Wimbledon interviste, Kerber: "Qui a Wimbledon è diverso rispetto a Parigi"

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Wimbledon interviste, Kerber: “Qui a Wimbledon è diverso rispetto a Parigi”

Wimbledon interviste, quarti di finale: A. Kerber b. S. Halep 7-5 7-6. L’intervista del dopo partita a Angelique Kerber

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Avevi mai vinto prima un incontro perdendo sei volte il servizio?
No, non mi era mai successo. Penso che oggi sia stato un grande match, giocato ad alti livelli da entrambe. E’ vero, ci sono stati molti break, ma penso sia accaduto perché siamo due ottime ribattitrici: non è stato facile servire.

Pensi che sia la tua migliore prestazione dalla vittoria a Melbourne?
Mi sento davvero bene, sto giocando un gran tennis. Sì, proprio come in Australia. Oggi Simona stava giocando molto bene, non è una novità, si è mossa benissimo. Ho cercato di essere aggressiva e di mettere in campo il mio tennis concentrandomi solo sul mio stile di gioco.

Guardando il tabellone hai Venus al prossimo turno e probabilmente Serena in finale. Quali sensazioni hai se pensi di dover affrontare entrambe le sorelle Williams?
Prima c’è Venus. Ho giocato contro di lei molte volte: è molto pericolosa sull’erba, specialmente qui a Wimbledon. Ha molta confidenza con la superficie e sta giocando alla grande. E’ la mia prossima sfida e si tratta di una semifinale, proverò a essere aggressiva come nelle ultime partite. Non vedo l’ora di giocare di nuovo contro di lei.

Di solito i mancini servono molto bene. Contro Venus però dovrai stare attenta perché la sua risposta di rovescio mi sembra migliore di quella di diritto. Cosa ne pensi, cambierai la tua strategia?
Dovrò pensare al mio gioco e fare le mie scelte con molta attenzione. Ovviamente ho in mente un piano B, ma valuterò durante il match in base al suo gioco.

Una curiosità, come sei diventata mancina? Ho notato che di solito fai tutto con la mano destra. Come è cominciato? E’ stato come per Nadal, a cui lo zio Toni ha chiesto di giocare con la mano sinistra per rendere il suo tennis più insidioso o niente di tutto questo?
E’ successo in modo naturale. Semplicemente quando ero piccola ho impugnato la racchetta con la mano sinistra, nonostante io faccia tutto con la mano destra.

Hai provato sensazioni diverse quando sei arrivata qui a Wimbledon rispetto a quelle che hai vissuto a Parigi prima di iniziare il Roland Garros? Cosa è cambiato?
Quando sono arrivata a Parigi avvertivo molta pressione, ma in realtà avevo fatto tutto da sola, mi sono anche lasciata distrarre da quello che accadeva fuori dal campo. Quando invece sono arrivata qui mi sono detta “come in Australia, stai rilassata, pensa partita dopo partita e non fare cose troppo complicate, non metterti pressione”. Questo è quello che ho cambiato, imparando da Parigi: mi sono concentrata solo sul mio tennis.

Gli esperti delle classifiche WTA dicono che se vincerai le prossime due partite diventerai n.1 del mondo. Quanto ti entusiasma questo?
E’ ancora un traguardo lontano, adesso non ci sto pensando. Devo concentrarmi sulla mia prossima avversaria, poi vedremo quello che succederà nei prossimi giorni.

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