15/07/2013 18:01 CEST - TENNIS ITALIANO

Quinzi: battere sul tempo i Fab 4? Impossibile! Ma avvicinarli forse no

TENNIS - Solo Federer ha impiegato 4 anni dal trionfo jr a top-10. Nadal in tre anni dalla semi jr al successo a Parigi un fenomeno inimitabile. Fognini ha più chances di Quinzi…ma leggete! Ubaldo Scanagatta

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Gianluigi Quinzi festeggia la vittoria a Wimbledon (Ray Giubilo)
Gianluigi Quinzi festeggia la vittoria a Wimbledon (Ray Giubilo)

SECONDA PUNTATA

Avevo lasciato il mio precedente articolo con queste ultime righe:

I tempi perché un campione junior salga da tale a top-10 non sono meno di cinque anni. Soltanto Roger Federer… omissis ….quindi la risposta al mio interrogativo nel titolo è….ma qui vi rinvio alla prossima puntata per parlare sia di Roger Federer sia di Gianluigi Quinzi. Sennò che gusto c’è?

E allora riempio quei puntini. Cominciando da Federer. Soltanto Roger è stato capace di entrare tra i primi 10 del mondo nell’arco di quattro anni, nel maggio del 2002, quando gli mancavano 3 mesi al ventunesimo compleanno. E che di Federer non ce ne siano stati tanti (uno solo?) e non sia quindi un modello facile da imitare, mi pare sia indiscutibile.

Ergo, onde rispondere all’interrogativo del titolo del mio precedente pezzo (“Quinzi 1° italiano top-10 in 39 anni: un'illusione crederci?”), io non penso che Quinzi potrà riuscirci entro i 39 anni dal ’78. Ho fiducia però che possa riuscirci se continuerà a circondarsi delle persone giuste come credo farà - tenendosi ben lontani gli “azzeccagarbugli” che cercheranno di salire sul carro del vincitore, di organizzargli esibizioni e passerelle prima del tempo -  a lavorare con la serietà e l’impegno mostrato finora, per il 2018, cioè 40 anni dopo Barazzutti.

Nel 2018 non ci sarà più Binaghi presidente - oddio, le vie del Signore sono infinite - ma potete scommetterci che ci sarà un altro Presidente che comunque si glorierà dei risultati di Quinzi, verrà ricevuto prima dal presidente del Coni e poi magari pure da quello della Repubblica e…gonfierà il petto. Ormai ne ho viste troppe per non sapere che se Quinzi diventasse quello che tutti ci auguriamo, tanti che non c’entrano nulla con i sacrifici suoi e dei genitori, ne meneranno gran vanto. Così è la vita. E non solo in Italia, anche se noi italiani (politici soprattutto, ma non solo) in queste cose (e non solo) siamo più sfacciati di altri.

Se insomma oggi mi domandaste, e qui arrivo a Fognini, se ha più chance di arrivare fra i primi 10 Fognini o Quinzi nei prossimi 3 anni, entro il 2016 insomma, beh, la risposta non può essere che Fognini. Per Quinzi ho già detto che non credo basteranno 4 anni, figurarsi tre. 

Il che non significa che io scommetta su Fognini top-10, sia chiaro. Mi accontenterei di vederlo top 15. Se è arrivato nonostante grandi discontinuità, a n.25, non mi pare che un salto di 10 posti sia impossibile o al di fuori delle sua portata. Certo di devono verificare tante condizioni, ma dal n.10 in poi dell’Atp ranking non mi pare ci siano dei veri fenomeni. Tali da risultare imbattibili per il miglior Fognini. Il problema semmai è il solito (seppur attenuatosi parecchio negli ultimi tempi): quante settimane all’anno Fognini riesce ad essere il miglior Fognini? Tutto lì. Se il numero delle settimane aumentasse, e alcune di quelle coincidessero con un paio di tornei dello Slam, ecco che la grande arrampicata sarebbe fatta.

Ma torniamo a Quinzi, ricordando ancora che il talentuoso Dimitrov è da pochi mesi entrato fra i primi 30 del mondo, ma a cinque anni di distanza dal suo trionfo a Wimbledon junior.

E andiamo a vedere un po’ quanti campioni sono passati dai turni finali di Wimbledon negli ultimi 20 anni. Perché guardo gli ultimi 20 anni anche se ho i tabelloni di tutti i tornei junior dal 1974 – il mio primo Wimbledon da giornalista - e tutte le finali dalla primissima edizione disputata nel 1947 e vinta dal vecchio amico danese (recentemente scomparso) Kurt Nielsen sullo svedese Sven Davidson che ricordo bene  per avergli fatto da raccattapalle sul finire degli anni 50 e perché, con Rosewall, il giocatore prediletto da mio padre Giancarlo?

Beh perché fino all’89 gli Slam per adulti sono stati ancora vinti da junior addirittura diciassettenni: Wilander a Parigi nell’82, Chang sempre a Parigi nell’89, nel mezzo Becker a Wimbledon nell’85 (e poi nell’86). Altre racchette, altri muscoli, davvero altri tempi, se si pensa che oggi un teenager fra i primi 100 del mondo è merce rara. Altro che vincitori degl Slam.

Fino al ’90 aveva perfettamente ragione Rino Tommasi nel dire - vedi il libro “Circoletti Rossi” che potete qui linkare e scaricare - “I tornei junior del Grand Slam hanno perso valore nel giorno in cui Becker ha vinto Wimbledon”.

Rino avrebbe magari potuto dire …”nel giorno in cui Wilander ha vinto il Roland Garros”, ma è stato astuto nel non dirlo, perché nell’82 per l’appunto il torneo junior di Wimbledon era stato vinto da Pat Cash e nell’83 dal suo adorato “pupillo” Stefan Edberg. Insomma i due che con Orantes campione junior sull’erba di Church Road nel ’67, con Borg nel ’72, con Lendl nel ’78 e con Federer nel ’98 sono stati capaci di vincere uno Slam. E solo Borg, Becker, Cash, Edberg e Federer anche quello di Wimbledon.

Invece nei primi due anni in cui Becker vinse il torneo maggiore l’edizione junior di Wimbledon 1985 e 1986 fu vinta da due messicani, Lavalle e Velez, che non hanno certo fatto la storia del tennis, anche se Lavalle è stato un buon doppista negli anni in cui i big avevano già smesso di giocare il doppio.

Poiché si è parlato fin qui soltanto dei vincitori del torneo junior, con 5 top-ten negli ultimi 30 anni (Enqvist n.4, Monfils n.7, Melzer n.8) e 8 top-50 più sette top 100, con 10 che non sono riusciti neppure ad arrivare fra i primi 100, mi sembrerebbe giusto allaragare il discorso anche ai finalisti perché altri top 10 sono stati Ancic (n.7 Atp nel 2006: nel 2000 perse in finale da Mahut, sì il francese del record con Isner: ai due sul campo 18 è dedicata una placca dorata che ricorda la maratona di oltre 11 ore; insomma Ancic ci ha messo 6 anni per passare da quella finale a top ten), Ljubicic (n.3 nel 2006, anche lui!, ma la finale con Voltchkov, best n.25, l’aveva persa 10 anni prima), Kiefer (best n.4 nel 2000 e battuto nel ’95 dal francese Mutis best n.71) e Philippoussis (best n.8 nel ’99 e battuto 5 anni prima, nel 2004  dal desaparecido americano Scott Humpries best n. 260 in una finale che allora io descrissi come “un’esibizione di tiro al piccione”, l’erba era ancora erba, e non terba, mi par di ricordare che ci furono solo 3 punti al di là dei 3 scambi…o forse 4!).

Finalisti junior di un qualche spessore erano stati anche Stoltenberg (best n. 19 battuto dal nostro Nargiso best n.67  nel 1987), Woodbridge best n.19 due anni più tardi (sconfitto dallo svedese Kulti best n.32…che tutti ricordano per essersi mangiato 3 matchpoint sul 2 pari della finale di Davis a Malmoe nel ’96 con Boetsch) e poco altro.

Ma se guardiamo un po’ più indietro nei tabelloni, procedendo a ritroso, vediamo che: nel 2005 vinto da Chardy (best n.25) mentre l’Italia era rappresentata dal solo Arnaboldi best n. 206, c’erano tennisti come Cilic best n.9  e Querrey best n.17 che hanno fatto meglio di Chardy. Nel 2004 vinto da Monfils best n.7, Andy Murray best n.2, testa di serie n.2 perse negli ottavi 75 63 da un coreano, Jun, mai più sentito: ma l’anno dopo Murray avrebbe raggiunto il terzo turno, nel 2006 gli ottavi, nel 2008 i quarti, prima di cinque semifinali consecutive di cui una sfociata in finale e l’altra nella vittoria di pochi giorni fa.

Nel 2003 fra gli junior c’è un ragazzino di 16 anni appena compiuti: si chiama Rafael Nadal Parera (prima il cognome della mamma non mancava mai, poi necessità di marketing lo cancellarono). Battè al primo turno la testa di serie n.2,l’argentino Dabul rimontandogli un set (57 64 62) e arrivò fino in semifinale dopo aver battuto Petzschner ancora in rimonta 26 63 64, ma lì perse dall’algerino Ouahab (di cui ho rivisto un discreto risultato in questi giorni). Nello stesso ottavo di Nadal - che, va ricordato, solo 3 anni dopo a 19 anni avrebbe vinto il primo di 8 Roland Garros - c’era un tal Tomas Berdych..che però trovò modo di perdere (Perdych… ) 86 al terzo dallo svedese Ryderstedt che poi non ha mai combinato nulla di buono. In quel torneo junior uscì al secondo turno Baghdatis e al terzo Tsonga best n.5 nella parte alta del tabellone, da giocatori che poi non hanno fatto nulla (Bayer e Koning). Un gran torneo ricco di talenti quello: eppure n.1 e n.2, vedi le assurdità dei ranking junior, erano un cinese di Taipei Wang Yeu Tzuo (semifinalista l’anno prima: ma sarà stato davvero junior?) e Dabul, che persero entrambi al primo turno.

Dei protagonisti junior del 2001 chi ha fatto poi più strada è stato Robin Soderling: eppure perse al secondo turno da un certo Skupsi. L’unico italiano presente, Brizzi, fece il terzo prima di perdere dal canadese Dancevic. Del 2000 ho già ricordato vincitore e finalista, Mahut e Ancic, ma persero al primo e al secondo turno Tipsarevic e Joakim Johansson, poi top-ten. Del torneo del ’99 sarebbero diventati ben più forti i due semifinalisti argentini Nalbandian e Coria dei finalisti Melzer e Pless. Ma che Andy Roddick best n.1 perdesse già al secondo turno dallo sconosciuto (rimasto tale) Brit Trudgeon fu più una sorpresa che la sconfitta di Fish con Melzer al terzo round. Giocarono con poco profitto anche Nieminen, Johansson, Bennetau e un giovane Ancic.  Mentre di italiani per tre anni non c’è nemmeno l’ombra (non hanno classifica ITF o qualcuno per sua fortuna studia) nel ’98, l’anno di Federer che batte in finale il matto georgiano Labadze, faccio fatica a trovare un nome d’avvenire: Taylor Dent, Olivier Rochus, Saretta? C’era Fernando Gonzalez ma Mano de Piedra perse al primo turno dal croato Grgic. Il match più divertente, ricordo, lo giocarono al primo turno Llodra e Ram, due doppisti tutto serve&volley. Vinse l’israeliano.

Il ’97 è stato l’anno della finale più scarsa, Whitehouse-Elsner, ma forse il più talentuoso era Malisse, con Rochus ancora più piccolo di come sarebbe stato negli anni successivi. Nel’96 Voltchkov (best ranking n.25) batte Ljubicic futuro n.3, ma si fanno abbastanza largo Bracciali (ottavi ma perde dal tedesco Brandt), Massu che va nei quarti come il thailandese Srichapan che qualche anno dopo farà fuori Agassi e diventerà meteorico top-ten (ma poi sposa miss Universo e si distrae…era successa la stessa cosa anche a Raul Ramirez, altra Miss Universo…). Avevamo altri due italiani di belle speranze ma Sciortino cede a uno dei gemelli Bryan, Bob, ancora non consacrato al doppio, e Allgauer al brasiliano Daniel. Qui ci son anche Grosjean (best n.4 atp) e Puerta (futuro finalista al Roland Garros e…assai discusso per essere inciampato nel doping). Scarsissima l’annata del ’93 (quando fra i grandi comincia l’era Sampras) vinta dal rumeno Sabau sul venezolano Szimanski, però ci sono Escudè in semi e Jiri Novak best n.5 nei quarti, e un simpatico ricciolino brasiliano, Guga Kuerten best n.1 battuto al terzo turno proprio da Escudè. Nel ’92 Skoch e Dunn in finale, nel ‘91ecco un bel giocatorino imporsi, Thomas Enqvist  (best n.4 sconfitto l’anno prima da Gaudenzi, campo n.3 del Roland Garros con Scanagatta impressionato dalle spaventose dimensioni dei coscioni di Alberto Tomba che guarda la partita accanto a lui). Enqvist batte in finale colui che diventerà lo sparring partner di Maria Sharapova, Joyce, ma nel torneo ci sono Rusedski best n.4 (stoppato in semifinale), Medvedev best n.4 battuto in ottavi da Carlsen e testa di serie n.1 era il marocchino Alami (che nel ’95 avrebbe battuto Sampras in Qatar diventand lì così famoso che da anni è il direttore dei tornei Qatari). Nessun nome poi davvero famoso nel torneo vinto dall’indiano Paes su Ondruska nel ’90 (India e Sud Africa avrebbe dovuto essere la finale di Coppa Davis nel ’74: ma non si giocò perché Mandela era ancora in carcere e il Sud Africa, che in semifinale aveva battuto l’Italia, praticava l’apartheid così gli indiani si rifiutarono di affrontarlo: è l’unica finale non disputata delle storia). Paes si prese una piccola rivincita.

Nell’89 ci sono discreti giocatori che diventeranno top-ten, Wayne Ferreira perde in semi da Kulti il quale cede a Woodbridge. Per la prima volta vedo Santoro e resto…affascinato. Molto più che da Pescosolido, testa di serie n.4, battuto al primo turno da MacPhie 75 46 62. Nell’88, dove mi fermo perché sono stanco, Pereira che batte Raoux fanno capire che diventeranno soltanto giocatori di mezza tacca, ma nei quarti c’è un tipo segaligno e mancino croato, tal Goran Ivanisevic best n.2 che quando mette dentro la prima non gli si risponde: batte Stark, ma con il russo Cherkasov si ritira quando è sotto 5-7,1-2. Non chiedetemi perchè.

Ma tutta questa ricostruzione che ha divertito più me che voi, sta a significare che vincere il torneo junior a Wimbledon è in linea di massima un gran bel risultato, un ottimo auspicio per una bella carriera - soprattutto se come Quinzi uno lo vince a 17 anni e senza perdere un set come Federer e Dimitrov - però non è affatto detto che chi ha perso prima, anche molto prima, non possa fare più strada di lui.

Le variabili sono tantissime. La salute, il fisico, l’ambiente, la famiglia, l’allenatore, la costanza, la serietà, forse anche la nazionalità. Oggi come oggi, dopo 35 anni anni di scarse soddisfazioni, verrebbe quasi da credere che essere italiani sia un handicap per il tennis. Però, e ciò conforta, Quinzi è un cittadino del mondo. E’ quasi più americano, e recentemente sudamericano, che italiano anche se l’accento è rimasto inconfondibilmente marchigiano. In Italia ci sta quasi il meno possibile. E a parer mio fa proprio bene. Ci pensate se dovesse trovarsi un domani coinvolto in quelle penosissime situazione di Coppa Davis in cui si sono trovati invischiati in vari momenti e Bolelli e Seppi e Fognini e prima di loro Volandri e prima ancora Gaudenzi e Canè e Nargiso? Ragazzi, per emergere da italiano nel mondo del tennis non basta un gran servizio (che gli italiani peraltro non hano più avuto dai tempi di Panatta, perchè forse non lo sappiamo insegnare,m diciamocelo), un gran dritto (ce l’avrebbero Bolelli e Fognini), un gran rovescio (Volandri, ma anche Gaudenzi), una gran volee (di nuovo si torna a Panatta). Ci vuole una grande robustissima corazza. Io credo che Quinzi ce l’abbia e che fra i top-ten ci arriverà. Ma non prima di cinque anni. I Nadal che a 19 anni vincono gli Slam non spuntano più. Anche Djokovic, nel 2008 in Australia, aveva già quasi 21 anni. E Federer a Wimbledon ne aveva quasi 22 nel 2003. Perché Quinzi dovrebbe arrivare prima di loro?

Ubaldo Scanagatta

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