Wimbledon interviste, Raonic: "Non sono deluso, ma devo lavorare molto"

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Wimbledon interviste, Raonic: “Non sono deluso, ma devo lavorare molto”

Wimbledon interviste, finale. A. Murray b. M. Raonic 6-3 7-6(3) 7-6(2). L’intervista del dopo partita a Milos Raonic

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Non è mai facile fare queta domanda quando perdi. Hai rimpianti?
No, direi che al momento non ne ho.

Tatticamente, che ci dici del match?
Penso di aver fatto il meglio che ho potuto, ho cercato di essere ordinato. Ho cercato di essere aggressivo, di venire avanti, mettergli pressione. Ha giocato molto meglio di me da fondo, è stato pi efficace. Sul suo servizio ho iniziato troppo passivo, poi ho provato a riprendermi e ho avuto quelle due occasioni che non ho sfruttato. Ho lottato ma non è andata.

Hai sentito la pressione della tua prima finale Slam?
No, credo di no. Sapevo che non sarei stato messo nelle condizioni di giocare il mio miglior tennis, ho dovuto convivere con questo pensiero. Credo di essermela giocata, ma quando è contato non sono riuscito a venirne fuori.

Immagino sia stato record di telespettatori in Canada per guardare il tuo match. cosa diresti a chi ti ha supportato e chi è rimasto deluso?
Un grandissimo grazie. Non parlo soltanto del tifo che hanno fatto per me qui a Wimbledon, ma di quello che fanno durante tutte le settimane, ovunque vada. La considerazione per il tennis in Canada è aumentata parecchio, c’è molta più partecipazione. Sono molto onorato di avere un supporto del genere. Quello che è stato è stato. L’unica cosa di cui potrei avere rimpianti sarebbe se non dessi il massimo per tornare a giocare una finale.

Che sensazioni hai dopo queste due settimane? Positive, negative, indifferenti? Su cosa credi di dover lavorare per fare un ulteriore salto di qualità?
Su tutto, non voglio lasciare nulla. Cercherò di tornare a in una situazione del genere, e fare meglio. Cercherò di diventare più forte e stare meglio atleticamente. Cercherò di migliorare servizio e risposta, posso fare molto meglio. Non c’è nulla su cui non mi concentrerò. Non posso ovviamente porre l’accento su tutto, ogni volta. Parlerò con il mio tempo per capire quale percorso affrontare.

Hai giocato contro Roger e Andy. Hai la sensazione che il tennis stia andando avanti, che la nuova generazione stia emergendo? Senti di poter essere una figura che possa rompere il dominio dei soliti quattro, che possa portare avanti la carica?
ci sono molti altri giocatori che insidiano i migliori. Tutti vogliono vincere quando sono in campo. non è una cosa di gruppo, è individuale. Tutti cercano di migliorare, che abbiano 18, 24 o 28 anni, Si possono raggruppare alcuni, ma nessuno si aiuta. Il tennis è uno sporto molto individuale, ognuno fa per sé.

In che aspetto del gioco ti ha creato più problemi oggi?
Lui è stato molto aggressivo quando ne ha avuto la possibilità. A volte può lasciare un po’ di spazio e farti entrare in partita, non oggi. ogni volta che ha avuto un dritto dal centro ha cercato di spingere, non mi ha dato scampo.

Ha risposto e difeso molto bene. Credi abbia fatto qualcosa in particolare che ti ha sfiancato?
Si muove benissimo, risponde benissimo e questi sono i suoi punti di forza più grandi, sapevo sarebbero state le problematiche che avrei dovuto affrontare. ho cercato di servire al meglio, avrei dovuto fare di più in risposta. Ma ogni volta che ci giochi sai che risponderà più di chiunque altro, come con Novak.

 

Ovviamente sarai deluso, ma cosa credi possa significare questa vittoria per Andy?
Credo sia stato fenomenale a replicare la vittoria di tre anni fa. Ha giocati molte altre finali senza riuscire a vincere, è un grosso passo in avanti. Ora sta a lui vedere cosa lo aspetta, deve dare tutto perché ci saranno altri che proveranno ad insidiare lui e Novak. Io lo farò di certo.

 

Venerdì dicesti che la cosa più difficile da fare sarebbe stata evitare di rimanere intrappolato nel gioco di Andy, perché l’ultima volta che avete giocato è successo. Credi di esserci riuscito stavolta?
Credo di aver fatto meglio dell’ultima volta. Mi ha fatto giocare molto più fin dall’inizio, ma io me la sono cavata.

 

Hai giocato una gran partita contro Roger in semifinale, e in quarti hai rimontato uno svantaggio di due set. Credi che tutto questo abbia inciso sulla tua condizione fisica e mentale?
Credo di sì, un po’. Ma è una finale, si da tutto in situazionei del genere, poi c’è tempo per riposare. Cerchi di non considerare la fatica o gli sforzi fatti nei giorni precedenti, li metti da parte. L’adrenalina prende il sopravvento.

 

 

Ovviamente il pubblico era dalla sua parte, addirittura il Primo Ministro era a fare il tifo per lui. Quanto è difficile giocare a Wimbledon contro di lui?
Non credo sia questo a renderlo difficile, sono sicuro che Roger ha lo stesso tifo di Andy. Sono situazioni che capitano, uando incontri avversari che hanno più esperienza. Sopratutto Andy, vogliono che vina, è ovvio. Non devi pensarci, come con Roger, lui è adorato ovunque. Andy ha cercato di avvantaggiarsene il più possibile, io dovevo concentrarmi su me stesso  e su di lui. Al di là delle linee non deve esistere nulla.

 

 

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