La finale del Challenger 80 di Bangalore (India, cemento outdoor) è di Chun-hsin Tseng che batte il croato Borna Gojo (n.288 ATP) molto più nettamente di quanto non dica il punteggio di 6-4 7-5. Lo spalatino si è difeso al suo meglio, ma è un meglio che non è bastato contro i piedi veloci del cinese di Taipei. Intendiamoci, il 20enne Tseng, ex vincitore del Roland Garros junior, non sembra un fenomeno ma piuttosto un degnissimo rappresentante della scuola orientale: ergonomico negli spostamenti, piedi velocissimi e pochi fronzoli. Il concetto è ‘io la palla la metto sempre di là, poi vediamo cosa succede. Casomai non ritorna’. E infatti il croato ha dimostrato di non essere sempre in grado di reggere lo scambio, che se si prolungava ne metteva in evidenza qualche impaccio motorio. Il break a favore di Tseng nel quinto game poneva praticamente fine al primo set, mentre il secondo parziale era un po’ più confuso e il cinese dopo essere andato sul 2-0 ha accusato un momento di buio completo, concedendo ben cinque giochi consecutivi all’avversario. Ma sul 5-2 l’oscurità calava nell’altra metà campo e Gojo non avrebbe più visto palla. Tseng continua così nel suo percorso un po’ sottotraccia, ma, pur lontano dai riflettori, conquista il suo secondo Challenger (il precedente in dicembre a Maia, Portogallo) e migliora di parecchio il proprio best ranking salendo alla posizione n.158. Il 23enne croato (ex Wake Forest University) deve invece rimandare l’appuntamento con la sua prima vittoria Challenger, ma immaginiamo che abbia smesso di rimpiangere di non essere riuscito a giocare a calcio nel suo amato Hajduk Spalato. Adesso sta cominciando a vedere i risultati della sua scelta tennistica ed è già un pilastro della nazionale croata di Davis, come purtroppo ben ricorda Lorenzo Sonego.
A CHERBOURG – Nell’altro Challenger 80 di Cherbourg (Normandia, cemento indoor) vince Benjamin Bonzi che prevale nel derby su Constant Lestienne (n.236 ATP) col punteggio di 6-4 2-6 6-4 al termine di un match abbastanza equilibrato. Il 25enne di Nimes ha però fatto valere il maggior talento, rispecchiato dalla chiara differenza in classifica, soprattutto nei passaggi decisivi del match. Quindi, pur con statistiche simili, Bonzi è sempre apparso in controllo e non c’è mai stato un vero dubbio su chi alla fine avrebbe alzato il trofeo. Del resto è un gesto in cui Benjamin è abbastanza allenato, visto che nella passata stagione l’ha ripetuto ben sei volte.
