16/02/2013 12:13 CEST - Tennis e doping

Tennis, si avvicina il passaporto biologico

TENNIS - Il tennis potrebbe introdurre presto il passaporto biologico. Stuart Miller, responsabile dei controlli antidoping ITF, ha spiegato: "E' il miglior deterrente possibile perché i campioni possono essere analizzati a distanza di anni". Favorevole anche Federer. Alessandro Mastroluca

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Controlli antidoping
Controlli antidoping

Il passaporto biologico nel tennis è sempre più vicino. Secondo quanto riferisce Neil Harman del Times, i rappresentanti di ITF, ATP, WTA e dei tornei dello slam si incontreranno a New York per definire le procedure necessarie a migliorare il sistema attuale di controlli anti-doping.

Rispetto all'analisi sul singolo campione, alla ricerca di parametri innaturali o di prove dirette dell'assunzione di una specifica sostanza, il principio del passaporto è basato sul monitoraggio diacronico di parametri biologici la cui evoluzione può indirettamente rivelare pratiche dopanti.

Mark Ashenden, che ha fatto parte del panel di esperti incaricato di analizzare i passaporti biologici dei ciclisti fino al 2012, spiega che un'accelerazione nella produzione di reticolociti (globuli rossi immaturi) può essere un'indicazione dell'assunzione di EPO. D'altra parte, una produzione più bassa del normale può indicare che l'atleta ha da poco smesso di usare l'EPO o ha fatto recente ricorso a una trasfusione. 

Tuttavia, lo stesso Ashenden sottolinea che pratiche dopanti meno aggressive o più sofisticate sono comunque più difficili da individuare perché le variazioni indotte nei parametri osservati si possono più facilmente confondere con le fisiologiche fluttuazioni quotidiane.

Rcentemente, Ashenden ha fortemente attaccato l'UCI sullo scandalo Armstrong. Ha rivelato infatti i dettagli del passaporto biologico. Emerge così che l'Unione Ciclistica Internazionale non gli ha chiesto di controllare nessun campione di sangue del texano dopo il 30 aprile 2009. Quel campione, rivela Ashenden, non mostrava valori sospetti: tuttavia l'UCI non gli ha inviato altri campioni dopo i risultati sospetti al Tour de France del 2009 e del 2010, né gli ha chiesto analisi ulteriori sui campioni già registrati.

È questo infatti l'aspetto principale su cui insistono i sostenitori del passaporto biologico. I campioni, infatti, vengono conservati, e possono essere nuovamente analizzati anche a distanza di anni. “Affermare pubblicamente che stai conservando i campioni di sangue è uno dei principali deterrenti contro il doping nello sport” ha spiegato un esperto al Times durante gli Australian Open. “Puoi passare il prossimo test, ma è difficile battere un decennio di sviluppo di tecnologia. È come sapere che in un laboratorio, da qualche parte, c'è una bomba a orologeria che prima o poi esploderà”. L'ITF, ha spiegato Stuart Miller, responsabile dei controlli anti-doping, ha una serie di campioni conservati a partire dagli anni Novanta, sui quali, una volta approvata l'introduzione del passaporto biologico, si potrebbero effettuare dei test con le attuali tecnologie per verificare l'eventuale assunzione di EPO o di ormone della crescita.

Ci sono sostanze proibite che non possono essere scoperte adesso, ma potranno esserlo in futuro: il rischio di essere scoperti aumenta. Per questo sarà necessario il passaporto biologico” ha detto Federer a Rotterdam. Lo svizzero ha anche confessato di non essere stato controllato durante gli Australian Open, e non ha nascosto la sua sorpresa. Djokovic, dal canto suo, ha detto di non essere stato sottoposto a controlli sul sangue per sei mesi mentre Nadal, nella conferenza stampa prima del suo rientro a Vina del Mar, ha dichiarato di avere effettuato sei controlli nei sei mesi di inattività.

La questione centrale rimangono le risorse economiche, tanto che Murray ha anche proposto una “tassa” sui prize money dei giocatori per aumentare i fondi da destinare alla WADA. Il budget annuale per i test antidoping nel tennis è di poco inferiore al milione e mezzo di dollari. È tanto ma non abbastanza, considerato che i costi per un singolo campione di sangue possono superare i 1000 dollari.

Un terzo dei fondi è garantito dai quattro tornei dello slam che investono oltre 500 mila dollari. Bill Babock, che rappresenta i major nell'Anti-Doping Forum, si è detto pronto ad aprire i cordoni della borsa. “Se bisogna migliorare, se dobbiamo fare più test durante i tornei e fuori dalle competizioni, facciamoli. Ma è di importanza vitale stabilire come. Dobbiamo investire di più? Dobbiamo rivedere la metodologia? Lo scandalo Armstrong ci ha insegnato che è possibile aggirare i test standard. Per questo abbiamo il dovere di discutere dell'introduzione del passaporto biologico. E siamo felici dell'atteggiamento dei tennisti al riguardo”.

Alessandro Mastroluca

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