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Reading: “Io, 4 figli e Djokovic. Il tennis mi ha dato una strana famiglia” (Lombardo). Nadal ha Vilas nel mirino. L’ostacolo è Nishikori (Crivelli). Esplodere a 28 anni? Merito della psicologia (De Ponti)
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“Io, 4 figli e Djokovic. Il tennis mi ha dato una strana famiglia” (Lombardo). Nadal ha Vilas nel mirino. L’ostacolo è Nishikori (Crivelli). Esplodere a 28 anni? Merito della psicologia (De Ponti)

Last updated: 24/04/2016 9:48
By Alessia Gentile Published 24/04/2016
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10 Min Read


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“Io, 4 figli e Djokovic. Il tennis mi ha dato una strana famiglia” (Marco Lombardo, Il Giornale)

Incontro Boris Becker all’hotel Adlon Kempinski di Berlino, in occasione dei premi Laureus, in cui il suo pupillo, Novak Djokovic, ha vinto il premio come sportivo del 2015. Saluta con un «Ciao» molto cordiale: non ha certo il fisico Bum Bum degli anni belli, ma c’è sempre quello sguardo di quando diventò il più giovane vincitore di Wimbledon a 17 anni. Una vita fa, e che vita: due mogli, quattro figli, di cui una avuta nove mesi dopo un incontro fugace nel bar dov’era fuggito dopo un litigio con la sua prima consorte. Che era incinta. Boris ha raccontato tutto in un libro e adesso è in pace con se stesso e con il mondo: «Ho fatto tanti errori e tante cose belle. L’importante è l’onestà. Essere onesti».

Cos’ha allora da insegnare Boris Becker?

Con Laureus ho un meraviglioso impegno per i bambini e lo sport insegna a vincere, a perdere, a lavorare in team. Sono un padre di quattro figli tra i 22 e i 6 anni: conosco i bambini io… Cerco di essere un padre onesto. In famiglia ci amiamo per quello che siamo e voglio che i miei figli siano a loro agio con me. Abbiamo una grande tavola in casa, tutti sono i benvenuti: come sai ho una famiglia un po’ particolare, ma mia moglie e la mia ex moglie vanno d’accordo. E il mondo, si sa, dipende tutto dalle donne. Sono felice. E non cucino.

E che coach è Becker per Novak Djokovic?

Io posso capire quello che altri non capiscono: la vita di un tennista non è quella che pensate voi. E rispetto a miei tempi è tutto così complicato.

Cioè i tennisti sono meno felici?

No, ma è diventato difficile. In campo, fuori, al microfono, sui social media: devono stare attenti a tutto. E poi c’è la vita reale anche per loro, sapete?. La moglie, i bambini, i genitori, la fidanzata che insiste per andare a fare shopping: restare concentrati sul tennis è davvero un miracolo. Voi non sapete cosa vuol dire ad esempio vincere uno Slam. In due settimane ti può capitare di tutto.

Per questo Novak è il migliore?

Non posso dirti chi è il migliore di sempre, il tennis è cambiato: racchette, scarpe, palline. Posso dire chi è il più vincente, ovviamente Roger Federer. Ma di sicuro Djokovic ha un posto speciale in questo sport.

Cos’ha lui più di altri?

Il tennis dipende da un sacco di fattori. Quelli familiari, sì. Ma poi c’è il sorteggio, giocatori con cui ti piace giocare e contro cui non ti piace stare in campo, l’ordine di giornata, il tempo. Credetemi: pensare quello che ha fatto Novak in questi anni è da pazzi. Tanto che a Montecarlo avete visto: Djokovic ha perso. E’ stata solo una cattiva giornata. Capita. La differenza tra vincere e perdere è così sottile a volte…

Intanto è tornato Nadal.

Non sono sorpreso: Rafa è una leggenda e sono contento quando vince. Tranne ovviamente quando incontra Novak…

Dicevamo delle donne. Senza ipocrisie: sulla questione del prize money da che parte sta?

Onestamente: i tornei dove giocano uomini e donne insieme sono i più belli. Nessun dubbio: i guadagni devono essere uguali.

Sulla questione Sharapova?

Conosco Maria: è troppo intelligente. Aspetto per giudicare, mi pare ci sia un po’ di confusione sulla questione.

Sincero: c’è il doping nel tennis?

In una parola: no. Al 100 per 100

Come finirebbe un match tra Becker e Djokovic?

Stesse racchette? Stesse scarpe? Stessa alimentazione? Sulla terra non avrei scampo. Però a Wimbledon, credimi, vinco io.

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 Nadal ha Vilas nel mirino. L’ostacolo è Nishikori (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Se non ci si metterà la pioggia ne vedremo delle belle. Perché a Barcellona approdano in finale i dominatori delle ultime 12 edizioni (fatta salva l’intrusione di Verdasco nel 2010), vale a dire Nadal e Nishikori. Rafa conferma che la terra del 2016 è ben diversa da quella faticosa dell’anno scorso e dopo aver messo il nono sigillo sul torneo di Montecarlo, ritrova pure l’epilogo in Catalogna che gli mancava da tre anni, guarda caso inseguendo pure qui la nona vittoria che gli garantirebbe un tris fantastico (anche a Parigi è a quota 9). Inoltre, dovesse tornare a vincere il torneo, eguaglierebbe Vilas nei trionfi sul rosso (49): “Sono in fiducia, nonostante il rovescio stavolta abbia funzionato a sprazzi. Mi aspetto un grande match contro uno dei giocatori più forti del mondo”. Alias Kei Nishikori, che a Barcellona è doppio campione in carica e non perde da 14 match consecutivi. Entrambi, tra l’altro, sono arrivati in finale senza perdere neppure un set. Spagna al momento felice anche a Bucarest, dove Verdasco, attualmente al numero 86, torna a giocarsi un titolo dopo più di due anni contro il francese Pouille, numero 72 Atp. A Stoccarda, uno dei tornei più desiderati del circuito femminile (e non solo perché si vince pure una Porsche), finale tutta tedesca per la gioia del pubblico: la Kerber, campionessa in carica, affronta la Siegemund (che è nata a Stoccarda), alla miglior settimana della vita. Laura a 28 anni sta riscoprendo il gusto del tennis dopo un’eccellente carriera under 15 e una lunga pausa (seppur attiva) passata a laurearsi in psicologia (il lavoro di quando smetterà) e a prendere il patentino da allenatrice, tra un future e l’altro per non perdere l’abitudine alla partita e troppi punti in classifica. In tre giorni ha battuto la numero 6 Halep, la numero 8 Vinci e la numero 2 Radwanska con quel suo gioco che non ti dà punti di riferimento. A proposito di Vinci: su Twitter Roberta ha annunciato il ritiro dal torneo di Praga che comincia domani («Ciao ragazzi! Purtroppo non giocherò il torneo di Praga… Torno a casa per fare altri esami al piede..! Spero di farcela per Madrid e Romal.) per provare a risolvere il guaio al tendine che la perseguita. Buona fortuna.

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Esplodere a 28 anni? Merito della psicologia (Diego De Ponti, Tuttosport)

Alzi la mano chi la conosceva prima del torneo di Stoccarda. Laura Siegemund è la sorpresa del torneo tedesco. Ieri ha battuto Agniezska Radwanska nelle semifinali, 6-4 6-2 e oggi se la vedrà con la connazionale Angelique Kerber per il titolo. Finale tutta tedesca. Merito della Siegemund che ha superato le qualificazioni senza perdere un set e poi ha messo in fila Simona Halep (6-1 6-2), Roberta Vinci (6-1 6-4) e ieri la polacca. Tutte top 10. Lei si gode il momento, attorniata dal suo clan e guarda ad oggi con un sorriso malizioso. Basterà? Laura è nata a pochi passi dall’arena che in questi giorni la vede protagonista: a Filderstadt, un comune di 43.000 abitanti ai confini con Stoccarda. Il tennis è stato un incontro precoce: a 3 anni già tirava pallettate. Poi anni di viaggi per il mondo seguendo papà Harro, un ingegnere con il pallino per lo sport. Così Laura impara a conoscere il mondo da una prospettiva nuova: alcuni anni in Arabia Saudita, poi Giacarta in Indonesia. Intanto impara tennis e, poi, inglese e francese. Laura cresce e il tennis diventa qualcosa d’importante. L’idolo è ovviamente Steffi Graf e lei fa il possibile per assomigliarle. Nel 2000 si afferma tra le future stelle del tennis vincendo l’Orange Bowl under 12. Guarda caso anche la Graf lo aveva vinto nel 1981. I paragoni si sprecano. E i tedeschi già pensano di rinnovare la sequenza di successi. Sembrerebbe la cosa più ovvia. E invece no. La strada si fa in salita, il passaggio al professionismo arriva nel 2006 ma senza acuti. A tal punto che Laura si inventa una “via di fuga”. Si iscrive alla facoltà di psicologia, ottiene la licenza da istruttrice. Il 2015 è l’anno della ripresa. Gli anni sono 27 ma centra il main draw a Wimbledon poi l’ingresso in top 100. Trova anche il tempo di laurearsi con una tesi sul “Fallimento sotto pressione”: Ne ha fatto tesoro per la sua rincorsa e oggi potrebbe completare il capolavoro.


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