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ATP

Djokovic di testa, sfiderà l’outsider del Queen’s

Nole parte male ma si riprende in fretta, ora affronterà Chardy (che su erba tiene il passo dei big). Cilic-Kyrgios l'altra semifinale

Last updated: 23/06/2018 19:10
By Raoul Ruberti Published 22/06/2018
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6 Min Read
Novak Djokovic - Queen's 2018 (© Alberto Pezzali per Ubitennis)

da Londra

Venerdì. Il cerchio si stringe, i pretendenti al titolo si dimezzano ancora una volta, ai Fever-Tree Championships rimane soltanto il meglio. Che viene da quattro direzioni ben diverse: c’è la conferma di Marin Cilic, che qui ha già vinto la coppa nel 2012 e l’anno scorso ha avuto il punto per riprendersela; c’è Nick Kyrgios, che trovata la prima vittoria al Queen’s Club non vuole più fermarsi; c’è Novak Djokovic, che con la wild card si sta consolando dalle delusioni del Roland Garros e forse sta ritrovando sé stesso. Poi, a completare il poker dei semifinalisti, Jeremy Chardy, che il tabellone ci è entrato perché su erba sta facendo talmente bene da raggiungere la semifinale anche la scorsa settimana a ‘s-Hertogenbosch – e anche quella precedente, con titolo a Surbiton – e guadagnarsi quindi il pass da special exempt. Tutti semifinalisti diversi, con ora in comune un sabato sul Centre Court. Per entrare, o ri-entrare, in una storia che dura da oltre cento anni.

Partenza loffia ma solito arrivo per Novak Djokovic, da oggi il decimo tennista della storia ATP a raggiungere le 800 vittorie. Adrian Mannarino ha sfruttato al meglio il suo tennis piatto e ritmato per approfittare dell’uscita dai blocchi imperfetta dell’avversario, salendo 4-2 e servizio nei primi giochi dell’incontro. Sfruttare l’unica occasione buona per strappare il servizio a Djokovic, e far poi preoccupare i presenti al Queen’s Club alla quinta palla del contro-break annullata, è stato tuttavia il suo massimo: il serbo si è scosso in fretta, riprendendo il set a metà ed evitando così di consumare energie importanti. “Sto cercando di entrare ‘in palla’ adesso” ha detto l’ex numero uno dalla sala conferenze in cui non metteva piede dal 2010. “Credevo che farlo dopo l’infortunio sarebbe stato più semplice ma è chiaro che non è stato così. Ora il livello c’è, l’obiettivo è mantenerlo”.

Rispetto al match del giorno precedente contro Dimitrov si è visto qualche passetto indietro, forse anche dovuto alla presenza di un avversario meno teso oltre la rete. Consapevole che allo stato attuale delle cose può dare per scontato poco del suo gioco, meno ancora dei risultati che ne trae, ha già iniziato a gettare un occhio al suo prossimo avversario, che sta facendo faville nella preparazione a Wimbledon. Si tratta di Jeremy Chardy, in una versione migliorata rispetto al tennista alla tutto-o-niente al quale siamo abituati. Ok, forse non sarà mai una gioia per gli occhi e i suoi punti di forza sono destinati a rimanere il servizio potente e il drittone, ma le vittorie sul verde sono già dodici su tredici mentre i break subiti nel torneo ancora zero e qualcosa vorrà dire. Guardando il suo doppio 6-4 su Frances Tiafoe, in una sfida che valeva per entrambi la top 50 della prossima settimana, quel qualcosa si è visto.

Nick Kyrgios – Queen’s 2018 (© Alberto Pezzali per Ubitennis)

Chardy ha pescato un break per set, sempre nel primo game, e poi li ha difesi a tutto campo con energia mentale a sacchi. Con un paio di aiuti di Hawk-Eye, assente sui campi secondari del club sui quali aveva giocato finora. A vincere il Queen’s quasi certamente non basterà, perché anche in caso di impresa contro Djokovic in finale si troverebbe di fronte uno tra Marin Cilic e Nick Kyrgios. Una settimana dopo Stoccarda, l’australiano e Feliciano Lopez si sono ritrovati in un altro quarto di finale che per quest’ultimo aveva il peso dell’enorme coppa da difendere. Pur tenuto fermo per tre giorni dal forfait di Raonic, Lopez non è apparso fuori ritmo: ha giocato splendidamente a rete e combinato meno da fondo, cosa che non stupisce, fermandosi in due tie-break di fronte a un avversario che ha dimostrato di aver imparato la lezione del turno precedente (del quale ha ripetuto il record personale di 32 ace).

Nel secondo dei giochi decisivi, raggiunto dopo aver annullato un set point, stavolta Kyrgios non ha commesso i passi falsi che avevano rimesso in partita Edmund. Fallito malamente il primo tweener, ha sacrificato un po’ di spettacolo per qualche punto più conciso ed è stata la scelta più saggia. Il suo rapporto col Queen’s Club finora era stato misero, con tre eliminazioni all’esordio negli ultimi tre anni, ma ora sembra essersi innamorato. Come quei tanti che da un decennio continuano a sceglierlo come preparazione preferita per Wimbledon. Del resto la città è la stessa, le palline anche e gli avversari di qui potrebbero ricapitare tra due settimane. Lo sanno Cilic e Sam Querrey: del bagel negli scontri diretti raggiunto oggi, cinque incontri arrivano dall’erba dei Championships o da quella di Palliser Road, ch entrambi hanno calcato ormai almeno una decina di volte a testa.

Risultati:

[1] M. Cilic b. [5] S. Querrey 7-6(3) 6-2
N. Kyrgios b. F. Lopez 7-6(5) 7-6(3)
[WC] N. Djokovic b. A. Mannarino 7-5 6-1
[SE] J. Chardy b. F. Tiafoe 6-4 6-4


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