Rassegna a cura di Daniele Flavi
La cura Lendl funziona Queen’s: trionfa Murray
Riccardo Crivelli, la gazzetta dello sport del 20.06.2016
Non ha nemmeno voluto seguire la premiazione, quasi che la vittoria del pupillo fosse una normale conseguenza dell’intesa ritrovata. Così, quando Murray solleva la coppa del Queen’s, il più tradizionale degli appuntamenti erbivori che precedono Wimbledon, coach Lendl non è più seduto al suo posto, prendendosi la scherzosa ramanzina di Muzza: E’ carino che Ivan sia rimasto in zona per la presentazione…». RECORD Non poteva esordire meglio, dunque, il secondo matrimonio tra lo scozzese e l’allenatore che lo ha condotto ai più esaltanti risultati in carriera, dall’Olimpiade di casa agli Us Open del 2012 fino all’apoteosi dei Championships nel 2013. Il trionfo nel torneo londinese che prende il nome dalla Regina Vittoria è innanzitutto un messaggio alla concorrenza che confortala previsione di Lendl fatta pochi giorni dopo aver accettato di nuovo l’incarico: .Djokovic non farà il Grande Slam, perché sarà Andy ad impedirglielo». E poi regala alla bacheca di Murray un record di cui può andare molto orgoglioso: nessuno prima di lui lo aveva vinto cinque volte, perché nell’Era Open si erano fermati a quattro McEnroe, Becker, Roddick e Hewitt. Già, ha fatto un certo effetto seguire la sfida indiretta sulle tribune tra Ivan e Super-Mac, che oggi è all’angolo di Raonic. Per un set e mezzo, il canadese incarna l’allievo perfetto di Che Genius, tutto servizio e volée, fino al 7-6 3-0 che pare chiudere la contesa. Da quel momento, però, la sfida cambia subito al primo break subito da Milos in tutto il torneo dopo 47 turni di servizio, e Muzza sale in cattedra tra battute vincenti, passanti e una deliziosa palla corta per il break decisivo del terzo set: .Questo torneo è storia — dirà lo scozzese, che proprio qui ottenne il primo successo da professionista nel ?005 contro Santiago Ventura — e poterlo vincere cinque volte qualcosa che mi ha dato una .pinta eccezionale». Il record di Murray, che ha conquistato 5 filali su 5 al Queen’s, è ora di 30-5 ui prati del club. REDIVIVO Sull’erba tedesca di Halle, invece, risorge Florian Mayer, rimasto fermo 16 mesi per un infortunio serio agli adduttori che ne ha messo a rischio la carriera. Iscritto grazie alla classifica protetta (ora è 192 del mondo), nel derby con la stellina Zverev si regala la seconda vittoria sul circuito cinque anni dopo il successo sulla terra di Bucarest, festeggia in lacrime e da oggi ritrova la top 100 con il numero 80. Sascha, giustiziere di Federer in semifinale, rinvia invece l’appuntamento con il primo sorriso Atp, non riuscendo a diventare il primo teenager dal 2008 (Cilic) a imporsi in finale. In ogni caso, entra nei 30 e si assicura un posto tra le teste di serie a Wimbledon, dove sarebbe meglio per tutti evitarlo. Perché il ragazzo si farà. E anche in fretta.