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ATP

Bercy: Tsonga supera Rublev, sarà lui a sfidare Berrettini

PARIGI - Prima giornata al Rolex Paris Masters con il forfait di Roger Federer e le vittorie di Tsonga, Cilic e Verdasco

Last updated: 30/10/2019 13:06
By Ferruccio Roberti Published 29/10/2019
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10 Min Read
Jo-Wilfried Tsonga a Parigi-Bercy 2019 (foto Twitter @RolexPMasters)

da Parigi, il nostro inviato

Dieci partite del primo turno del singolare hanno caratterizzato la giornata inaugurale della trentaquattesima edizione del Rolex Paris Masters. Un torneo sempre giocato, sin dalla prima edizione datata 1986 e vinta da Becker, nell’accogliente Palazzo dello Sport di Bercy, attualmente ribattezzato col nome dello sponsor, Accors Hotel Arena. Le dimensioni del pur moderno e funzionale impianto inaugurato nel 1984 e ristrutturato una quindicina di anni fa, che oltre al centrale conta due campi di gioco (la cui altezza dei tetti a dire il vero pare ad occhio al limite del regolamento) e altri due di allenamento sono ridotte rispetto alle esigenze di un torneo di altissima categoria come questo, nono e ultimo Masters 1000 della stagione.

Per tale ragione a Bercy si gioca con un tabellone a “soli”48 giocatori: per forza di cose si possono giocare meno partite e ci devono essere meno giocatori e così le sedici teste di serie sono esentate dal primo turno, con inevitabili problemi sul livello d’interesse della prima giornata del tabellone principale. Gli organizzatori hanno cercato di ravvivare la qualità di un programma senza top 20 prevedendo in campo la presenza di un vincitore di Slam come Marin Cilic e di quattro degli otto tennisti di casa presenti in tabellone, ma non è bastato ad attirare una considerevole quantità di spettatori. Alcune parti delle tribune superiori del campo centrale sono state così chiuse al pubblico e coperte verticalmente dall’alto con un telo nero, con l’intento di nascondere i vuoti tra le sedute: un’idea che ha permesso di avere un migliore colpo d’occhio televisivo, con gli spettatori per forza di cose raccolti in spazi più piccoli, che davano l’impressione di essere più numerosi. 

La vera notizia della giornata non è però provenuta dai campi di gioco ed è invece arrivata prima dell’inizio del programma odierno: è stata purtroppo pessima per il torneo, seppur non del tutto inaspettata. Federer ha infatti ufficializzato la sua assenza – la terza negli ultimi quattro anni– dal Masters 1000 parigino da lui vinto nel 2011, per preservare il suo fisico in vista delle ATP Finals che inizieranno tra meno di due settimane. Nessun italiano è stato in campo in questa giornata d’esordio del tabellone principale: il suddetto ritiro del campione svizzero ha avuto l’unico risvolto positivo (per i nostri colori) del ripescaggio nella veste di lucky loser di Andreas Seppi, ieri eliminato nel turno decisivo delle quali al fotofinish da Nishioka dopo essere andato a servire per il match sul 5-4 a suo favore nel terzo set. L‘altoatesino si aggiunge così a Berrettini e Fognini, entrambi teste di serie con speranze (sebbene diverse) di guadagnare i punti necessari a guadagnare una storica qualificazione alle ATP Finals.

Il ligure, a dire il vero, alla O2 Arena ha già giocato, sebbene nel Masters di doppio nel 2015, e proprio in questa specialità si è disimpegnato oggi, avendo questa volta come compagno Feliciano Lopez: davanti al pubblico che lo sosteneva calorosamente dalle tribune del piccolo campo numero 2, Fabio non ha offerto una buona prova contro la coppia tedesca composta da Kevin Krawietz e Andreas Mies, teste di serie numero 5 del tabellone e vincitori proprio a Parigi quattro mesi fa del Roland Garros (uno dei tre tornei che assieme hanno vinto assieme in questo 2019). Fognini (che quest’anno come unico buon piazzamento in doppio vanta la semifinale raggiunta a Indian Wells con Djokovic) e Lopez hanno perso con un duplice 6-4 contro i due tennisti teutonici, punteggio rispecchiante fedelmente la maggiore solidità vista in campo dagli avversari di Fognini e del mancino spagnolo.

Per quanto concerne i risultati andati in archivio, la giornata ha registrato in apertura sul Centrale la vittoria in due set di Cilic su un Hurkacz sprecone (il polacco sul 4-5 del tie-break del primo set è incappato in un grave doppio fallo), con il croato che ha fatto salire a otto vinti e un solo parziale perso il bilancio dei set nei tre precedenti giocati contro Hurkacz. Il programma sul centrale è poi proseguito con la quinta sconfitta consecutiva di questo sfortunato 2019 per Borna Coric. Il quasi 23enne croato si è fatto rimontare un set di vantaggio, sciogliendosi a partire da metà del secondo set contro un altro giocatore in crisi, Fernando Verdasco. Il madrileno classe ’83 non vince infatti due partite consecutive da Wimbledon ed è sceso al 49° posto del ranking, rischiando di abbandonare una top 50 che da giugno 2016 aveva riconquistato e non più mollato.

Per la gioia dei francesi, sempre sul centrale, Chardy (vincendo al fotofinish del terzo set sul meglio classificato Querrey) e Paire (impostosi in due parziali su Dzhumur) hanno guadagnato l’accesso al secondo turno. Ma il match di giornata, per contrasto generazionale e di stili di gioco, ma anche per il talento che accumunava entrambi i giocatori, era quello che inaugurava il programma serale tra Rublev, 22 ATP e classe ’97, e Jo-Wilfried Tsonga, 35 ATP con ben dodici anni in più del suo avversario sulla carta d’identità, ma ex 5 del mondo e vincitore a Bercy nel 2008 (e anche finalista nel 2011).

Agli appassionati italiani il confronto interessava in maniera particolare: il vincitore del match sarebbe andato a sfidare Berrettini, pronto mercoledì a fare il suo esordio assoluto a Bercy. Rublev e Tsonga si erano già affrontati due volte, sempre in condizioni indoor, e avevano vinto una volta ciascuno. La partita non ha deluso le aspettative, risultando nettamente la più divertente del lunedì. Il primo set era vinto da un Rublev molto concentrato, al quale bastava aspettare gli errori di troppo del francese per portare a casa con un 6-4 in nemmeno quaranta minuti di gioco il primo set.

Nel quarto gioco del secondo parziale il francese annullava due delicatissime palle break: il pericolo scampato risultava a posteriori la svolta della partita. Il ventiduenne russo iniziava infatti a innervosirsi e aumentare così gli errori: contestualmente diminuiva anche la sua percentuale di prime in campo, frangente che consentiva a Tsonga di essere molto aggressivo in risposta. Sul 5 pari del secondo, Rublev perdeva due volte nei successivi tre turni di servizio la battuta, consegnando in pratica in quella fase la vittoria a Tsonga, bravo ad esaltare il pubblico annullando nella parte finale del match complessive quattro palle break, prima di chiudere con un successo dopo circa due ore e mezza di appassionante partita.

Sarà dunque lui l’avversario mercoledì di Matteo Berrettini, primo ostacolo per il romano nella corsa alle ATP Finals (sarà una sfida inedita). Non sarà facile per l’azzurro, sia per il valore tecnico di un ex numero 5 del mondo come Tsonga, sia per le condizioni ambientali: il 34enne di Le Mans saprà rendere incandescente il Centrale, portandolo tutto dalla sua parte. Il nostro giocatore avrà invece un grande peso da dover gestire: sa di avere il grande vantaggio di occupare l’ottavo posto nella Race, l’ultimo utile per la qualificazione alle Finals. Il numero 1 azzurro è anche conscio di avere molte combinazioni a proprio favore, ma che è certo – indipendentemente da risultati altrui – di andare a Londra solo se arriva in finale questa settimana.

Altrimenti, deve sperare che un numero sempre più esiguo di concorrenti diretti, a seconda di quanto lui stesso andrà avanti a Bercy, non faccia meglio (o molto meglio, se più distaccato) di lui. Difficile riassumere qui tutte le varie opzioni attualmente esistenti, ma se ad esempio Berrettini dovesse perdere mercoledì, vincendo il torneo potrebbero superarlo un totale di nove giocatori (sino a Wawrinka, Isner e Khachanov, qualora uno di questi ultimi vincesse il Masters 1000 parigino). Se sempre per ipotesi Matteo invece si issasse sino a un piazzamento in semi, potrebbe essere beffato solo da una molto difficile serie di coincidenze (il verificarsi di due eventi tra i quarti di Zverev, la finale di Bautista e la vittoria di uno tra Fognini, Goffin e Monfils). In ogni caso, non resta che sperare anche questa settimana il meglio per i nostri due migliori giocatori.

Il tabellone completo (con tutti i risultati aggiornati)


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