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ATP Finals: “Nessuno è più nervoso di Rublev. E quanto è esigente Medvedev! Djokovic? Guai se sta perdendo” Così li vedono i raccattapalle

Nessuno più di loro finisce per essere a stretto contatto con i campioni delle ATP Finals. Nostalgia del 2021

Last updated: 15/11/2023 18:53
By Margherita Sciaulino Published 15/11/2023
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6 Min Read
Cesare Ciccotti e Simone Milani - Torino 2023 (Instagram @next_tennis_academy)


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Ubaldo ritorna sull’epica impresa di Sinner contro Djokovic e le straordinarie emozioni vissute al Pala Alpitour nell’indimenticabile serata di martedì 14 novembre. E presenta, come ogni mattina, con la collaborazione di Alpitour, il prorgramma di giornata con l’inedito duello tra Alcaraz e Rublev e l’infinita sfida tra Medvedev e Zverev, che però curiosamente…

Cesare Ciccotti e Simone Milani sono due ragazzi di 17 anni, appassionati di tennis e giocatori classificati a livello agonistico. Si allenano presso la Next Tennis Academy di Torino e hanno iniziato l’avventura delle Finals già dalla prima edizione torinese. Questo è il terzo anno di fila che corrono da una parte all’altra del campo per raccogliere o lanciare palline agli 8 tennisti più forti del mondo.

Un‘esperienza stimolante per chi sta crescendo con questi campioni, ma decisamente stancante. Quest’anno sono stati messi nel gruppo serale. Le porte del centrale al Pala Alpitour si aprono alle 18:30 per la sfida del doppio, ma i ragazzi devono arrivare al meeting point alle ore 17. “Veniamo divisi in gruppi da 10 o 8 ragazzi” mi spiega Cesare, “Abbiamo un percorso da fare e un’entrata prestabilita che abbiamo provato nella giornata di sabato, prima che iniziasse il torneo. Dobbiamo sempre ricordarci di fare lo stesso giro. Entriamo divisi in due file, una va verso destra, e una va verso sinistra. I primi della fila fanno il giro intero del campo e si posizionano a rete. Dopo un’ora c’è il cambio dei raccattapalle e il sistema per uscire è sempre lo stesso”. Cesare parla come se si fosse preparato la risposta da ripetere a memoria, veloce e con precisione, ma la verità è che ormai conosce le regole perfettamente. Simone, nel 2021 era stato selezionato anche per la finale, mentre l’anno scorso aveva partecipato alla semifinale. Ad oggi ancora non sanno se anche per questa edizione riusciranno ad aggiudicarsi un ruolo fondamentale nelle ultime partite decisive.

Non tutte le difficoltà che si possono riscontrare sul campo dipendono da loro. L’umore dei giocatori, per esempio, è qualcosa di imprevedibile e può variare da punto a punto. “Quest’anno il giocatore più nervoso che ho visto è stato Rublev fino ad adesso” ha detto Simone, “Lunedì sera quando è entrato in campo sembrava che fosse successo qualcosa di terribile. Aveva una faccia davvero nervosa. Anche Rune all’inizio del match con Djokovic era molto teso. Sentivo Becker continuare a ripetergli di respirare, gli diceva che era troppo ansioso”. Alcuni dei giocatori pretendono di più, altri sono più tranquilli ma Cesare e Simone ormai sanno con chi devono fare più attenzione: “Quello che pretende di più è Medvedev perché vuole sempre due palline da un raccattapalle e due palline dall’altro durante il suo turno di servizio. Anche Djokovic quand’è sotto pressione diventa molto nervoso, si arrabbia molto. Il primo anno che avevo partecipato alle Finals ricordo che aveva urlato in faccia a un ragazzo che era di fianco a me”.

Col timore di essere stati troppo sinceri, vogliono aggiungere che però, fuori dal campo, sono tutti bravissimi, nonostante incontrarli sia un avvenimento molto raro per loro: “E’ molto difficile. Perché entriamo da due zone completamente diverse, siamo dalla parte opposta rispetto a loro. Però, anche quando capita di incontrarli dobbiamo ricordarci di essere professionali, non possiamo fare i ragazzi innamorati del tennis che chiedono foto o autografi”. Mentre parliamo, questi due ragazzi sembrano apparentemente tranquilli, sicuri di quelli che dicono. Ma prima dell’ingresso in campo l’adrenalina si trasforma spesso in ansia, soprattutto per Simone: “Il primo giorno, quando dovevo entrare in campo per il doppio ero spaventatissimo, non so perché. Comunque questo è il terzo anno ma l’ansia non passa mai il primo giorno. Poi una volta che entri in campo devi pensare talmente tanto a cosa fare che l’ansia sparisce. Però prima di ogni match sento sempre una forte agitazione salirmi dentro”. Cesare invece, sostiene che nel suo caso dipende molto dai giocatori che lo aspetteranno in campo: “Se c’è Djokovic o Medvedev sono sempre più agitato. So che dovrò andare ai mille all’ora e non potrò sbagliare, o rischierò di farli innervosire”.

Una fatica sia fisica che mentale. Devono stare in piedi, dritti e immobili, per poi scattare come dei fulmini da una parte all’altra del campo. Devono essere precisi, concentrati e lucidi, altrimenti, l’errore sarà sotto gli occhi di migliaia di spettatori oltre che in diretta televisiva. “Si è stancante” dicono in coro, “ma ne vale la pena”.

Naturalmente, entrambi tifano per l’italiano in gara, il nostro Jannik Sinner, ma se l’altoatesino non ci fosse, Simone confessa che tiferebbe Rune mentre Cesare, tiferebbe Zverev. E nonostante la presenza di Sinner, la loro edizione preferita resta quella del 2021: “L’organizzazione era gestita decisamente meno bene però questo andava a nostro favore. Era più divertente, eravamo più liberi, potevamo fare quello che volevamo, anche assistere alle partite dove non lavoravamo”.  


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TAGGED:ATP Finals 2023jannik sinner
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