20/02/2013 19:48 CEST - Approfondimento

L'importanza di chiamarsi 500

TENNIS - Che senso ha la distinzione tra tornei 500 e tornei 250 quando il campo di partecipazione dipende dalla data, dalla superficie, dalla sede? Questa settimana Cilic, n.12, è testa di serie n.1 al 500 di Memphis. 5 top-10 al 250 di Marsiglia: Berdych, Tsonga, Del Potro, Tipsarevic, Gasquet. Daniele Malafarina

| | condividi
Marin Cilic, testa di serie numero 1 dell'ATP 500 di Memphis
Marin Cilic, testa di serie numero 1 dell'ATP 500 di Memphis

Quando l’ATP cambiò il sistema di classifica ad inizio 2009 l’intento dichiarato era quello di rendere la struttura della classifica maschile immediatamente comprensibile per tutti, anche gli spettatori più occasionali. Il nuovo sistema è facile e immediato. Quattro categorie di tornei (più il masters) identificate dal loro status e dai punti assegnati al vincitore: 2000 per gli slam, 1000 per i master1000, 500 e 250 per gli ATP500 e ATP250 rispettivamente.

In questo modo l’Associazione dei tennisti si sbarazzò di complicati sistemi di assegnazione punti basati su montepremi, tradizione e campo di partecipazione. Tutto più semplice e di facile comprensione. O no?
Perchè se è vero che il valore in termini di punteggio di un torneo è identificabile immediatamente qualcuno dovrebbe spiegare a quegli stessi spettatori occasionali come mai il valore in termini di punti non corrisponde quasi mai al valore in termini di campo di partecipazione.

Com’è possibile che questa settimana sia in corso un ATP500 senza neanche un top ten in tabellone (a Memphis la testa di serie n.1 è Cilic, numero 12 del mondo) mentre in un altro torneo da 250 punti ne sono in campo cinque (a Marsiglia dove sono in campo Berdych, numero 6, Del Potro, 7, Tsonga, 8, Tipsarevic, 9 e Gasquet, 10, peraltro subito eliminato).

La risposta per la verità non è tanto difficile. Se lo scopo dichiarato del nuovo sistema di classifica era la comprensibilità, lo scopo recondito, il vero obiettivo che i dirigenti del tennis mondiale volevano raggiungere (ed hanno raggiunto) era la stabilità. Ovvero un numero inferiore di tornei influenti per la classifica. Di modo che i vertici della classifica restassero immutati più a lungo.

Il sistema funziona. I primi quattro del mondo sono sempre loro, in virtù del fatto che sono i migliori nei tornei che assegnano più punti (senza poi ritornare su questioni quali superifici omologate e stili di gioco omologati). Sistema poi coadiuvato dalla ulteriore regola che impedisce ai top players di contare i punti di più di quattro tornei minori ai fini della classifica, rendendo la partecipazione ad un 250 ancora più inutile in termini di classifica di quanto non fosse già.

Di fatto oggi come oggi i tornei 250 ed i 500 non hanno alcuna rilevanza per i vertici della classifica. L’elite del tennis mondiale si stabilisce in quattordici sedi ben precise in date ben fissate durante l’anno. In quattordici eventi cui sono (quasi) sempre presenti tutti i più forti ed in cui i comprimari possono sperare in un exploit ma non molto di più.

Il risultato è che sebbene i top player abbiano l’obbligo nominale di partecipare ad almeno tre ATP500 durante l’anno (di cui uno dopo l’US Open) i giocatori decidono la partecipazione ai tornei 500 o 250 sulla base di programmazione (ovvero in preparazione degli slam), nazionalità (ovvero partecipando al torneo di casa come Nadal a Barcellona o Djokovic a Belgrado) e (soprattutto) ingaggi rendendo di fatto la distinzione tra le due categorie finanche superflua.

La conseguenza più immediata di questo stato di cose è che tornei minori, anche di grande tradizione, come San Josè, faticano a sopravvivere (il SAP Open lascerà la California dopo 125 anni, dall'anno prossimo si giocherà in Sudamerica) e prosparano soprattutto dove ci sono sponsor facoltosi, indipendentemente dalla presenza di un pubblico disposto ad andare a vederli. Il sistema potrà anche andar bene così ma il numero esiguo di tornei di punta e di nomi di richiamo lo rende inevitabilmente più fragile.

Daniele Malafarina

comments powered by Disqus
QS Sport

Si scaldano le trattative di mercato: Milan e Juventus attivissime, la Roma blinda Florenzi; Thohir dice no all'Atletico Madrid per Icardi e Handanovic. Maxi Lopez è del Chievo, Trezeguet torna al River Plate

Ultimi commenti