24/02/2014 CEST - COMPLEANNI

Tommasi compie 80 anni Tanti auguri Rino!

TENNIS - Rino Tommasi oggi compie gli anni.  Ottant'anni caratterizzati dall'amore per lo sport, che Rino ha vissuto nei molteplici ruoli di atleta, organizzatore, dirigente e soprattutto "narratore". La redazione di Ubitennis gli fa i suoi più cari auguri, sicura che i lettori vorranno unirsi al coro

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Rino Tommasi e Ubaldo Scanagatta (foto Luca Petruzzi)
Rino Tommasi e Ubaldo Scanagatta (foto Luca Petruzzi)

Ci sono dei personaggi talmente straordinari che riescono ad attraversare il confine del loro ambito professionale e a diventare qualcosa di diverso.

È abbastanza frequente che avvenga con gli attori e con i cantanti. Sovente e sempre più spesso capita anche con gli sportivi, per cui io posso dire a mia nonna novantacinquenne “Agassi” o “Becker”… o “Federer”, “Nadal”, “Williams” e pochi altri, e lei, che pure non hai mai guardato una partita di tennis in vita sua, sa esattamente di chi sto parlando.

È raro che avvenga con i giornalisti, rarissimo con i giornalisti sportivi, e quasi impossibile che capiti a quelli che non si occupano di calcio.

Ma è capitato a Rino Tommasi.

Sgombriamo il campo: Rino non è Leonardo di Caprio, non è Lady Gaga e non è nemmeno Federer o Nadal, ma quando a dodici anni confessai a un mio compagno delle medie che volevo diventare giornalista sportivo, lui – un po’ canzonatorio, devo ammetterlo – mi disse: “Come chi? Rino Tommasi?”. Inutile dire che il mio amico non seguiva il tennis e men che meno la boxe, ma Rino era ben più e oltre di una voce o una penna che si occupava di uno sport volgarmente detto “secondario”. Era l’archetipo del giornalista sportivo, il giornalista sportivo per antonomasia, modello da imitare per deontologia, precisione, correttezza, affidabilità, serietà, e chi più ne ha più ne metta. Ed era un computer quando i computer ancora non c’erano – si fa per dire –, un mostro quando si trattava di ricordare punteggi o aneddoti, o elaborare statistiche, tanto che questa sua capacità fu persino oggetto delle imitazioni – non una cosa che capita a tutti i giornalisti, men che meno sportivi – che Maurizio Crozza fece di lui a “Quelli che il calcio” ormai una decina di anni fa. 

Rino è nato il 23 Febbraio del 1934 a Verona – da qui in poi mi baso su quanto dice Wikipedia –,  si è laureato in Scienze Politiche e dal 1959 al 1970 è stato il più giovane (e primo in Italia) organizzatore pugilistico del mondo. Dopo aver vinto 4 titoli universitari di tennis, è stato presidente del Comitato Regionale Lazio della FIT, quindi membro della Commissione Tecnica nel 1986. Ha iniziato la sua carriera giornalistica a 19 anni nell'agenzia Sportinformazioni, ma già cinque anni addietro, sull'edizione marchigiana de Il Messaggero, era comparso il suo primo articolo. Successivamente ha lavorato per Tuttosport sino a quando, nel 1965, ha iniziato una lunga collaborazione con la Gazzetta dello sport che si è conclusa qualche tempo fa. Ha collaborato anche con La Repubblica, il Gazzettino di Venezia e Il Mattino di Napoli, oltre ad essere ancora, naturalmente, una penna apprezzatissima di Ubitennis. Nel 1981 è diventato il primo direttore dei servizi sportivi di Canale 5 e dieci anni dopo il primo direttore dei servizi sportivi di Telepiù. Ha commentato i principali avvenimenti tennistici e boxistici per le reti sopra citate, oltre a Tv Capodistria e Sky, con la quale ha collaborato fino al 2010. Quasi dimenticavo che per due volte, nel 1982 e nel 1991, ha vinto il premio Tennis Writer of the Year, assegnato dall'ATP.

Parlare di Rino per chi ha più di trent’anni e ama il tennis rischia di far superare un altro confine, quello in cui si parla di sé. L’ho già fatto, me ne rendo conto, eppure sono convinto che anche tanti lettori – compresi quelli che non hanno mai desiderato diventare giornalisti sportivi – associno a lui (e a Gianni Clerici, al nostro direttore e al compianto Roberto Lombardi) la passione che provano per lo stesso tennis. Rino ha raccontato talmente bene questo sport da farcene innamorare, e non non è retorico dire che nessuno riuscirà più a raccontarcelo nello stesso modo. Forse perché oggi c’è internet, e tutte le informazioni e statistiche possibili e immaginabili sono a portata di click. Forse perché non abbiamo più quindici o vent’anni. Forse perché è impossibile innamorarsi due volte dello stesso sport (o di qualsiasi altra cosa). Ma forse perché – permettetemi di chiudere con una frase da stadio come Rino la detesterebbe – non ci sarà mai un altro Rino Tommasi. 

Tanti auguri Rino. E grazie, di tutto. 

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