I tornei della settimana: Pechino e Tokyo, l'ora delle capitali

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I tornei della settimana: Pechino e Tokyo, l’ora delle capitali

Il carrozzone del tennis professionistico si sposta nelle città più importanti e ricche di fascino dell’estremo oriente. Si cercano i successori di Djokovic, Nishikori e Sharapova

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Ancora Oriente. I due circuiti principali proseguono spediti il mini-tour asiatico e la prossima settimana metteranno in calendario tre prove di grande interesse. Le donne giocano solo nel combined di Pechino mentre gli uomini saranno di scena anche a Tokyo.

ATP PECHINO – Nell’impianto che ospitò i giochi olimpici del 2008 si disputa l’edizione numero 17 del China Open. In realtà il torneo ha vissuto due fasi ben distinte, divise tra loro da una pausa durata sei anni. Michael Chang è l’indiscusso dominatore della prima con tre titoli consecutivi conseguiti sempre partendo con la testa di serie n°1. Quella del 1996 tra Rusedski e Damm è stata l’unica finale che non vedeva in campo teste di serie.
Nel secondo periodo invece (2004-2014) ci sono stati dapprima cinque campioni (e altrettanti finalisti) diversi e, successivamente, un solo padrone: Novak Djokovic. L’attuale leader del ranking ATP ha alzato cinque volte il trofeo cinese ed è imbattuto a Pechino a livello ATP con un record di 24 vittorie; l’unica sconfitta la subì nella semifinale dei giochi olimpici del 2008 contro Nadal, torneo in cui il serbo si aggiudicò la medaglia di bronzo.
Due volte la testa di serie n°1 ha perso al debutto nel torneo; Carlos Moya nel 2004 e il connazionale David Ferrer nel 2008.
Nel 2006 il torneo è stato il primo, fuori dagli Stati Uniti, ad utilizzare l’occhio di falco.

Così l’anno scorso – La “manita” di Nole arriva puntuale e senza troppi affanni. Il serbo sorvola Pechino come aveva fatto le ultime quattro volte e non lascia agli avversari nemmeno un set. In termini di punteggio è Vasek Pospisil, al secondo turno, ad impegnarlo di più: 6-3 7-5 lo score con cui il canadese si inchina al campione in carica. Per tutti gli altri sono lezioni piuttosto severe, anche considerato il valore degli stessi: Dimitrov nei quarti rimedia sei giochi, Murray in semifinale uno in più mentre il finalista Berdych viene travolto 6-0 6-2.
Il ceco, terza scelta del seeding e sorteggiato nella parte bassa, si aggiudica dunque il torneo degli umani e lo fa con autorità, giungendo in finale con un record di 8-0 nei set e 48-20 nei games. Delude, in quella porzione di tabellone, Rafa Nadal (2), sconfitto dal qualificato Martin Klizan in tre partite (6-7 6-4 6-3). In precedenza lo slovacco aveva beneficiato del ritiro di Gulbis (7) quando però si trovava già in vantaggio per 6-2 3-0. Niente sorprese invece in alto con i quattro favoriti nei quarti e il successo contro pronostico di Murray (6) sul vincitore degli US Open Cilic (4). Due gli italiani in gara, Fognini e Seppi, subito eliminati rispettivamente da Gulbis e Robredo.

ALBO D’ORO

1993 Michael Chang b. Greg Rusedski 7-6 6-7 6-4
1994 Michael Chang b. Anders Jarryd 7-5 7-5
1995 Michael Chang b.Renzo Furlan 7-5 6-3
1996 Greg Rusedski b.Martin Damm 7-6 6-4
1997 Jim Courier b. Magnus Gustafsson 7-6 3-6 6-3

2004 Marat Safin b. Mikhail Youzhny 7-6 7-5
2005 Rafael Nadal b. Guillermo Coria 5-7 6-1 6-2
2006 Marcos Baghdatis b. Mario Ancic 6-4 6-0
2007 Fernando Gonzalez b.Tommy Robredo 6-1 3-6 6-1
2008 Andy Roddick b. Dudi Sela 6-4 6-7 6-3
2009 Novak Djokovic b. Marin Cilic 6-2 7-6
2010 Novak Djokovic-David Ferrer 6-2 6-4
2011 Tomas Berdych b.Marin Cilic 3-6 6-4 6-1
2012 Novak Djokovic b. Jo-Wilfried Tsonga 7-6 6-2
2013 Novak Djokovic b. Rafael Nadal 6-3 6-4
2014 Novak Djokovic b. Tomas Berdych 6-0 6-2

ATP TOKYO – Il più “anziano” tra i tornei asiatici spegne quest’anno le 44 candeline e lo farà nel colossale impianto dell’Ariake Coliseum. Il Rakuten Japan Open vanta un albo d’oro di tutto rispetto con diversi campioni che sono stati anche vincitori di major. Il detentore del maggior numero di titoli è Stefan Edberg, che ha vinto quattro delle cinque finali consecutive disputate nella metropoli nipponica, seguito da Pete Sampras con 3 trofei.
Dal 1994 nessuno è più riuscito a confermarsi campione; l’unico ad andarci vicino è stato Nadal, campione nel 2010 e sconfitto in finale l’anno dopo. Sfortunato invece Milos Raonic, finalista delle ultime tre edizioni e sempre battuto.
In quattro occasioni la testa di serie n°1 ha perso al debutto: Ashe nel 1974, Rafter nel 1998, Del Potro nel 2009 e Wawrinka dodici mesi fa.

Così l’anno scorso – Più che dimezzata la truppa dei favoriti fin dal turno iniziale, il Rakuten 2014 si è concluso in gloria per i tifosi locali. Per la seconda volta in tre anni Kei Nishikori è profeta in patria e vanifica il terzo assalto consecutivo al titolo da parte del bombardiere canadese Raonic.
Ma il primo nipponico a meritare una citazione è senza dubbio Tatsuma Ito, che sfrutta a dovere la wild-card concessagli dagli organizzatori ed estromette uno spento Wawrinka (1) in due set: 7-5 6-2. Ito però fallisce la classica prova del nove cedendo al secondo turno al tedesco Benjamin Becker, bravo a spingersi poi fino alle semifinali. Altre quattro “teste” cadono all’esordio; nobile quella di Ferrer (2), battuto in rimonta dal connazionale Granollers, un po’ meno quelle di Tsonga (5), Bautista Agut (6) e Dolgopolov (8), eliminati rispettivamente da Przysiezny, Simon e Sock.
Così, con queste premesse, normale che nei quarti rimangano solo due favoriti: Nishikori (4) nella metà alta e Raonic (3) in quella inferiore. Detto di Becker, l’altro semifinalista è Gilles Simon, implacabile nei tie-break che lo tengono in vita sia contro Bautista Agut che contro il volitivo lussemburghese Gilles Muller. Il francese però non può nulla contro la potenza di Milos, che ritrova Nishikori in finale due anni dopo averci perso in tre set (6-0 al terzo).
L’ultimo atto è incerto fino alla fine e Nishikori ci arriva col fiato corto a causa delle due intense settimane che l’hanno preceduto (il giapponese infatti viene dalla vittoria di Kuala Lumpur). Kei si aggiudica il segmento iniziale al tie-break ma quando cede il secondo per 6-4 sembra proprio che la stanchezza debba prendere il sopravvento. Nishikori però non vuole deludere i suoi tifosi e trova l’energia per prevalere e tornare sul podio del torneo di casa.

ALBO D’ORO

1972 Toshiro Sakai b. Jun Kuki 6-3 6-3
1973 Ken Rosewall b. John Newcombe 6-1 6-4
1974 Rod Laver b. Juan Gisbert 5-7 6-2 6-0
1975 Raul Ramirez b. Manuel Orantes 6-2 5-7 6-3
1976 Roscoe Tanner b. Corrado Barazzutti 6-3 6-2
1977 Manuel Orantes b. Kim Warwick 6-2 6-1
1978 Adriano Panatta b. Pat Dupre 6-3 6-3
1979 Terry Moor b. Pat Dupre 3-6 7-6 6-2
1980 Ivan Lendl b. Eliot Teltscher 3-6 6-4 6-0
1981 Balasz Taroczy b. Eliot Teltscher 6-3 1-6 7-6
1982 Jimmy Arias b. Dominique Bedel 6-2 2-6 6-4
1983 Eliot Teltscher b. Andres Gomez 7-5 3-6 6-1
1984 David Pate b. Terry Moore 6-3 7-5
1985 Scott Davis b. Jimmy Arias 6-1 7-6
1986 Ramesh Krishnan b. Johan Carlsson 6-1 6-3
1987 Stefan Edberg b. David Pate 7-6 6-4
1988 John McEnroe b. Stefan Edberg 6-2 6-2
1989 Stefan Edberg b. Ivan Lendl 6-3 2-6 6-4
1990 Stefan Edberg b. Aaron Krickstein 6-4 7-5
1991 Stefan Edberg b. Ivan Lendl 6-1 7-5 6-0
1992 Jim Courier b. Richard Krajicek 6-4 6-4 7-6
1993 Pete Sampras b. Brad Gilbert 6-2 6-2 6-2
1994 Pete Sampras b. Michael Chang 6-4 6-2
1995 Jim Courier b.Andre Agassi 6-4 6-3
1996 Pete Sampras b. Richey Reneberg 6-4 7-5
1997 Richard Krajicek b. Lionel Roux 6-2 3-6 6-1
1998 Andrei Pavel b. Byron Black 6-3 6-4
1999 Nicolas Kiefer b. Wayne Ferreira 7-6 7-5
2000 Sjeng Schalken b. Nicolas Lapentti 6-4 3-6 6-1
2001 Lleyton Hewitt b. Michel Kratochvil 6-4 6-2
2002 Kenneth Carlsen b. Magnus Norman 7-6 6-3
2003 Rainer Schuettler b. Sebastien Grosjean 7-6 6-2
2004 Jiri Novak b.Taylor Dent 5-7 6-1 6-3
2005 Wesley Moodie b. Mario Ancic 1-6 7-6 6-4
2006 Roger Federer b. Tim Henman 6-3 6-3
2007 David Ferrer b. Richard Gasquet 6-1 6-2
2008 Tomas Berdych b.Juan Martin Del Potro 6-1 6-4
2009 Jo-Wilfried Tsonga b. Mikhail Youzhny 6-3 6-3
2010 Rafael Nadal b. Gael Monfils 6-1 7-5
2011 Andy Murray b. Rafael Nadal 3-6 6-2 6-0
2012 Kei Nishikori b. Milos Raonic 7-6 3-6 6-0
2013 Juan Martin Del Potro b. Milos Raonic 7-6 7-5
2014 Kei Nishikori b. Milos Raonic 7-6 4-6 6-4

WTA PECHINO – Il quarto e ultimo Premier Mandatory stagionale si svolge all’Olympic Green Tennis Center, così denominato dal 2008 quando ospitò il torneo olimpico di tennis; in precedenza il torneo si disputava al Pechino Tennis Center. Lo splendido complesso si sviluppa attorno al magnifico Diamond Court, dall’architettura suggestiva. Anche se la prima edizione risale al 2004 (anno in cui il torneo venne promosso a Tier II), l’antenato dell’attuale torneo è originario di Shanghai dove vennero disputate tre edizioni dal 1994 al 1996 e altre quattro dal 2000 al 2003.
Svetlana Kuznetsova e Serena Williams sono le uniche giocatrici ad aver vinto due volte il titolo; la russa ha anche perso due finali, come la serba Jelena Jankovic (vincitrice nel 2008). La Russia ha messo una sua rappresentante in finale dieci volte su quindici e in cinque occasioni ha portato a casa il titolo. Da quando si gioca a Pechino l’unica non testa di serie ad aver giocato (e vinto) la finale è Maria Kirilenko (2005).

Così l’anno scorso – Sedici delle prime diciotto al mondo e nove delle prime dieci; un seeding eccellente per il più importante torneo tra gli US Open e le WTA Finals di Singapore. Ci sono le due Williams ma si ritireranno entrambe prima di scendere in campo; Venus negli ottavi contro la Kvitova, Serena nei quarti contro Sam Stosur. Sempre nei quarti il torneo perde, sempre per forfait, la seconda favorita Simona Halep, che dà via libera alla Ivanovic.
Anche in assenza delle prime due teste di serie, Pechino offre comunque semifinali di grande spessore ma la sola combattuta è quella tra Kvitova e Stosur, che la ceca si aggiudica dopo aver ceduto il set centrale; nettissimo invece il 6-0 6-4 con cui Maria Sharapova liquida la serba Ivanovic.
Equilibrata la finale. Nei sei precedenti, Sharapova e Kvitova si erano affrontate una sola volta nel match conclusivo di un torneo (Wimbledon 2011, vinse Petra 6-3 6-4) ma la russa aveva vinto le ultime quattro sfide. Cinque, al termine del China Open, con Masha che aggiungeva un’altra prestigiosa vittoria al terzo set al suo lungo palmares. Titolo n°33 in carriera per la siberiana, che qualche settimana più tardi avrebbe perso dalla Kvitova nelle finali WTA a Singapore.
Cinque le italiane in tabellone e bilancio più agro che dolce. Tre eliminazioni al primo turno (Giorgi, Schiavone e Errani, dolorosa quest’ultima sconfitta dalla giapponese Nara) e una al secondo (Pennetta, sconfitta dalla Suarez Navarro dopo aver battuto la McHale). Ottimo invece il cammino di Roberta Vinci, approdata ai quarti di finale a spese di Shvedova, Radwanska (5) e Makarova (12) e battuta solo dalla Kvitova in due partite combattute (7-6 6-4).

ALBO D’ORO

2000 Megan Shaughnessy b. Iroda Tulyaganova 7-6 7-5
2001 Monica Seles b. Nicole Pratt 6-2 6-3
2002 Anna Smashnova b. Anna Kournikova 6-2 6-3
2003 Elena Dementieva b. Chanda Rubin 6-3 7-6
2004 Serena Williams b. Svetlana Kuznetsova 4-6 7-5 6-4
2005 Maria Kirilenko b. Anna Lena Gronefeld 6-3 6-4
2006 Svetlana Kuznetsova b. Amelie Mauresmo 6-4 6-0
2007 Agnes Szavay b. Jelena Jankovic 6-7 7-5 6-2
2008 Jelena Jankovic b. Svetlana Kuznetsova 6-3 6-2
2009 Svetlana Kuznetsova b. Agnieszka Radwanska 6-2 6-4
2010 Caroline Wozniacki b. Vera Zvonareva 6-3 3-6 6-3
2011 Agnieszka Radwanska b. Andrea Petkovic 7-5 0-6 6-4
2012 Victoria Azarenka b. Maria Sharapova 6-3 6-1
2013 Serena Williams b. Jelena Jankovic 6-2 6-2
2014 Maria Sharapova b. Petra Kvitova 6-4 2-6 6-3

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