06/07/2013 22:19 CEST - Wimbledon

"Le jour de gloire est arrivé"

TENNIS - WIMBLEDON. Lisicki finisce in lacrime. Marion trionfa 61 64 e conquista Wimbledon senza perdere un set. E' la terza francese a vincere i Championships, la seconda dopo Suzanne Lenglen a vincere qui il suo primo slam. Da Wimbledon, Alberto Giorni

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Marion Bartoli con il trofeo di Wimbledon
Marion Bartoli con il trofeo di Wimbledon
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Dopo l’ultimo ace, Marion Bartoli si inginocchia per un attimo, incredula, poi corre ad abbracciare Sabine Liscki a rete. Ma la corsa più veloce è quella verso il suo box. Come Pat Cash nel 1987, la francese scala le tribune, inarrestabile, per abbracciare il padre Walter (venuto apposta per la finale), Amelie Mauresmo, Thomas Drouet (ex sparring partner di Tomic), Veso Matjas (rappresentante Lotto) e tutti gli altri.

“Ma quando inizia la finale?”, scherzava alla fine uno spettatore seduto vicino alla tribuna stampa sul Centrale. Il 6-1 6-4 in 1h21’ sarebbe potuto essere ancora più pesante se la francese avesse trasformato uno dei tre matchpoint sul 5-1 nel secondo set.

La Lisicki ha bucato il grande appuntamento: è scesa in campo terrorizzata, sbagliando tutto e partendo con un handicap troppo pesante. Al microfono di Sue Barker, sul campo, la sua voce era rotta dalle lacrime: “Era la mia prima finale Slam, spero di avere un’altra chance...”.

Incontenibile la gioia della Bartoli, che ha sfruttato al massimo un cammino agevole: la testa di serie più alta che ha eliminato nel corso del torneo è stata la numero 17 (la Stephens). Ma sono le avversarie a doversi porre delle domande: non certo lei, che complessivamente non ha perso neanche un set. La applaudono nel Royal Box, tra le altre, Martina Navratilova, Billie Jean King e Martina Hingis: queste due settimane le ricorderà per sempre.

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All’inizio la tensione è alle stelle e si passa da un errore all’altro. La Bartoli cede la battuta nel game d’apertura con un doppio fallo, mentre la tedesca ringrazia per il regalo e ricambia la cortesia subito dopo: doppio fallo sulla palla break e 1-1.

Alla sua prima finale importante, la tedesca è molto più nervosa e non riesce ad esprimersi come nei precedenti match. Invece la francese, dopo la falsa partenza, sfrutta le indecisioni dell’avversaria e mette il turbo.

Con un altro break si porta sul 3-1 e tra un punto e l’altro ci sporgiamo dalla tribuna stampa del Centrale per vederla stringere continuamente il pugnetto rivolta al suo angolo. Un atteggiamento poco simpatico, in particolare dopo gli errori gratuiti dell’avversaria, che fa parte della sua routine: gliel’avevamo visto fare dal vivo anche nel match contro Camila Giorgi.

La Lisicki è in grande difficoltà: sbaglia tutto (diversi dritti escono anche di metri) e il pubblico de Centrale prova a incoraggiarla con lunghi applausi. Che però non sortiscono effetto: la tedesca sull’1-4 annulla una palla break con un ace, ma crolla subito dopo con un dritto in rete.
Un invito a nozze per Marion, che sul 5-1 serve per il primo set e con grande autorità chiude 6-1 in 29 minuti grazie all’ennesimo errore di dritto della tedesca.

La Lisicki esce da campo per schiarirsi le idee, mentre la Bartoli non sta nella pelle e la aspetta in campo provando e riprovando come al solito i suoi movimenti, come un robot. Alla tedesca ha fatto bene la pausa: esordisce con un ace e tiene finalmente bene un turno di battuta, conquistandosi un lungo applauso dei 15mila del Centrale.

E Sabine sembra incisiva anche in risposta: sullo 0-1 si conquista quattro palle break: sulle prime due commette errori evitabili, sulle successive è brava la francese a conquistarsi i punti. E subito dopo la Bartoli non perdona: conquista il break che la porta sul 2-1: la finale è saldamente nelle sue mani.
La tedesca non riesce a entrare in partita. Commette un doppio fallo dopo l’altro e concede un altro break a una lanciatissima Bartoli. Che vola sul 5-1 e prosegue con i suoi pugnetti: il Centre Court incoraggia a più riprese la Lisicki, ma ormai è tardi.   

La tedesca serve per rimanere nel match fronteggia tre matchpoint e li salva con la forza della disperazione (schiaffo al volo, servizio vincente e rovescio in rete della Bartoli). Poi vince il game ed esplode un vigoroso “Come on!”: non si arrende.

Marion serve per il titolo sul 5-2, ma qui le viene un po’ di “braccino”. Commette errori mai visti in precedenza e, per la gioia del pubblico, la tedesca ottiene un break: 5-3. Ora Sabine è più sciolta, non ha niente da perdere e lascia andare il braccio: paradossalmente, doveva camminare sull’orlo del precipizio per liberarsi dalla paura.

Sul 5-4, la Bartoli serve per la seconda volta per il match e stavolta non trema: chiude alla grande con un ace. Le favole, ogni tanto, si avverano.

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Marion Bartoli (FRA) [15] b Sabine Lisicki (GER) [23] 61 64

 

Da Wimbledon, Alberto Giorni

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