La giornata delle teste di serie più prestigiose del singolare maschile de Roland Garros si è aperta, sul campo numero 14, con la vittoria convincente di Alex de Minaur (26 anni, numero 9 del ranking mondiale) ai danni di Laslo Djere (29 anni, numero 59 della classifica ATP): l’australiano – che nel 2024 raggiunse i quarti di finale – si è imposto con il punteggio di 6-3 6-4 7-6(6) in due ore e 35 minuti di gioco. Possiamo subito dire che questo match ha innanzitutto dimostrato ancora una volta i progressi di “Demon” sulla terra battuta: un avversario del genere – esperto della superficie – avrebbe rappresentato, fino a qualche anno fa, un ostacolo insormontabile per il tennis leggero di Alex, che invece oggi ha gestito senza troppi grattacapi e sbavature la potenza dei colpi dell’avversario.
Dopo aver controllato i primi due set de Minaur ha rischiato di pagare un piccolo passaggio a vuoto ma è riuscito a rimontare il break di svantaggio nel corso del terzo parziale, annullando un paio di set point e ricucendo il punteggio dal 2-5 al 5 pari: Djere, come al solito piuttosto generoso nei momenti clou, ha sprecato altre due occasioni, peraltro consecutive, sul 6 a 4 del tie break, buttando via il peggior dritto della mattinata sul 6 pari. L’australiano, a questo punto, non si è fatto pregare e ha chiuso la pratica dopo 2 ore e 35 minuti di gioco, vincendo il tie break con il punteggio di 8 punti a 6: al secondo turno se la vedrà con Alexander Bublik, che ha dominato in tre set James Duckworth.
Nel frattempo, sul campo intitolato a Simonne Mathieu, prendeva lentamente forma l’incubo di Daniil Medvedev: il russo, dopo aver rimontato due set di svantaggio a Cameron Norrie (29 anni, numero 81 della classifica ATP), si piantava ad un passo dalla vittoria, arrendendosi alla tenacia del giocatore britannico, che chiudeva la maratona del giorno con il punteggio di 7-5 6-3 4-6 1-6 7-5 in 3 ore e 53 minuti di gioco. La testa di serie numero 11, a dire il vero, aveva cominciato l’incontro con l’intensità giusta, e si era portato rapidamente sul 5 a 3, dominando un avversario innocuo: da quel momento, però, la luce russa si spegneva completamente, consentendo a Norrie di ribaltare il punteggio e l’inerzia emotiva con un parziale di 8 game consecutivi (da 3-5 a 7-5 4-0). Cameron, dunque, vinceva anche il secondo set, approfittando della crisi di nervi del rivale, che provava a sfogare tutta la sua frustrazione vomitando addosso al proprio coach tutte le parole della rabbia e della confusione: Medvedev, nel momento dell’allarme finale, annullava due palle break esiziali nel settimo game del terzo set (3 pari, 15-40), difendeva il turno di battuta più prezioso della partita e, finalmente, metteva in campo la personalità e la classe dell’ex numero 1: in pochi minuti vinceva il terzo, riapriva la gara, dominava il quarto (6-1) e scappava anche nel quinto (5 a 3), dominando un avversario ormai spento e con il serbatoio della benzina palesemente in riserva. Nel momento di concludere il lavoro, però, i fantasmi di Daniil (69 errori gratuiti) prendevano ancora una volta il sopravvento: il russo resuscitava un Norrie ormai idealmente già sotto la doccia, sprecava l’opportunità di servire per il match (5 pari) e non riusciva nemmeno a cogliere il salvagente del tie break decisivo, perdendo ancora una volta la battuta nel dodicesimo gioco, da 30-0, abbandonato completamente dal dritto. Il britannico poteva così festeggiare una delle vittorie più rocambolesche della carriera: al secondo turno se la vedrà con il lucky loser argentino Federico Gomez, che ha invece eliminato Kovacevic in quattro set.
Passiamo da uno psicodramma a un match, invece, molto più tranquillo, e nel caso di Zverev non è poi così scontato: il tedesco, testa di serie numero 3 del torneo, ha dominato il giovane americano Learner Tien (19 anni, numero 67 del ranking ATP) con il punteggio di 6-3 6-3 6-4 in un’ora e 53 minuti di gioco. Il finalista in carica si è goduto un esordio in scioltezza, gestendo con freddezza il gioco e il punteggio: non ha infatti perso nemmeno una volta il turno di battuta, vincendo addirittura 46 punti su 51 con la prima palla di servizio in campo. Zverev, che ha chiuso l’incontro con un bilancio in pari tra vincenti e gratuiti (28 e 28) ha imposto al match un ritmo decisamente insostenibile per il tennis gradevole dell’avversario, ancora un po’ acerbo e soprattutto leggero per questi campi: Sascha al secondo turno se la vedrà con il vincente della sfida tra Passaro e De Jong.
Chiudiamo infine con il quarto ritiro consecutivo a livello slam (con Medvedev a Wimbledon, con Tiafoe a New York, con Passaro a Melbourne) di Grigor Dimitrov: il bulgaro – che lo scorso anno venne eliminato da Jannik Sinner nei quarti di finale – si è arreso a un problema alla coscia e al giovane qualificato americano Ethan Quinn (21 anni, numero 106 della classifica mondiale) alla fine del terzo set: il bulgaro ha alzato bandiera bianca sul punteggio di 6-2 6-3 2-6 in suo favore dopo un’ora e 54 minuti di gioco, lasciando il via libera all’avversario, che al secondo turno avrà una grande occasione con il lucky loser kazako Shevchenko.
