Emma Raducanu supera Naomi Osaka con un convincente 6-4 6-2 e centra i quarti di finale al WTA 500 di Washington per la terza volta in carriera. Una vittoria importante non solo per il prestigio dell’avversaria, ma anche per ciò che racconta sul momento della britannica: in crescita dal punto di vista fisico, sempre più solida sul piano tattico, e con una ritrovata fiducia che si riflette nei numeri – ventesimo successo stagionale per lei, un traguardo non banale dopo mesi difficili.
Il match si presentava come un confronto tra due giocatrici dallo status simile: ex campionesse Slam, entrambe alle prese con un lento processo di ricostruzione. Osaka, rientrata nel circuito dopo la maternità, sta cercando da tempo di ritrovare ritmo e continuità; Raducanu, invece, è in piena fase di rilancio dopo il calvario degli infortuni e i tanti stop che hanno frenato la sua ascesa post-US Open 2021.
Per Raducanu, questa vittoria rappresenta più di un semplice passaggio del turno. È un segnale di solidità, di maturità ritrovata. La ventiduenne britannica sembra finalmente poter costruire una continuità agonistica che le è mancata negli ultimi due anni. I colpi ci sono sempre stati, ma ora sembrano sostenuti da un fisico più affidabile e da una ritrovata concentrazione.
Osaka, invece, paga ancora l’assenza di ritmo partita e una condizione atletica che ha bisogno di tempo per tornare ai livelli pre-gravidanza. Qualche segnale positivo si è visto nel primo set, ma nel complesso è stata troppo discontinua per impensierire una Raducanu così centrata. Nei quarti, la britannica affronterà un’avversaria piuttosto ostica (Maria Sakkari), ma con questa versione Emma può legittimamente puntare al bersaglio grosso (anche perché in semifinale sfiderebbe una tra Tauson e Kalinskaya: tante candidate al titolo si trovano nella parte alta). Intanto, Washington le ha restituito un po’ di quel sorriso che le mancava da tempo.
Primo set: equilibrio iniziale, poi l’allungo di Raducanu
L’avvio è stato equilibrato, con entrambe le giocatrici concentrate al servizio. Osaka parte bene nei primi game, mostrando discreta aggressività con il dritto, ma è Raducanu a impressionare di più per pulizia tecnica e profondità nei colpi. Il rovescio lungolinea della britannica è spesso vincente o comunque capace di aprire il campo. È proprio un’accelerazione di rovescio a preparare il break nel quinto game, che permette a Emma di portarsi avanti 3-2. Da lì in poi, la britannica alza ulteriormente il livello al servizio, tenendo a zero il turno successivo e spingendo Osaka all’errore nei momenti cruciali. Il set si chiude con Raducanu avanti 6-4, senza aver mai concesso palle break.
Secondo set: dominio Raducanu, Osaka si spegne
Nel secondo parziale Raducanu parte con grande determinazione e strappa subito il servizio a una Osaka che fatica a reggere gli scambi prolungati da fondo campo. I colpi della giapponese non fanno male, e la sensazione è che Naomi non riesca a trovare la giusta intensità – soprattutto negli spostamenti laterali, dove spesso arriva in ritardo. Emma ne approfitta e sale rapidamente 3-0, tenendo con disinvoltura anche nei turni di battuta più complicati. Il finale è un crescendo per la britannica, che continua a rispondere con profondità, costringendo Osaka all’errore e togliendole qualsiasi iniziativa. Il match si chiude con un netto 6-2, frutto di una superiorità costante nei fondamentali e di una gestione mentale ineccepibile.