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Editoriali del Direttore

Il fenomeno Federer n.1 più anziano di sempre a 36 anni e mezzo

La longevità di un campione assoluto. E non è finita

Last updated: 20/02/2018 9:09
By Ubaldo Scanagatta Published 17/02/2018
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4 Min Read
Roger Federer - ATP Rotterdam 2018 (foto www.tennisimages.com)

È storia. Ancora numero 1 del mondo. A 36 anni, 6 mesi e 11 giorni (l’incoronazione ufficiale ATP sarà soltanto lunedì 19 febbraio), 14 anni dopo la sua prima ascesa al trono ATP, 5 anni, 4 mesi (e 1933 giorni complessivi) dopo l’ultimo giorno da re. Un’altra pagina epica. Un altro Senna, Jordan, Pelè, Valentino Rossi.

Fino a oggi il n.1 più anziano con racchetta era stato Andre Agassi, 33 anni e 4 mesi nel settembre 2003. Non ci sono davvero più parole per Roger Federer. O una sola: fenomeno! In tutti i sensi e ora anche di longevità. Con tutti gli aggettivi sold out si prova solo a contare i suoi record. Ma che fatica! Segnalo che su wikipedia nell’ultima sezione, voce record, ci sono 73 asterischi. Ognuno corrisponde a un record! Pazzesco.​ L’ultimo stabilito raggiungendo le semifinali a Rotterdam (attenzione, il torneo non è finito, Roger può vincere il suo titolo n.97 qui dove diciassettenne raggiunse i quarti perdendo con il russo Kafelnikov, n.2 ATP), n.1 del mondo a 36 anni e mezzo, ha l’aria di essere il più difficile da battere. Forse impossibile. Di certo non lo vedrò battere io. Ma secondo me non lo vedrà nessuno.

“Diventare n.1 del mondo è il massimo traguardo possibile, e quando sei più vecchio devi lavorare il doppio. È un sogno che diventa realtà in questo torneo che mi offrì la prima wild card” è stato il primo commento, con gli occhi lucidi, di Roger.​ ​Grazie al quarto di finale vinto in rimonta ieri sera sull’olandese Robin Haase (4-6 6-1 6-1, vittoria n.1142 in carriera), Roger torna per la quarta volta sul trono di re del tennis, succedendo a Rafa Nadal che proverà a riconquistarlo nell’infinito inseguimento fra i due duellanti a Acapulco o a Indian Wells dove un anno fa trionfò Roger. Come minimo trascorreranno altre due settimane. Quindi Roger – unico re per più di 300 settimane (302) – salirà a 304 settimane di regno, staccando sempre più Sampras (286), Lendl (270), Connors (268), Djokovic (223), McEnroe (170), Nadal (167).

Il primo regno di Federer ventiduenne durò dal 2 febbraio 2004 al 17 agosto 2008, il secondo dal 6 luglio 2009 al 6 giugno 2010, il terzo dal 9 luglio 2012 al 4 novembre 2012. Nessuno era disceso dal trono per risalirci con un intervallo così ampio: 5 anni e 106 giorni. C’è un record, finalmente (!), che Federer non potrà mai battere: è quello di John McEnroe, capace di riconquistare il trono di n.1 ben 14 volte (ma perché lo perse per 13 …).

A oggi i titoli vinti da lui sono 96 e 20 sono Slam. Le finali giocate 145, 30 a livello Slam. Le semifinali, con questa di Rotterdam, 193: 43 in Slam, 30 vinte e 13 perse. Spiace aver scritto solo di numeri. Federer è molto di più. I numeri non descrivono l’eleganza, la classe, di colui che quasi unanimemente viene considerato il più grande campione di tutti i tempi (tranne che per i tifosi di Nadal… che celebrano il loro re della terra battuta e non mancano di sottolineare il bilancio dei confronti diretti favorevoli allo spagnolo)​. È certamente anche un magnifico personaggio.


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TAGGED:ATP Rotterdam 2018Roger Federer
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