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Editoriali del Direttore

Sette italiani al secondo turno ma ci manca tanto la Schiavone

Bandiera del tennis azzurro per anni Francesca Schiavone che esce dalle top-100 è la notizia più triste. Che fine hanno fatto le giovani promesse. Verso il record dei ritiri. Ma c'è una ragione

Last updated: 02/09/2015 15:13
By Ubaldo Scanagatta Published 02/09/2015
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7 Min Read


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Per molti anni, in quindici anni di gloriosa carriera che l’hanno vista trionfare nell’unico Slam conquistato da un tennista italiano in 39 anni, Francesca Schiavone si era ritrovata ad essere l’ultima azzurra in gara. Non so più quante volte, ma sono state tante. D’altra parte ha anche giocato 61 Slam di fila, mica uno e se è stata anche n.4 del mondo per 15 anni, dall’11 settembre 2000, Francesca è stata ininterrottamente sempre fra le prime 100 del mondo. Da dove uscirà per la prima volta lunedì 14 settembre e quel giorno saranno 783 settimane. Solo 9 tenniste sono state più a lungo di lei in quell’elite, con Martina Navratilova indiscussa ed imbattibile leader grazie alle sue 1000 settimane.

Ma il tempo passa per tutti. Con l’età che non perdona, i 35 anni compiuti, arrivano anche gli acciacchi, di ogni genere. L’ultimo alla spalla comparso chissà come.

Così Francesca non è stata in grado di difendersi ad armi pari con Yanina Wickmaeyer, belga che prometteva di diventare forte e che invece stava soltanto tre posti nel ranking davanti a Francesca (92 contro 95), e così la “leonessa ferita” ha raccolto soltanto 4 games in 65 minuti scarsi e, ironia di un destino cinio e baro, proprio a lei è toccata la nemesi di esser l’unica delle sei azzurre in tabellone a uscire di scena al primo turno.

Proprio lei che per cinque lustri è sempre stata una delle nostre giocatrici di punta, ancor prima di vincere al Roland Garros nel 2010 e di riconquistare la finale nel 2011. Lei che qui all’US Open aveva collezionato due quarti di finale e quattro ottavi, e che i quarti aveva raggiunto in tutti gli Slam almeno una volta, prima di quei due storici traguardi al Roland Garros. Se non conquista qualche punto prima dell’Australian Open Francesca rischia di doevr chiedere una wild card per pareggiare il conto degl Slam consecutivi con la giapponese Ai Sugiyama.

Il bilancio azzurro post primo turno è di 7 promozioni al secondo – due uomini e cinque ragazzi – e di quattro k.o.

I promossi sono Seppi e Fognini, le promosse Vinci da lunedì, Pennetta, Knapp,Giorgi e Errani da martedì. I bocciati Bolelli e Cecchinato lunedì, Lorenzi e appunto la Schiavone martedì.

Anche l’anno scorso passarono in 7 al vaglio del primo round: Seppi, Bolelli, Lorenzi, Fognini e Vinci, Errani e Pennetta (con le ultime due che andarono più avanti di tutte, fino ai quarti), e al via erano stati 10 e non 11 come quest’anno.

Nel 2013 andò peggio: i promossi furono soltanto cinque, Giorgi, Knapp, Vinci, Pennetta e un solo rappresentante del tennis maschile, Seppi. La Pennetta che centrò la semifinale salvò tutti, ma la Vinci nei quarti – come l’anno prima – non demeritò davvero

Nel 2012 aprodarono invece al secondo turno, e sempre su 10, solo in 4: Cipolla, Fognini, Vinci ed Errani. E fu l’Errani, centrando la semifinale, la salvatrice della patria.

Adesso se le classifiche si facessero rispettare dei 7 italiani superstiti 5 gioheranno con i favori del pronostico, perchè solo la Giorgi n.36 con la Lisicki n.24 e la Knapp n.34 contro la Kerber n.11, affrontano avversari di miglior ranking.

Ma insomma il tennis femminile in questo torneo ci ha fatto assistere fin dal primo turno a ben 9 eliminazioni di teste di serie su 31 (la Sharapova non conta, si è ritirata) e con Maria mancano all’appello 5 top-ten, cioè la Safarova n.6, la Ivanovic n.7, la Pliskova n.8, la Suarez Navarro n.10, quindi perchè non potrebbero cadere anche le due tedesche Kerber e Lisicki contro due italiane cui non manca né potenza né talento, né personalità?

Insomma, sognando l’enplein di 7 vittorie su 7 incontri, anche se la Vinci con la Allertova non ha la vittoria assicurata come la Pennetta con la Niculescu (ci ha giocato due volte e le ha lasciato in tutto tre games… un motivo ci sarà, anche se sono passati cinque anni da allora e la rumena che a Wimbledon 2010 con Flavia fu dominata quest’anno sugli stessi prati ha raggiunto quarto turno e mi ha detto “Il cemento è la superficie sulla quale ho fatto i migliori risultati nonostante quel che la gente dice sul mio dritto!”), beh si può essere piuttosto ottimisti.

Se nella prima giornata dell’US open è successo un po’ di tutto, nella seconda è successo molto meno, anche se credo che come sito abbiamo riferito un po’ di tutto e di più. Compreso il fatto che tutti i giovani di belle speranze, i vari Coric, Rublev, Zverev, Kokkinakis, Kyrgios, Tiafoe, Paul, tranne il giapponese Yoshihito Nishioka vittorioso su Mathieu, sono stati respinti con perdite, e ivi compresa la massa di ritiri – già 10 quando il record è 11 – ascrivibili solo in minima parte al caldo umido di queste giornate, e in gran parte ai 39.500 dollari spettanti agli sconfitti al primo turno (circa 35.000 euro) che fanno sì che anche gli zoppi e i moribondi scendano comunque in campo con le stampelle per non rinunciare ad un assegno che equivale a quello di chi arriva in finale ad un torneo Atp 250 come Umago o Chennai.

Mi aspettavo qualcosa di più da Kyrgios contro Murray. Kyrgios è stato straordinario soltanto quando in conferenza stampa post match ha detto: “Non capisco proprio da dove nasca questa storia che io e Tomic abbiamo una cattiva reputazione”.

Non sarà mica un problema di educazione?


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