Paganini: "Dopo il Covid, a Wawrinka serve il doppio del tempo per recuperare energie"

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Paganini: “Dopo il Covid, a Wawrinka serve il doppio del tempo per recuperare energie”

Il preparatore atletico degli svizzeri parla degli strascichi del Covid, evidenti per Stan: “Ci siamo chiesti se fosse opportuno giocare in Australia”

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Stan Wawrinka - Australian Open 2021 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

Tra i tanti giocatori che negli ultimi mesi hanno dovuto combattere con i sintomi del Covid-19, c’è Stan Wawrinka. Lo svizzero (infettato verso fine dicembre) non ha presentato sintomi gravi, ma nonostante l’età relativamente giovane (35 anni) e il fisico da atleta professionista, percepisce ancora gli strascichi della malattia e del lungo stop nell’allenamento. Stan prima di scendere in campo a Melbourne ha raccontato di essere stato molto male nei primi giorni per poi negativizzarsi dopo un paio di settimane, ma mentre affrontava la preparazione per la lunga trasferta australiana si sentiva ancora debilitato.

Ha approfondito questo aspetto lo storico preparatore atletico dello svizzero, Pierre Paganini, che nei giorni scorsi ha anche parlato del recupero di Roger Federer, prossimo al rientro nel Tour ATP a Doha. “Stan mi chiamò dicendomi che non stava tanto bene. Ha fatto un primo test rapido che è risultato negativo, ma con un tampone ha scoperto di essere positivo” ha detto al Tages Anzeiger. “Ha lottato contro il Covid per 14 giorni: durante questo periodo ha perso la sua forma fisica, motivo per cui ci siamo anche chiesti se fosse opportuno andare a Melbourne“. La trasferta in Oceania non ha dato soddisfazioni a Wawrinka, costretto al walkover nei quarti al Murray River Open (dove ha comunque vinto due match) per poi essere eliminato da Marton Fucsovics all’Australian Open nel secondo turno. Una sconfitta dolorosa, perché ha mancato tre match point consecutivi nel tie-break del quinto set.

Paganini ribadisce che Stan non può ancora dare il suo 100% in campo: L’intensità che mette in allenamento è la stessa di prima. C’è però la sensazione che il tempo di recupero invece sia il doppio più lungo rispetto al solito. Parliamo comunque di un giocatore instancabile che ha un grande cuore e vuole continuare a provare. Stan ha ancora molto da dire nel circuito. Penso che sia uno degli atleti più sottovalutati in Svizzera“.

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