Medvedev punta i Big 3, non solo in campo: "È tempo di dare una lucidata al mio brand"

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Medvedev punta i Big 3, non solo in campo: “È tempo di dare una lucidata al mio brand”

La palette di sponsor si sta ampliando a vista d’occhio. BMW, Bovet e Lacoste sono già nel portafoglio, ma il numero due ATP ha altri progetti in cantiere. “Il rapporto funziona se le aziende capiscono che non lo fai solo per soldi”

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Numero due del mondo, il primo a farsi spazio sul secondo gradino del podio sempre occupato da un Fab 4 dall’estate del 2005; quattro Masters 1000 vinti, due finali Slam, e una sensazione strisciante, condivisa dai più: quando i mammasantissima si ritireranno, se mai l’evento accadrà, la guida del Tour potrebbe essere per qualche annetto proprio lui, Daniil Medvedev. Proveniente da Mosca, è l’unico rappresentante dell’ormai archiviata “Next Generation” ad aver portato l’asticella al livello richiesto per centrare i bersagli grossi.

Com’è ovvio, cotanta impennata non poteva non attirare l’attenzione delle grandi aziende, loro pure alla ricerca del nuovo volto da associare al marchio quando quegli altri avranno appeso la racchetta, e Daniil sta cercando di rifarsi il trucco anche fuori dal rettangolo di gioco. Un makeup che indubbiamente presenta delle difficoltà d’esecuzione, su vari livelli. Un esempio, il primo che salta alla mente, è l’insidiosa penetrazione del mercato USA, irrinunciabile per le mire espansionistiche del brand-tennista. In molti ricordiamo la rumorosa baruffa con il pubblico dell’Open degli Stati Uniti nel primo turno dell’edizione 2019, poi conclusa con una sconfitta da applausi nella finale con Rafa Nadal: non il miglior viatico per entrare nel cuore di chi, dolorosamente, dobbiamo definire potenziale cliente.

Quella volta penso di aver alzato i toni un po’ troppo – ha detto Medvedev in una lunga intervista concessa alla rivista Forbes, che dell’abbinata soldi-campioni se ne intende – ma dopo qualche partita e molti fischi sono riuscito a portare il pubblico dalla mia parte. Come? Solo esprimendo il massimo in campo, dando tutto ed essendo me stesso. Avrei potuto fare un plateale mea culpa e ingraziarmi la gente, ma non credo sia un atteggiamento vincente, di sicuro non è funzionale. Le persone capiscono al volo le falsità, i comportamenti affettati. La miglior pezza per medicare un comportamento sbagliato è rimediare con gli strumenti che ti dà il lavoro, senza inginocchiarsi mendicando comprensione“. Una presa di coscienza che è sembrata funzionare.

Daniil Medvedev – US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)

Secondo la celeberrima rivista economica di Jersey City, Medvedev si è classificato quinto tra i tennisti per guadagni accumulati nel 2020, con 11,8 milioni di dollari incassati, di cui 4,5 provenienti dagli sponsor. Lacoste, BMW, Bovet, Tinkoff Bank e Tecnifibre sono i nomi dei marchi più in vista già al fianco del moscovita, che recentemente ha avuto l’onore di finire sulla copertina di Forbes Russia. In maniera direttamente proporzionale alla velocità di scalata del ranking ATP, gli sponsor fanno a gara ad accaparrarsi il campione, e le richieste di partnership piovono copiose sulla sua testa. “Il che è senz’altro positivo – ha proseguito Daniil -, perché molte richieste aumentano le possibilità di scegliere le collaborazioni migliori sul tavolo. D’altra parte, com’è ovvio, tanti contratti di sponsorizzazione implicano una mole di impegni extra-tennis sempre maggiori che limitano il tempo libero. Penso ai cosiddetti big three: tutte le volte che li vedo hanno il telefono in mano, impegnati in faccende di affari“.

Lavorando con il suo team all’IMG, Medvedev ha scelto di collaborare con aziende in qualche modo legate alle passioni di una vita: auto sportive e velocità, in primis, insieme alle neonate predilezioni per orologi, moda e gaming. “Quando firmo un contratto cerco di impegnarmi almeno sul medio termine. Una scelta che mi permette di organizzarmi meglio e mi rende la vita più facile. Posso essere sicuro di essere sostenuto su un periodo non troppo limitato e anche l’azienda può aspettarsi la stessa cosa da me. Avere a che fare con il mondo dei motori è stato naturale, perché amo le auto e ho sempre sognato di guidarne una sportiva, sin da quando ero bambino. Quando ho iniziato a ottenere qualche risultato la prima macchina che ho acquistato è stata una BMW M4, ed ero veramente felice. Ora posso permettermi non solo di aiutarli a vendere il prodotto, ma di essere creativo, di essere parte dei processi di promozione dietro le quinte, perché il rapporto con loro non è un obbligo, ma deriva da una passione condivisa. E se le aziende capiscono che non lo fai solo per i soldi, si aprono nuove prospettive di rapporto“.

Se l’infatuazione per le auto affonda le radici nel passato remoto, Medvedev ha più recentemente approfondito l’interesse per orologi e abbigliamento. Negli ultimi tempi egli ha intensificato i rapporti con Pascal Raffy, titolare dell’antica casa orologiaia svizzera Bovet, il quale l’ha accolto a braccia aperte nel processo creativo della sua azienda. L’orologio che il finalista dell’ultimo Open d’Australia indossa nelle occasioni pubbliche è frutto di progetto di design a cui lo stesso Medvedev ha partecipato attivamente. Anche le interazioni con il noto coccodrillo francese stanno andando al di là del mero rapporto pubblicitario. In questo senso Daniil è avvantaggiato dall’avere a che fare con uno sponsor tecnico diverso rispetto ai concorrenti incentrati in primis sull’agonismo. Lacoste è anche, se non soprattutto, outdoor, tempo libero. “Da loro ho imparato qualcosa di nuovo tutti i giorni, e adesso sono veramente contento di essere parte della famiglia, di poter dare il mio contributo. Ammetto che in quest’ambito l’aiuto di mia moglie Daria è fondamentale, lei sa come ci si veste bene infinitamente meglio di me“.

Ma altri progetti bollono in pentola, dicevamo qualche riga fa. “Anch’io ogni tanto ho bisogno di staccare dalla routine, ma allo stesso tempo sento la necessità di competere in ogni momento. Quale svago migliore del gaming allora? Ultimamente con gli amici gioco spesso a Rainbow Six, anche se alla fine torno sempre da FIFA. Se ci sono interessi d’affari nell’ambito dei videogiochi? Di sicuro, ma non sono ancora pronto a svelarli“. Ne parleremo, quando sarà il momento. Nel frattempo, ci pare di aver inteso che la vetta del ranking ATP non sia l’unica cima a cui Daniil Medvedev ambirà nei prossimi anni.

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