22/02/2013 15:16 CEST - Elezioni Coni

Coni Servizi: si dimettono Petrucci e Pagnozzi

CONI - Petrucci e Pagnozzi si sono dimessi dalla CONi Servizi. "Una scelta coerente" hanno detto, "per evitare salti nel buio all'intero sistema". Stamattina Malagò tra gli ospiti del Candido Cannavò Day.

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Giovanni Malagò, neo presidente del Coni, che ha sconfitto Raffaele Pagnozzi (a destra) 40 a 35.  Al centro Gianni Petrucci
Giovanni Malagò, neo presidente del Coni, che ha sconfitto Raffaele Pagnozzi (a destra) 40 a 35. Al centro Gianni Petrucci

Gianni Petrucci e Raffaele Pagnozzi, rispettivamente presidente e amministratore delegato della CONI Servizi, hanno rimesso il mandato nelle mani del ministro dell'Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, quale rappresentante dell'azionista unico della società.

Una decisione "fatta in favore del sistema, che altrimenti sarebbe andato in fibrillazione" ha detto Pagnozzi, sconfitto da Giovanni Malagò nella corsa alla presidenza del CONI. "Ma è anche una dimostrazione di coerenza: io ho sempre sostenuto che le cariche di presidente della Coni Servizi e del Coni devono coincidere''. Una tesi espressa qui sia da Ubaldo Scanagatta sia da Rino Tommasi, che proprio ieri sosteneva che "CONI servizi era stata creata per fare il lavoro sporco, che un ente come il Coni non avebbe potuto fare": tale convivenza, aggiungeva, "poteva funzionare soltanto se la CONI-SERVIZI fosse formata a diretta dalle stesse persone  e con gli stessi criteri dettati dalla Giunta esecutiva del CONI".

"I miei rapporti con Gianni Petrucci sono sempre stati non buoni, ottimi" ha detto Malagò poco prima dell'annuncio delle dimissioni di Petrucci e di Pagnozzi dai vertici della Coni Servizi: ''Ci siamo ritrovati su sponde elettorali diverse da quando mi sono candidato e da quando lui ha sostenuto, secondo me in modo esagerato, la candidatura di Pagnozzi''.

Il problema era stato sottolineato subito dopo l'elezione di Malagò, considerato che la CONi Servizi è, potremmo dire, la cassaforte del CONI. Il Corriere della Sera scriveva: “E’ una realtà difficile da digerire”.  Insomma Malagò appariva un ministro senza portafogli. La prima reazione di Petrucci, grande sponsor di Pagnozzi alla presidenza del Coni, era stata: “Non vedo perché dovrei lasciare”. Il Corsera concludeva il suo articolo scrivendo: “Qualcuno prima o poi, temiamo, glielo spiegherà”.

Le notti post-elezione hanno portato consiglio.

Intanto stamattina il neo-presidente Malagò era tra gli ospiti del Candido Cannavò Day nella sede della Gazzetta dello Sport. "La mia elezione e stata una maratona in salita" ha spiegato. "Siamo partiti a luglio con voti zero. Io ero convinto, avevo visto che c'era terreno fertile, costruendo e seminando settimana dopo settimana. Mi hanno aiutato l'esperienza e la conoscenza delle persone che avrebbero votato. Al momento della candidatura nessuno sapeva chi potessero essere i reali elettori".

"Quando stava a Roma Federica Pellegrini viveva da me, come la Idem" ha aggiunto, parlando di due delle atlete di maggior successo entrate a far parte del suo Circolo Canottieri Aniene, dove gioca anche Flavia Pennetta. "Il formalismo presidente-atleta non deve esistere. Agli atleti dico di chiamarmi Giovanni. L'atleta tira fuori quella serenità fondamentale per tirare fuori le prestazioni quando parla di problemi personali col presidente".

 

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