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Mondo Challenger: Edmund ritrova la fiducia a Indian Wells

Primo titolo Challenger dopo quasi tre anni per il britannico in cerca di buone sensazioni. A Pau Bublik regala il bis e gli italiani rimediano solo sconfitte

Last updated: 04/03/2019 12:56
By Valerio Vignoli Published 04/03/2019
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5 Min Read
Kyle Edmund (trofeo) - ATP Challenger Indian Wells (via @kyle8edmund)

Indian Wells (cemento, 162.480$)

Missione compiuta ad Indian Wells per Kyle Edmund. A quasi tre anni di distanza dall’affermazione al Garden di Roma, il 23enne tennista britannico era tornato a disputare un torneo Challenger. L’obbiettivo era recuperare fiducia dopo un infortunio al ginocchio che lo aveva condizionato pesantemente in questo inizio di 2019, negandogli la gioia della prima vittoria. Nonostante una concorrenza molto agguerrita, con ben altri 6 Top 100 in tabellone, Edmund è riuscito ad onorare al meglio il suo ruolo di favorito e conquistare il titolo dell’ultima tappa delle Oracle Challenger Series, il suo sesto in questa categoria il settimo in assoluto.

“Mi sento bene”, ha commentato un soddisfatto Edmund dopo aver alzato il trofeo. “Ho giocato solo due match in Australia e volevo andare avanti con la stagione. Ma ho deciso di prendermi un po’ di tempo per allenarmi. L’aspetto positivo è che il mio corpo è pronto. E al momento si vede anche in partita. Si può lavorare duro negli allenamenti ma l’intensità durante i match è più alta. Giocare i tornei è importante e ho vinto diversi match qui. Ciò è molto positivo”. Il nativo di Johannesburg si è anche soffermato sui su come i successi della stagione scorsa gli diano sicurezze anche in momenti difficili. “La scorsa stagione è stata grandiosa”, ha detto. “Ma quando hai un infortunio e non giochi molte partite devi essere pronto a ripartire. Però è stato un grande anno e tutte le cose che ho imparato me le porterò dietro anche in questa stagione”. 

Ad Indian Wells, dopo un paio di comode vittorie al primo e al secondo turno, Edmund ha faticato un po’ sia nei quarti contro il tedesco Yannick Maden che in semifinale contro l’emergente sudafricano Lloyd Harris, lasciando per strada due set. In finale, l’inglese si è imposto invece con il nettissimo score di 6-3 6-2 sul russo Andrey Rublev, grande talento del tennis russo che però fatica a trovare continuità sul circuito. Questa settimana può considerarsi positiva anche per lui dato che non vinceva quattro partite in fila dal torneo di Doha del gennaio 2018. Grazie ai punti accumulati ad Indian Wells, Rublev ha inoltre fatto rientro all’interno della Top 100 (n.98).

Pau (Indoor, 66.280 €) 

Seppur senza nomi così altisonanti e con un budget molto più ridotto, anche la prima edizione del Challenger di Pau, organizzato dal n.5 di Francia Jeremy Chardy nella sua città natale, ha comunque fornito motivi di interesse. A trionfare è stato Alexander Bublik, giovane tennista che non ha ancora fatto il definitivo salto di qualità ma che è dotato di tutti i mezzi tecnici per farlo. Dopo un percorso immacolato, il 21enne kazako, testa di serie n.4 nel torneo pirenaico, ha dovuto rimontare un set di svantaggio allo slovacco Norbert Gombos (5-7 6-3 6-3) per aggiudicarsi la finale. Per Bublik si tratta del quinto successo in un Challenger e del secondo in questo 2019 dopo l’affermazione a Budapest contro il nostro Roberto Marcora. A dimostrazione che la maturazione definitiva potrebbe essere dietro l’angolo.

 Il torneo di Pau ha invece riservato solo sconfitte per i tennisti azzurri. Da testa di serie n.2, Simone Bolelli, dopo un bye al primo turno, ha perso contro la wild card locale Mathias Bourgue, che alcuni ricordano per un incredibile match al quinto set contro Andy Murray al Roland Garros 2016. Stessa sorte per Stefano Napolitano contro Tristan Lamasine. Matteo Viola è stato sconfitto all’esordio dal croato Nino Serdarusic e Raoul Brancaccio si è piegato di fronte alla promessa del tennis spagnolo Nicola Kuhn.

Yokohama (indoor, 54.160$)

L’Asia è spesso terra di Challenger ben meno competitivi. E rispetto a Indian Wells e Pau, il torneo di Yokohama non ha fatto eccezione. Il titolo è andato al 21enne sudcoreano Soonwoo Kwon, n.170 del ranking ATP. Dopo aver eliminato in semifinale il nipponico Yuichi Sugita, vendicando la sconfitta patita in finale lo scorso anno, Kwon ha superato anche a sorpresa il tedesco Oscar Otte, testa di serie n.2 del seeding, con lo score di 7-6 6-3, portandosi a casa il trofeo. Per lui si tratta del primo Challenger in carriera.


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