Simone Vagnozzi parla giovedì per circa otto minuti a Radiodue nel programma “Non è un paese per giovani”, una chiacchierata con il conduttore Tommaso Labate che riesce a strappare il coach di Jannik Sinner dalla routine degli ultimi allenamenti in vista della partenza di Wimbledon. Una volta di più traspare nelle parole del coach dell’asso altoatesino la serenità di giudizio nel valutare le situazioni che si succedono nell’avventura quotidiana col tennista italiano più forte di tutti i tempi.
Labate: come sta il nostro campione?
Vagnozzi: “Sta bene; siamo arrivati a Londra da un paio di giorni, ci stiamo allenando e le prime sensazioni sono buone. Jannik si sta allenando duramente, speriamo di mettere la giusta benzina per arrivare al primo turno”.
Labate: Quanto pesa nella testa di un ragazzo che sembra impermeabile a tutto la doppia sconfitta in finale con Alcaraz?
Vagnozzi: “Non nascondo che non è stato facile, soprattutto dopo Parigi, perché a Roma era dopotutto il primo torneo dopo tre mesi e arrivavamo con tanti dubbi. È stata una sconfitta un po’ più ‘dolce’. Quella di Parigi è pesata un po’ di più, ma dopo quella finale posso dire che tutti noi oggi proviamo ancora più stima di prima nei confronti di Jannik, per quello che ha dato e per come ha lottato. Il giorno stesso è sicuramente dura da accettare, ma il giorno dopo capisci che se anche è una partita importantissima, alla fine resta solo una partita di tennis. In un momento come quello attuale, con tutto quello che sta succedendo nel mondo, non dobbiamo dimenticarci che noi siamo dei privilegiati ad essere lì: dobbiamo godercela”.
Labate: nel vostro angolo, tra te e Cahill e tutto il gruppo, vedo delle persone pacate ma in cui si vede un affiatamento di fondo in cui non è solo sport, ma è quasi famiglia, vita quotidiana. È effettivamente così?
Vagnozzi: “Noi viviamo insieme 24 ore su 24, quindi se non ci fosse questo affiatamento sarebbe difficile raggiungere questi risultati. C’è bisogno di trovare questo spirito di gruppo, dove Jannik è ovviamente l’attore principale. È lui che fa la differenza, noi dobbiamo stare lì a dargli una mano, supportandolo nei momenti difficili e facendolo stare tranquillo quando tutto va bene. È importante capire come gestire le giornate al meglio e capire quando dargli magari qualche giorno di riposo. Poi tutti noi membri del team facciamo quello che ci piace, lo facciamo con lo spirito giusto”.
Labate: In tanti in Italia hanno rimarcato come il tifo del pubblico francese si sia schierato dalla parte di Alcaraz. Jannik sembra impermeabile alle critiche e alle notizie negative, ma quanto può soffrire il tifo contro?
Vagnozzi: “Tra Francia e Italia c’è sempre questa rivalità… Alcaraz è stato anche un po’ ‘furbo’ a portarsi il pubblico dalla sua parte, era sotto due set a zero e aveva bisogno di energie. È stato bravo a gestirla in questa maniera, ma non ci dimentichiamo che due settimane prima (a Roma, ndr) aveva tutto il tifo contro… Non possiamo attaccarci solo al tifo. Poi ci sono volte in cui è anche bello giocare col tifo contro, ti dà quella motivazione in più. Penso che il tifo sia stato più decisivo per Alcaraz che non penalizzante per Sinner”.
Labate: ci puoi descrivere la vostra giornata tipo?
Vagnozzi: “Abbiamo preso una di quelle case molto vicine al club… In dieci minuti di camminata arriviamo lì; in alcuni giorni facciamo solo una sessione di tennis e una di atletica, mentre in altri facciamo doppia seduta di tennis. Poi oggi abbiamo avuto la fortuna di poter palleggiare 45′ sul Centre Court, una possibilità nuova. Il Centrale lo danno solo ad alcuni e scelgono loro a chi darlo: hanno dato quest’anno la possibilità solo a Jannik, Medvedev, Djokovic e Alcaraz quest’anno. Noi prima mandiamo al torneo il nostro piano di orari al torneo, che ci prenota tutti i campi. Chiaramente il numero uno del mondo ha qualche corsia preferenziale, mentre gli altri giocatori devono chiedere il giorno prima dove giocheranno”.
Labate: state provando a trattenere Cahill anche dopo la fine dell’anno?
Vagnozzi: “Sì sicuramente, sarebbe stupendo. Si è creata un’ottima alchimia tra Jannik e Darren e tra me e Darren. Saremmo felicissimi, qualche battutina ogni tanto gliela facciamo… ogni tanto gliela butto lì!”.