Wawrinka si scuote al Queen's, ma serve altro. Out Shapovalov

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Wawrinka si scuote al Queen’s, ma serve altro. Out Shapovalov

Lo svizzero lascia cinque game a Norrie giocando quasi da fermo. Il fisico non è al meglio, al prossimo round servirà di più. Il canadese cede a Muller in due tie-break

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da Londra, il nostro inviato

Si può vincere senza convincere, e senza scacciare le preoccupazioni. Stan Wawrinka lo ha fatto, superando un primo turno dei Fever-Tree Championships che gli metteva di fronte due difficoltà ben precise – un avversario sostenuto dal pubblico di casa e una superficie generalmente ostile come l’erba – e ha riempito almeno un po’ il serbatoio del morale, decisamente a secco dopo questa prima metà di stagione. Il 6-2 6-3 inflitto a Cameron Norrie, britannico curiosamente molto più a suo agio sulla terra, vale anche qualche punto in classifica e soprattutto l’opportunità di guadagnarne altri agli ottavi di finale, dove affronterà Sam Querrey con la necessità di fare qualcosa in più di oggi. Il servizio ha funzionato alla perfezione, portando Stan in doppia cifra con gli ace (che qui al Queen’s equivalgono ognuno a una donazione benefica). Norrie, dal canto suo, gli ha dato una mano, non approfittando mai delle situazioni in cui la palla è stata giocabile.

Il match non ha avuto storia e si è concluso sotto l’ora di gioco. La ricerca del punto ottenuto rapidamente, e soprattutto spostandosi il meno possibile, è però chiaramente dovuta all’evidente ritardo di condizione. Wawrinka forse si aspettava di trovarsi più avanti nel suo percorso verso il suo tennis migliore, a ormai cinque mesi dal ritorno in campo: dei tre big malandati che avevano concluso la loro scorsa stagione con Wimbledon – lui, Djokovic e Murray – lo svizzero sembra quello davvero intrappolato nel limbo. I tentativi di rientro dalle operazioni al ginocchio sono stati più frettolosi e meno efficaci di quelli di altri colleghi, tanto è vero che pur con il successo di oggi lo score stagionale segna sole cinque vittorie (due delle quali ottenute a Sofia) a fronte di sette sconfitte. Quel che è peggio, come detto, è che a discapito delle sue parole fiduciose risulta difficile vedere miglioramenti sensibili nella sua tenuta in campostabilità e mobilità.

Qualcun altro ad arrivare al Queen’s Club con morale e risultati a terra era Gilles Muller, fino a ieri il gemello “sbagliato” del tennista che lo scorso anno aveva finalmente sfatato la maledizione delle finali ATP. Nel gennaio 2017 il trentacinquenne lussemburghese era riuscito a conquistare il suo primo titolo nel circuito maggiore, imponendosi a Sydney, per poi ripetersi qualche mese più tardi sull’erba di ‘s-Hertogenbosch; una semifinale qui al Queen’s e un quarto di finale a Wimbledon gli avevano regalato il best ranking di numero 21, ma da lì a poco i risultati sono regrediti terribilmente. Contro Denis Shapovalov si salva dalla sesta sconfitta consecutiva, in due tie-break, giocando un tennis su erba che non gli varrà gli highlights – i cinque colpi più belli dell’incontro sono del canadese, frecce di dritto e di rovescio che sibilano sull’erba – ma gli permette di concedere pochissimo al servizio (zero le palle break fronteggiate).

Denis Shapovalov – Queen’s 2018 (© Alberto Pezzali per Ubitennis)

Aggiungendo un po’ di fortuna al cinismo e alla costanza, Muller avanza oltre un avversario più quotato nonostante un mezzo pasticcio a rete a un passo dai match point. Shapovalov, il più giovane tra i trentadue del tabellone, si è trovato a dover scambiare più spesso del suo avversario nei propri turni di battuta: alla lunga, per la legge dei grandi numeri, i due set in grande equilibrio gli sono sfuggiti di mano. A voler forzare un paragone, l’exploit del canadese lo scorso anno al Queen’s Club era stato l’inizio di una promettente carriera – a dimostrazione di ciò, già solo in questa prima metà di 2018 ha migliorato undici volte il proprio best ranking. Il rovescio della medaglia è che ora il tour ha completato il giro da quel momento, e arrivano i punti da difendere. La prima di quelle tre belle settimane londinesi di Muller invece, nonostante il risultato di oggi, sembra essere stato sempre di più il frutto di una stagione felice, tanto meritata quanto isolata.

Dimostrare il contrario sarà dura, agli ottavi di finale. Il suo avversario sarà Marin Cilic, testa di serie numero uno che sull’erba gioca sempre meglio. Il progresso costante del croato è dimostrato anche dalla liscia vittoria su Fernando Verdasco, che ha dovuto fare letteralmente i salti mortali per evitare un passivo peggiore (un paio di palle break le ha annullate con acrobazie da lasciare a bocca aperta). Uno dei cinque membri dell’albo d’oro del Queen’s a far parte del tabellone di quest’anno, Cilic sa di doversi comportare come il favorito anche all’interno di un torneo pieno di insidie. Del resto, ranking e risultati pongono i suoi obiettivi un paio di settimane più in là: “Negli ultimi mesi sto mostrando il mio livello migliore sempre più spesso” ha detto, “penso di star migliorando su ogni superficie e di star giocando in modo solido negli Slam. Per me l’obiettivo finale è il numero uno, e per raggiungerlo bisogna vincerne un paio”.

Risultati:

S. Wawrinka b. [WC] C. Norrie 6-2 6-3
G. Muller b. D. Shapovalov 7-6(7) 7-6(6)
F. Tiafoe b. J. Donaldson 6-4 7-6(4)
[1] M. Cilic b. F. Verdasco 6-3 6-4
[5] S. Querrey b. [WC] J. Clarke 6-3 6-3
D. Medvedev b. [6] J. Sock 7-5 6-3

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