Intervistato da ABC.es, Rafael Nadal ha parlato della sua nuova campagna pubblicitaria, che lo vedrà posare senza veli: “Non mi è pesato molto posare senza molta roba. L’ho fatto per una compagnia con la quale ho rapporti da anni, per me è una grande soddisfazione. Mi piace sapere cose diverse e imparare da esse. Ora grazie a Tommy Hilfigher conosco un po’ meglio il mondo della moda” afferma Nadal, che continua “È vero che lancerò un marchio col mio nome? Non ne ho idea, non è nei miei pensieri. Me lo hanno proposto ma al momento non voglio. Mi sento davvero a mio agio con ciò che ho: Nike, Tommy Hilfiger, Telefónica, Kia, Mapfre…”

Ormai le foto di Nadal in mutande sono in tutte le principali città del mondo. È un qualcosa che crea imbarazzo nel 29enne maiorchino? “Da piccolo ero una persona molto timida. Ora lo sono un po’ meno perché è da anni che sono circondato da molte persone e ciò ti aiuta a combattere la timidezza. Ma fare una pubblicità con pochi vestiti mi ha fatto sentire strano. Fa parte della mia vita e del mio lavoro.”
Nello spot in questione, in pratica, Nadal rimane senza mutande. Ma non è stato un problema: “Ero col mio team, con le mie persone di fiducia. Non mi pesa posare senza niente addosso (ride, ndr).”

Cosa ne pensa la sua fidanzata Xisca? “Lei sa che ciò fa parte della mia vita e io non chiedo il permesso a nessuno per niente. È da molti anni che stiamo assieme e che conviviamo, sappiamo molto chiaramente qual è il lavoro di ognuno. Io so qual è il mio e lei sa qual è il suo.”
Facendo il modello, si guadagna di più? “È qualcosa di personale, non so se posso guadagnare di più come modello che da tennista. Però se fai bene nel tuo sport hai più opzioni di essere protagonista nelle campagne pubblicitarie. Non sono speciale ma se faccio qualcosa di speciale in campo gli sponsor credono in me.”

Alla fine dell’intervista viene posta a Nadal una domanda che esula dallo spot: il 14 volte campione Slam ha mai pensato di frequentare l’università? “È qualcosa che non ho potuto pianificare. A 15-16 anni ero già professionista e non ho potuto farlo. Ma la mia vita sarebbe stata molto più facile con un’accademia come quella che aprirò, scuola, palestra, campi, centro medico… tutto nello stesso complesso. I miei genitori e mio zio Toni si sono dedicati a me e non tutti i bambini hanno questa fortuna.”