Una delle figure più iconiche e rappresentative della carriera di Novak Djokovic, nonché di fatto l’unico membro del team che accompagna il campione serbo ad essere rimasto indenne dalla rivoluzione intestina operata da Nole nel 2017 quando decise di separarsi dall’intero staff capitanato dallo slovacco Marina Vajda – in seguito ritornato in sella prima delle definitiva chiusura professionale nel marzo 2022 -, il manager italiano Edoardo Artaldi dovrebbe essere in procinto di terminare la sua collaborazione con il 24 volte vincitore Slam per volere del 36enne di Belgrado.
Per ora non sono ancora sopraggiunte prese di posizione ufficiali da parte del n. 1 del mondo in merito all’interruzione del rapporto professionale con il suo storico e fido collaboratore “Dodo”. La notizia, infatti, finora è stata riportata esclusivamente dal giornalista serbo di Sportklub Sasa Ozmo, il che la rende particolarmente attendibile data la grande vicinanza del collega balcanico alle vicissitudini del fresco trionfatore a Flushing Meadows per la quarta volta nella sua eccezionale carriera.
Un connubio quello tra il Djoker e il manager italico, che affonda le proprie radici all’incirca ad un decennio fa: correva il 2009 – in quel momento l’attuale allievo di Ivanisevic era situato alla quarta piazza ATP – e i due si conobbero nell’ambito di un contratto di sponsorizzazione che Djokovic siglò con il celebre marchio del Bel Paese Sergio Tacchini, per cui Artaldi ne seguì la transazione commerciale. Quando poi, successivamente, nel 2011 Novak abbandonò la nota e premiata firma di abbigliamento – e non solo – nostrana, Edoardo decise di seguirlo diventando col tempo un vero e proprio uomo di fiducia a 360° dell’asso belgradese. Ciò anche per merito della moglie del manager azzurro Elena Cappellano, che in svariate circostanze ha ricoperto un ruolo cruciale nella gestione e nella buona riuscita di alcuni apparati e segmenti di natura contrattuale della carriera di Nole.
Il loro rapporto professionale, come avviene nella sostanza di tutti quelli che hanno una durata così prolungata, non è stato sempre rose e fiori: ci sono stati anche alcuni momenti negativi e di complessità relazionale, come dimenticare per esempio le sfuriate rivoltegli nell’angolo durate lo svolgimento di alcune partite – su tutte, l’ormai celeberrima furia implacabile del serbo in occasione della finale dell’ATP 250 di Adelaide 2023 quando addirittura invitò furiosamente Dodo ad abbandonare il box – o le insinuazioni trapelate secondo cui l’affaire australiano fosse stato in parte causa delle mancanze del manager relativamente alla compilazione dei parametri per il modulo di ingresso sul suolo down under. Tuttavia, aldilà di questi spiacevoli episodi, la complicità umana fra Novak e Artaldi è sempre stata di gran lunga estremamente spiccata: ed è per questo che difatti questa apparente notizia lascia un po’ sbigottiti.
Perciò adesso si aspettano le parole del campionissimo di Belgrado, nel frattempo impegnato questa settimana in Davis a Valencia raggiunta in extremis dopo la scorpacciata newyorchese e la cerimonia festante in patria – dove ancora una volta è stato accolto come l’eroe nazionale per antonomasia – al fianco della nazionale serba di pallacanestro (la quale ha conquistato la medaglia d’argento ai Mondiali di basket 2023, perdendo la finale tenutasi alla Mall of Asia Arena di Manila per mano della Germania di Dennis Schroder) che potranno chiarire eventuali dubbi e motivazioni prese da lui in considerazione prima di maturare questa decisione.
In conclusione, Ozmo non esclude neppure l’ipotesi che Edoardo e sua moglie Elena possano continuare a far pare della squadra del n. 1 ATP ricoprendo ruoli differenti da quelli sino ad ora occupati: soltanto Djokovic potrà sciogliere tali supposizioni.