso, prima di accedere alla sala Buzzati, alcunii pannelli che avrebbero dovuto fare da sfondo alle 4 tenniste durante le interviste televisive programmate raffiguravano la Gazzetta ma non gli sponsor della Sfida. Quando De Filippis e Bagatta se ne sono resi conto hanno cercato di rimediare in fretta e furia. D’altra parte a volte è anche vero che se chi si potrebbe occupare anche di questi  dettagli (ma chi avrebbe dovuto essere? Mi è parso che ci fossero troppe società coinvolte senza un vero coordinamento) lascia aperti spazi e spiragli, è normale che qualcun altro li occupi. Perchè più attento ai particolari, ai dettagli, o anche ai dettagli. "Sono tutti esperti di marketing adesso, anche chi fa tutt'altro mestiere" ho sentito uno degli organizzatori che si lamentava nei febbrili momenti del pre-conferenza.

La Sharapova era arrivata al mattino alle 7 da New York, la Ivanovic era a Milano da ieri. Per entrambe, e le nostre, forse il momento più piacevole è stato nell’ospitalità ricevuta da Giorgio Armani (e negli abiti ricevuti). Alberto Giorni ha fatto un ottimo articolo su questo sito per descrivere la loro giornata e anche lo sviluppo delle due ore trascorse fra sala Buzzati e ...per noi, sala Buzzati, dopo essersi accalcati come sardine all'ingresso della famigerata saletta attigua dove...quel che è successo non l'ho visto.
Ma al di là delle disfunzioni organizzative che ci sono state,e che alla fin fine lasciano il tempo che trovano perché i soli a lamentarsi sono i giornalisti delle testate non “protette”, i problemi riscontrati oggi sono secondari di fronte ad un altro aspetto che definirei…etico.

Da innamorato del tennis quale sono sempre stato, sono il primo ad essere felice del fatto che _ per grande merito del vicedirettore Gianni Valenti, credo _ la Gazzetta dello Sport abbia scoperto che non si vive di solo calcio, e che anche il tennis merita più spazio di quanto abbia avuto per anni, visto che i suoi principali attori/attrici godono di una popolarità universale, perfino a prescindere dalle nazionalità d’origine. Sicuramente Valenti è appassionato di tennis e questo è certamente un bene per il nostro sport. So che anche lo gioca, in doppio all'Harbour al fianco di Corrado Erba, e anche questo non è un male.

Però il fatto che una testata giornalistica stia trasformandosi anche nel tennis _ come ha peraltro fatto da sempre per il ciclismo con il Giro d’Italia in particolare (e sappiamo oggi in quale stato precario versi il ciclismo per via della piaga doping e per i troppi casi Armstrong) in una società fortemente orientata al business, al fare soldi organizzando eventi, oggi la Grande Sfida, domani la Coppa Davis a Torino o la Fed Cup a Rimini, non è secondo me un fatto che riesco a valutare positivamente. I giornali dovrebbero fare i giornali, e farli così  bene e con tanta autorevolezza, credibilità autonomia di giudizi, oggettività, da conquistarsi la fiducia (e i soldi) dei lettori. Con l'obiettivo di farne crescere sempre più il numero per i propri meriti giornalistici. Gli organizzatori professionisti, dal canto loro, dovrebbero essere -appunto - organizzatori professionisti.  

La commistione fra le due professioni, editori di giornali e media in genere, con quella di organizzatori, finisce per avere connotati ambigui. Pone inevitabilmente anche problemi di carattere etico. Quanto possono essere autonomi nel loro esercizo di critica, e di servizio al lettore, i giornalisti di una testata che "organizza" un evento del quale loro devono scrivere? E quanto possono essere tutelate nel loro pieno diritto all'informazione altre testate media non coinvolte in aspetti organizzativi?

In tempi recenti la Federtennis, resasi conto che la maggior parte dei giornalisti specializzati aveva rapporti pessimi con la stessa Fit _ non solo Rino Tommasi e Ubaldo Scanagatta, ma anche Stefano Semeraro della Stampa, Daniele Azzolini di Matchpoint e varie altre testate, e a suo tempo anche Vincenzo Martucci di Gazzetta dello Sport non salutavano e non rivolgevano la parola al direttore della comunicazione Baccini _ ha fatto scattare l’ ”operazione recupero rapporti con i media”.

Per l’appunto quei giornalisti sono _ con Gianni Clerici che ha usato quando bastone e quando carota con i dirigenti federali imponendosi di dare del lei a tutti i dirigenti per… tenerne le dovute distanze _ i soli che negli ultimi anni hanno costantemente seguito il tennis nei grandi tornei fin dal primo giorno, anche se i tennisti italiani negli Slam perdevano troppo spesso nei primi turni…sia pur malvolentieri (N.B: odio l’espressione gergale divenuta corrente…spesso e volentieri!).
Allora che cosa ha fatto la FIT in tempi più recenti? Ha cominciato con lo stringere alleanze con alcuni giornali romani (quelli che vengono ospitati in “tende” durante gli Internazionali d’Italia: Il Messaggero, Il Corriere dello Sport, Il Tempo che nel frattempo _ scusate il bisticcio di parole _ ha messo fine alla sempiterna collaborazione con Rino Tommasi). Insieme ai giornali romani, che sia per ragioni editoriali che economiche non fanno seguire gli eventi tennistici ai loro inviati che in maniera assai sporadica, ecco migliorati improvvisamente i rapporti, dopo diverse visite pastorali a Milano, con il giornale rosa. Il più importante, decisamente, nel mondo editoriale sportivo. Ne è disceso che la Gazzetta ha per gli Internazionali d’Italia diritti di web-tv che altri giornali non hanno, e fra FIT e Gazzetta c’è spesso scambio di video: i video scattati dalla troupe di Supertennis finiscono sul web della Gazzetta. Non so se accada anche il percorso inverso. E’ cominciata così una sorta di partnership che è diventata una sorta di Santa Alleanza. Imprevedibile fino a tre anni fa.
La federtennis ha fatto bene, dal suo punto di vista, a compiere l'operazione "Recupero rapporti e immagine". Politicamente una mossa che non fa una grinza. Aveva pessimi rapporti con i media? Ha trovato il modo per migliorarli. Con i suoi metodi.  
Adesso RCS (la società editrice di Gazzetta, Corsera e Stampa) è stata investita dalla Fit _ vedi mio articolo sul bando che c’era e che è stato cancellato _ quale società organizzatrice della Davis a Torino. Ancora RCS insieme a Ernesto De Filippis dovrebbe essere a Rimini per la Fed Cup. La vocazione ad "organizzare" eventi, la Gazzetta l'ha sempre avuta. Business is business. Ribadisco che non mi sembra una cosa bella, ma non sono certo io che mi illudo di cambiare le regole etiche di questo Paese. Nel quale ciascuno si arrangia come può. Spesso predicando bene e razzolando male. Se una voce critica si allea con il potere, fa affari con il potere, quella voce finisce quasi inevitabilmente per essere meno critica, quando non del tutto acritica. In Paesi peggiori dal nostro si assiste anche a chi stende tappeti rossi e suona il violino davanti al potere. Qui, anche per le tradizioni giornalistiche della Gazzetta, questo non accadrà.
 
Ricordo che la Gazzetta diretta da Candido Cannavò fu perfino troppo ferocemente schierata contro il presidente federale Paolo Galgani e spesso esagerò, anche se l’avvocato fiorentino di errori ne commise a bizzeffe…Per i giornalisti della Gazzetta di allora non fu sempre semplice relazionarsi con tutte le situazioni “politiche” che inevitabilmente nascono lungo qualsiasi percorso federale (quale che sia la federazione, quale che sia lo sport): basti ricordare la guerra Panatta-Galgani prima dei commisari Morsiani e Tronchetti Provera. Mi posso sbagliare naturalmente, ma se non fu sempre semplice per i giornalisti di allora rapportarsi con il potere politico galganiano, non sarà semplice farlo nemmeno, d’ora in avanti, con il potere binaghiano con il quale si stanno intrecciando ogni giorno di più _ manifestamente e dichiaratamente _ rapporti d’affari.

P.S: Io auspico che oggi l'organizzatore De Filippis si attivi per favorire un incontro _ anche breve perchè probabilmente non contrattualizzato in anticipo con i manager delle giocatrici _ fra i giornalisti di tutte le testate ieri "dimenticate", Maria Sharapova e Ana Ivanovic. Vi saprò dire se ciò avverrà.. Aggiungo che personalmente ho tante di quelle occasioni per rivolgere domande sia a Maria, che con me è sempre stata particolarmente affettuosa (soprattutto considerato il personaggio apparentemente un po' algido...mi ha ribattezzato "il Professore", una volta mi ha beccato sulle scale che portavano alla sala stampa del Roland Garros e trascinato ad una sua conferenza stampa mentre stavo correndo da tutt'altra parte: di solito gli intervistati non passano mai di là, l'incontro fu una stranissima casualità), sia ad  Ana, che spero che mi crediate se dico che tutto quanto ho scritto sopra, non deve essere interpretato come lo sfogo di un frustrato che non è riuscito a parlare con le due Superstar, ma invece per quello che è: e cioè un invito -per il futuro - a che le cose vengano pensate, preparate, organizzate, nel modo più professionale ed equo per tutte le testate giornalistiche, partner e non partner. 

Ubaldo Scanagatta

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