Aryna Sabalenka giunge alla vigilia dello US Open con la presumibile pressione che deve sopportare una numero uno della classifica ancora senza allori-slam nella stagione e con una Swiatek che ha posto fine al periodo di crisi e si è già riportata alla piazza d’onore del ranking. “Ho bellissimi ricordi” – esordisce la campionessa uscente – “è sempre bello essere qui”.
D: Hai sempre detto che è il tuo torneo più amato, raccontaci di quanto sia per te importante essere qui per difendere il titolo.
Sabalenka: “E’ importantissimo; essere qui per difendere il successo dell’anno scorso dà grandi vibrazioni e io sono eccitatissima. Quest’anno ho ricevuto lezioni durissime negli altri Slam, spero vada meglio a New York, considerando il supporto di cui godo tra la gente e quanto io ami giocare qui”.
D: Sei numero uno dall’inizio dell’anno e hai dimostrato grande consistenza; sarà dura accettare eventualmente un anno senza titoli major?
Sabalenka: “Sarebbe fantastico chiudere vincendo qui, ma se non accedesse considererei l’anno comunque fantastico e le lezioni che ho ricevuto mi aiuteranno per una nuova stagione piena di successi”.
D: Coco Gauff sta lavorando con Gavin MacMillan: hai in mente quanto tempo vi ci volle per raggiungere i miglioramenti che cercavate?
Sabalenka: “Sì, gli sono davvero grata per il suo aiuto in periodi difficili nel passato. Lui mi ha aiutato moltissimo, io ero disperatamente alla ricerca di cambiamenti sulla battuta e posso dire che all’incirca dopo due settimane il problema era risolto”.
D: Ti sei sempre trovata a tuo agio in questo torneo o sei riuscita a prendere confidenza solo nel corso degli anni?
Sabalenka: “Credo che ogni cosa richieda il suo tempo. Ricordo la prima volta a New York per me, passai attraverso le qualificazioni: pensai che era enorme, che io ero così lontana dal vedere i miei sogni avverarsi e che tantissimo lavoro mi separava dai miei obbiettivi. Le prime volte era tutto molto confuso, poi la quinta o la sesta volta incominciai a sentirmi meglio e ad apprezzare tutto quanto”.
D: Cosa pensi del fatto che negli ultimi 11 anni il torneo ha avuto 10 vincitrici differenti?
Sabalenka: “Che bisogna cambiare tendenza (sorride)! Non posso dire che ignoravo il dato; il tennis femminile è così imprevedibile… Dovremmo cambiarlo o anche solo provare a cambiarlo?”.
D: Cosa pensi riguardo alla sfida del ripetersi qui?
Sabalenka: “Che c’è una grande pressione, anche solo perché il posto è enorme e ti sembra qualcosa di più grande di tutti gli altri”.