14/01/2014 21:29 CEST - AUSTRALIAN OPEN - LAVAGNA TATTICA

Australian Open 2014, Day 2: (s)punti tecnici del giorno

TENNIS - Oggi diamo un occhio di riguardo agli italiani: analizziamo il rovescio di Filippo Volandri e la chiave nella vittoria di Andreas Seppi. lucabaldi

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Andreas Seppi esulta dopo la vittoria su Lleyton Hewitt agli Australian Open 2014 (foto di John Toscano)
Andreas Seppi esulta dopo la vittoria su Lleyton Hewitt agli Australian Open 2014 (foto di John Toscano)

Il “garbage time” di James e Roger

Negli sport americani, quando il risultato non è più in discussione e mancano pochi minuti alla fine della partita, solitamente gli allenatori di entrambe le squadre mandano in campo riserve e panchinari a fare esperienza: quei pochi minuti vengono efficacemente definiti “garbage time”, il “momento della spazzatura”. Nel tennis, ovviamente, questo non è possibile, ma le fasi di gioco di un match virtualmente chiuso, interpretate a braccio e mente liberi, possono essere molto divertenti.
Sul punteggio di due set a zero, 4-1 e servizio per Roger Federer contro l'australiano James Duckworth, i tennisti piazzano due game consecutivi giocati così: Roger slice a uscire e volée di dritto, poi kick esterno e volée in allungo di rovescio, ace, ace. Poi James ace, servizio e dritto vincente, ace, servizio e volée smorzata alta, con finta, di dritto. Otto vincenti di fila, perfezione. Edberg, in tribuna, annuisce in silenzio, pensando “beh, bravini, ma lo facevamo io e Boris già venticinque anni fa, e per tutta la partita”.

Il rovescio di Filippo

Ogni volta che vedo giocare Volandri rimpiango e maledico i venti-trenta chilometri all'ora che mancano al suo servizio, e la spinta, così come i giri di top-spin, che mancano al suo dritto. Perchè il livornese ha il rovescio coperto a una mano più bello degli ultimi dieci anni di tennis, punto. Sì, certo, Gasquet, Wawrinka, Almagro, Youzhny, eccetera: può essere che siano più potenti, più efficaci, ma la fluidità di “Filo” è qualcosa che non si vedeva dai tempi proprio di Stefan Edberg. Dal vivo, la prima cosa che si nota è il suono dell'impatto: tra lo sweet-spot sempre perfettamente centrato, e le corde tirate a pochissimi chili, la palla non schiocca, ma sibila, un fruscio leggero al rilascio del finale, una carezza silenziosa che produce missili appena appena liftati, che siano incrociati stretti, lungolinea, o a uscire dal centro. Una spettacolo di coordinazione e timing. Contro Jo-Wilfried Tsonga, la differenza di pesantezza di palla era troppa per Volandri, sconfitto in tre set. Ma i rovesci che ha esibito... uno per tutti: terzo set, 4-2 Tsonga, l'italiano serve centrale da destra, Jo anticipa la risposta di rovescio inside-in, profondissima. Filippo, completamente sbilanciato all'indietro, senza appoggi, gamba destra sollevata da terra, lascia andare il braccio. Per compensare l'impossibilità di trasferire il peso in avanti, distende il finale del rovescio in verticale andando oltre la testa e chiudendo l'ovalizzazione addirittura verso sinistra, praticamente quello che fa Nadal di dritto, un “reverse backhand” che biomeccanicamente non potrebbe esistere. Risultato: lungolinea vincente nel sette. Favola.

La flemma di Andreas

L'attitudine mentale con cui si affronta un match di tennis, a mio avviso, rientra a pieno titolo tra le capacità tecniche, arrivando anche a superare come importanza gli aspetti che riguardano strettamente l'esecuzione dei colpi e le scelte tattiche. Ebbene, Andreas Seppi è assolutamente unico. Zero emotività apparente, concentrato, freddo come un rettile, calmissimo, ordinato. Ha una tranquillità talmente esibita da divenire contagiosa: non si riesce a esprimere rabbia agonistica giocando contro di lui, nemmeno da avversario. Oggi è riuscito a zittire semplicemente con il suo atteggiamento incredibilmente “zen” perfino il rumoroso pubblico australiano, e a disinnescare l'esaltazione nella rimonta da parte di Lleyton Hewitt, un tipetto che della carica nervosa fa una delle armi migliori, a casa sua per di più. Si arriva alla stretta finale, situazione disperata, 5-4 sotto al quinto, dopo 4 ore e rotti di lotta nel calore di un forno, e dopo essere stato sopra due set a zero, 30-40, match point Hewitt. Che si fa? Con la calma di un impiegato delle poste in un paese di campagna che timbra una pratica, Andreas spara nell'ordine: ace esterno, prima e dritto vincente, altro ace esterno. 5 pari, mezzo pugnetto mezzo, quasi timido. Due game dopo, serve per il match: sempre con l'aria di uno che passa di lì per caso, molla tre prime vincenti e servizio-dritto a chiudere. Alza le braccia al cielo per tre secondi, sorride, e va in doccia. Disarmante, ancor più che ammirevole.

One-handed backhand appreciation corner

Il leggendario plotone di Eroi combatte a viso aperto, con alterni risultati. Ci lasciano oggi Igor Sijsling, Frank Dancevic,  Michael Llodra, Philipp Kohlschreiber (ritiro all'ultimo momento, sostituito dal lucky loser poi vittorioso Stephane Robert, purtroppo bimane),  Horacio Zeballos, Filippo Volandri, Julian Reister, Daniel Brands (16-14 al quinto con match-point sprecati, accidenti a lui e al rovescio a due mani di Gilles Simon) e Sergiy Stakhovsky tra gli uomini, Francesca Schiavone e Lourdes Dominguez Lino tra le donne. È durissima, ragazzi.

Avanzano però gloriosamente al secondo turno Dusan Lajovic, Victor Hanescu, Grigor Dimitrov, Michael Berrer, Feliciano Lopez, Michal Przysiezny e Roger Federer che si uniscono a Kenny De Schepper, Dominic Thiem,  Guillermo Garcia-Lopez,  Mikhail Youzhny,  Stanislas Wawrinka, Tommy Robredo, Richard Gasquet e Leonardo Mayer nel tabellone maschile, e la mitica Carla Suarez Navarro che rimane l'unica monomane in quello femminile. Una su 64: siamo con te, Carlita. Sopravvivi e porta alta la nostra bandiera (impugnando l'asta con una mano, presa eastern classica, obviously).

Bilancio odierno per la One-Handed Band, 11 sconfitte, 8 vittorie. Si rimane con 16 effettivi dopo il primo turno, su 128 giocatori/giocatrici nei due tabelloni. Il 12,5%. I panda giganti, le tigri albine e le foche monache stanno messi meglio nella lotta per evitare l'estinzione. Ma come sempre, l'importante è continuare a resistere, domani è un altro giorno.

 

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(S)punti tecnici del giorno - day 1

lucabaldi

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