14/04/2013 19:24 CEST - ATP CASABLANCA

Casablanca riporta in vita Robredo

TENNIS - Lo spagnolo vince un titolo ATP dopo più di due anni superando un troppo poco cinico Anderson in tre set: 76 46 63. Undicesimo successo in carriera per l'ex n.5 del mondo. Riccardo Nuziale

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Tommy Robredo
Tommy Robredo

T. Robredo b. K. Anderson 76(6) 46 63

Sebbene il campione non porti più il nome di Pablo Andujar, il Grand Prix Hassan II - meglio noto come ATP 250 di Casablanca - rimane per il terzo anno di fila terra di conquista spagnola.

Nuovo re marocchino è Tommy Robredo, che è tornato a vincere un torneo ATP dopo più di due anni (Santiago 2011, battuto Giraldo in finale), l'undicesimo della sua carriera, e ha potuto far finalmente suo il trofeo che aveva mancato ben dodici anni fa, alla sua prima finale in assoluto, perdendo contro Guillermo Canas.

Il successo è arrivato in tre set di mediocre spessore qualitativo, ma che hanno ribadito il grande cuore di Robredo, che nonostante sia da tempo l'ombra del n.5 che fu e non sia più un ragazzino (compirà 31 anni fra poco, l'1 maggio), non vuole assolutamente darsi per vinto.

Un risultato ottenuto con l'esperienza e la testa, armi che Kevin Anderson non ha messo in campo, dimostrandosi molto poco cinico e continuo nell'arco dei tre parziali.

Il match ha subito messo in chiaro l'ovvia tattica dei due contendenti, con Anderson intento a chiudere i punti il prima possibile e Robredo, piedi ben oltre la linea di fondo (soprattutto in risposta, dove la ripresa televisiva l'ha perso in più di un'occasione), intenzionato a difendere strenuamente.

E nelle prime battute la tattica vincente è stata quella di Anderson: persi sette dei primi otto punti e di conseguenza sotto 0-1 15-40, sulla prima palla break Robredo è stato bravo a spostare il sudafricano fino all'errore di quest'ultimo, ma sulla seconda Anderson è tornato a prendere l'iniziativa, chiudendo con una comoda volee di dritto.

Nel settimo gioco però ben quattro gratuiti di dritto (tre consecutivi dal 40-30) hanno ristabilito l'equilibrio, senza che Robredo abbia davvero fatto qualcosa.

Si è arrivati così al tie break senza particolari emozioni e occasioni, se si esclude un comodo dritto affossato in rete da Anderson sul 6-5 0-15 che lo avrebbe mandato a due punti dal set.

A spezzare l'equilibrio iniziale nel gioco decisivo è stato un cattivo rimbalzo che ha dato il primo minibreak a favore di Anderson, portatosi sul 4-2. L'ennesimo dritto in rete e una smorzata scriteriata hanno fatto scappare però Robredo sul 6-4 e il sudafricano, pur annullando i due set point, ha concesso la terza possibilità - quella definitiva - con un gratuito di rovescio.

Ma come nel primo set si è visto un Robredo disattento in apertura di parziale: due doppi falli (uno sul 30-40) hanno consegnato il break ad Anderson, che ha poi confermato e, soprattutto, nel sesto gioco ha portato a casa un delicatissimo turno di servizio che lo ha visto sprecare sul 40-30 con un doppio fallo, annullare una palla del controbreak e chiudere alla terza palla utile.

Lo 0-30 non capitalizzato nel nono gioco sembrava il presagio del goal sbagliato-gol subito e dunque del controbreak Robredo, ma Anderson non si è fatto intimidire e ha chiuso al secondo set point.

La legge del servizio è proseguita nel terzo set, con Robredo finalmente in grado di non farsi subire il break in apertura e poi graziato nel quinto gioco da Anderson, che sul 15-40 ha commesso due gratuiti gravissimi (soprattutto il dritto in rete che ha vanificato la prima palla break).

Il sudafricano ha chiuso il festival dei regali (e del servizio) nel gioco successivo: avanti 30-0, ha subito un incredibile passante fatto esplodere da Robredo dai teloni e, sul 30-30, ha prima clamorosamente buttato fuori un dritto nei pressi della rete, poi sigillato il suicidio con un doppio fallo sulla palla break.

Due smash del sudafricano e un doppio fallo dello spagnolo hanno dato le ultime emozioni nel nono gioco per il 15-40, ma Robredo ha saputo recuperare e, con l'ultimo dritto comodo sparato in rete da Anderson, potuto gioire per il ritrovato sapore del successo.

Riccardo Nuziale

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