Coco Gauff è già adulta: "Il tempo delle discussioni difficili è arrivato"

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Coco Gauff è già adulta: “Il tempo delle discussioni difficili è arrivato”

Già da qualche mese Gauff è impegnata nella campagna di protesta seguita all’assassinio di George Floyd. Il seguito è molto vasto. E non ha ancora l’età per votare

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Con i tempi che corrono non ci si aspetta che una ragazzina prenda posizioni di prima linea tanto rischiose. Pericolose, addirittura, nel senso di potenzialmente nocive alla diffusione planetaria e indiscriminata del proprio marchio, che nel caso di Coco Gauff sarebbe per l’appunto la faccia pulita della sedicenne fenomenale quando si ritrova con una racchetta in mano.

Colpa un po’ anche nostra se riteniamo che il recinto della vacuità debba per forza di cose comprendere chi si trovi sotto o sopra una determinata asticella anagrafica, per essere onesti. Coco avrà pure sedici anni, età che a ovest dell’Atlantico consente di guidare un’automobile ma non di votare per Presidenziali o governatorati, ma la sua voce, opportunamente amplificata dal lussuoso impianto dei network sociali, già si spende per questioni che vanno discretamente al di là delle serie televisive e delle collezioni di make up.

Ho una voce e la uso, nella speranza che le mie parole servano a stimolare in qualcuno la riflessione, soprattutto nelle persone a me prossime e in particolare nei miei amici bianchi. Molto triste che la protesta di oggi sia identica a quelle dei miei nonni cinquant’anni fa, ma evidentemente la condizione dei neri negli Stati Uniti non è buona come la grancassa mediatica ci vuol far credere“. Coco non potrà esprimere la propria preferenza alle urne che verranno allestite il prossimo novembre per scegliere il quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti d’America, ma la sua posizione è molto più chiara della maggioranza degli eventi diritto, specie per quanto riguarda le tematiche sociali.

Già molto attiva sui propri canali Instagram e Twitter nell’appoggiare il movimento “Black Lives Matter” sorto dopo le buie vicende di Minneapolis, Coco ha compiuto il passo successivo lo scorso mese di giugno, quando ha preso posto dietro a un microfono nella manifestazione di protesta pacifica organizzata a Delray Beach, la sua città natale. “Chiedo che il cambiamento stia avvenendo ora. Dobbiamo utilizzare la nostra voce, non importa quanto piccola o grande sia la piattaforma di persone che possiamo raggiungere.” Il video ha toccato numeri di visualizzazioni sufficienti ad affibbiargli l’aggettivo “virale”, con proseliti sparsi un po’ ovunque negli States e non solo. “Tutti hanno il dovere di far presente la propria visione della società, anche e soprattutto ai familiari e agli amici più stretti che vedono il problema della discriminazione razziale in modo diverso o non lo vedono affatto. Il tempo delle discussioni difficili è arrivato”.

Coco è diventata un’attivista,” ha dichiarato l’ex tennista USA Mary Carillo, attualmente opinionista che si potrebbe definire influente per NBC Olympics, nel corso di un’intervista concessa all’emittente TNS. Pare che la strada sia quella, in effetti. Per ora alzando la voce sui social e dai pulpiti sociali, in attesa di poter almeno mettere la propria x sulla scheda elettorale, ammesso che ciò conti più di un’attenta militanza. In ogni caso, sembra certo che l’esposizione mediatica e civile della sedicenne Coco sia destinata a spingersi molto più in là dei confini del rettangolo di gioco, e i tempi in questo senso potrebbero rivelarsi piuttosto stretti.

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