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ITF

Stefano Reitano sospeso per aver scommesso sul tennis: la storia

Il tennista torinese, che ha un best ranking di n.484 ATP in doppio, non potrà prendere parte ad eventi professionistici per sette mesi

Last updated: 01/08/2025 22:04
By Gianluca Sartori Published 31/07/2025
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7 Min Read


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Sette mesi di stop dall’attività professionistica e una multa di 7500 dollari (di cui 3750 sospesi). È la punizione inflitta al tennista italiano Stefano Reitano, incappato in una vicenda poco piacevole relativa alle scommesse sul tennis. L’atleta torinese classe 1997, che ha un best ranking di 484 del mondo in doppio e 854 in singolare, è stato ritenuto colpevole di aver effettuato 32 scommesse sul tennis dal 2018 al 2022, e di aver incoraggiato e/o promosso il betting nel Febbraio 2023.

La vicenda, secondo quanto emerge dal dispositivo integrale emesso il 16 luglio 2025 dall’Anti-Corruption Hearing Officer Jeffrey A. Mishkin e pubblicato nella giornata di oggi, 31 luglio, dall’Itia, inizia il 28 aprile scorso, quando a Reitano viene notificata dall’Itia l’accusa di aver scommesso sul tennis incoraggiando a fare lo stesso anche un altro giocatore professionista italiano, il cui nome è stato secretato ma che all’epoca dei fatti, secondo quanto sostenuto da Reitano, non era più attivo sul circuito e inoltre aveva alle spalle appena una decina di partecipazioni a tornei ITF.

Il processo si è tenuto davanti al giudice Mishkin, al quale Reitano si è appellato per mitigare il più possibile la sanzione. Il tennista italiano, fin dai giorni immediatamente successivi alla notifica dell’accusa, ha ammesso in pieno le sue responsabilità, e ha cercato di attutire il più possibile le conseguenze, che secondo la sezione H del Tennis Anti-Corruption Programme avrebbero potuto prevedere una multa di 250mila dollari, un pagamento equivalente a tutte le vincite ottenute tramite le scommesse e una squalifica dal circuito fino a tre anni.

Davanti al giudice indipendente, Itia ha sostenuto che Reitano ha scommesso sul tennis in concerto con altri, guidando terzi a commettere violazioni del regolamento con un comportamento deliberato, abituale e premeditato. Inoltre, secondo l’accusa, le scommesse hanno rischiato di avere un impatto sull’integrità e sull’immagine dello sport, avendo lui scommesso su match di alcuni dei top player italiani, incluso un atleta con cui ha una solida relazione di amicizia (anche qui, non viene fatto il nome). Stefano, nelle sue memorie difensive, si è fatto scudo affermando che la sua condotta sia stata episodica e non maliziosa, adducendo una sostanziale “mancanza di giudizio” in alcune circostanze, ma sottolineando altresì di non aver mai manipolato o tentato di manipolare l’esito dei match su cui ha scommesso, di non aver mai ricevuto pagamenti da terzi e di non aver mai coinvolto altri atleti in alcun tentativo di corruzione. Inoltre, secondo Reitano, le puntate sono sempre state minime (da 5 a 20 euro), e il danno per l’integrità dello sport è sempre rimasto solo potenziale, e non reale. Le cifre ottenute giocando queste schedine, inoltre, si aggirerebbero sugli 800 euro in cinque anni, una cifra relativamente contenuta che fa capire come non ci sia stato nessun ingente profitto.

Il giudice, basandosi sulle linee guida del TACP, ha valutato che dalle chat Whatsapp non sia emerso chiaramente un tentativo di Reitano a spingere altri a scommettere, ma ha altresì evidenziato che lo stesso Reitano abbia ammesso di aver scommesso pur essendo consapevole del divieto di farlo per un tennista professionista, avendo seguito in passato un programma educativo dell’Itia. Mishkin, nel suo dispositivo, sottolinea: “Reitano parla di età e inesperienza come fattore attenuante, ma non lo trovo così giovane e inesperto”. Questi fattori aggravanti hanno fatto collocare l’infrazione nella categoria di illeciti cui viene ricondotta una squalificata tra i 6 e i 10 mesi. Il giudice, poi, ha determinato in sette mesi l’esatto tempo di stop applicando la norma che prevede la riduzione del 25% sull’entità massima (dunque sui 10 mesi) nel caso in cui l’accusato abbia immediatamente ammesso le sue responsabilità, collaborando per una rapida conclusione del procedimento, e questo è stato il caso.

Per quanto riguarda la multa comminata, a far propendere il giudice verso una sanzione non eccessivamente afflittiva è stata la parte delle Guidelines in cui viene precisato che nel commisurare l’importo è possibile prendere in considerazione i mezzi finanziari della persona accusata. Nel corso del giudizio, l’Itia ha chiesto una multa di 10mila dollari. Reitano ha chiesto la parziale o totale conversione della multa in obbligo di prendere parte a iniziative di stampo educativo, sostenendo di provenire da una famiglia il cui reddito annuo totale è inferiore ai 40mila euro, di aver sempre dovuto sostenere in prima persona i costi dell’attività tennistica, senza aver potuto sfruttare fondi pubblici o federali, e che per questo anche una sanzione modesta ha per lui conseguenze personali sproporzionate. L’Itia ha allegato i guadagni ottenuti da Reitano nel periodo incriminato: $1,750 (2018), $600 (2019), $0 (2020), $1,392 (2021), e $7,030 (2022). Il giudice Mishkin, considerando l’entità della situazione finanziaria del giocatore e la sua immediata e totale ammissione di responsabilità, ha ritenuto di dover comminare una sanzione di 7500 dollari, di cui però 3750 vengono sospesi a condizione che nel periodo di ineleggibilità (dunque, da qui sino al 15 febbraio 2026) Reitano non ricaschi in altre infrazioni.

L’intera storia, dunque, tratteggia una vicenda in cui Reitano, un giocatore di relativamente modesta caratura che ha sempre dovuto sudare per guadagnarsi da vivere con il tennis, ha gravemente peccato di superficialità, non tenendo conto del fatto che le attuali stringenti normative avrebbero potuto punire in modo molto severo anche condotte non certo criminose. Le chat Whatsapp, che erano state ottenute dall’Itia durante un’indagine per match fixing in cui Reitano è risultato completamente estraneo, non dimostrano un suo reale tentativo di convincere questa persona a scommettere.


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