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Interviste

US Open, Gauff: “Il cambio di allenatore prima di uno Slam? Mi sarei sentita folle anche facendolo prima di un 250!”

Coco Gauff approfondisce i motivi del repentino cambio di guida tecnica. "Gavin era disponibile, ha esperienza in questo campo, volevo approfittarne"

Last updated: 23/08/2025 18:07
By Redazione Published 22/08/2025
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10 Min Read
Coco Gauff – WTA Cincinnati 2025 (foto via Twitter @WTA)


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Coco Gauff ha fatto parlare di sè nei giorni immediatamente seguenti al torneo di Cincinnati per aver deciso di cambiare il suo allenatore Matt Daly con lo specialista della biomeccanica Gavin McMillan, che si è occupato anche in passato di correggere il movimento del servizio di altre campionesse, tra cui Aryna Sabalenka.
Durante il media day dello US Open ha parlato di questo e di altri argomenti a 360 gradi, come la collaborazione con Miu Miu, il cantante Tyler, The Creator e la sua passione per Love Island.

Ti abbiamo vista allenarti con Gavin [McMillan] sul campo sotto la pioggia. Grande dedizione. Puoi parlarci della decisione di separarti da Matt [Daly] e del perché hai scelto di coinvolgere Gavin nel tuo team?
COCO GAUFF: È stata una decisione molto improvvisa. Gavin è diventato disponibile e ho sentito che fosse la scelta migliore per il mio gioco. Con Matt ho avuto un rapporto bellissimo, è un grande coach e una grande persona, mi è piaciuto tantissimo lavorare con lui. Abbiamo avuto un percorso di successo insieme, ma penso al lungo termine. Gavin ha esperienza in quello che sto cercando di fare, quindi spero di poter attingere alla sua conoscenza e vedere cosa succede.

Come ti senti a fare cambiamenti tecnici o pensare ad aggiustamenti pochi giorni prima di un torneo così importante?
COCO GAUFF: Un torneo è un torneo, odio perdere ovunque sia. Se fosse stato un 250 mi sarei sentita ugualmente folle a fare un cambiamento. Ma ho visto questa come un’opportunità: in questa fase della stagione non ho troppi punti da difendere, e guardo sempre a lungo termine. Spero di sistemare le cose entro lunedì o martedì, quando giocherò. Se non succede, avrò comunque il resto dell’anno per lavorarci. Sapevo però che dovevo cambiare dal punto di vista tecnico, e non volevo sprecare tempo a fare cose sbagliate.

Da parte di Gavin c’è stato mai un pensiero del tipo: “Accidenti, proprio prima dello US Open?”
COCO GAUFF: No, lui è una persona sicura di sé. Ovviamente c’è pressione per entrambi, ma non penso alle opinioni esterne. Penso solo a cosa è meglio per il mio gioco. Potrei anche accontentarmi e dirmi: ho vinto il Roland Garros, fatto due finali di fila, i quarti in Australia, va bene così. Ma so dove voglio portare il mio tennis. Non voglio sprecare tempo a giocare in un modo che non mi rappresenta.

Sei stata capace, pur avendo già ottenuto tanto, di mantenere la lucidità su ciò che vuoi migliorare. È sempre stato così per te? Ti sei sempre sentita libera di sperimentare?
COCO GAUFF: Sì, sono sempre stata così. Anche quando ho vinto lo US Open, sono stata chiara: non ero del tutto contenta del mio livello di gioco, anche se il risultato è stato fantastico. Io voglio sempre migliorare, sono ossessionata dal processo. A volte può farmi male, perché ci penso forse troppo. Ma ho una visione chiara del mio futuro e penso di essere vicina al livello che cerco. Questo lavoro tecnico credo possa mettere insieme tutti i pezzi.

Stai collaborando con Miu Miu. Cosa ti piace di questa partnership con un brand di moda fuori dallo sportswear?
COCO GAUFF: È stato bellissimo lavorare con loro. A Cincinnati ho usato l’ultimo dei tre completi creati insieme, e presto faremo ancora più cose fuori dal campo. È raro che nel tennis ci siano collaborazioni così. Essere tra le prime è davvero speciale, e spero che altri brand seguano questa strada.

Quando hai vinto a Parigi hai citato Tyler, the Creator. Quanto sei precisa nella scelta della musica prima delle partite? La programmi?
COCO GAUFF: Non la programma, dipende da come mi sento. In genere se sto andando bene in un torneo tendo a mantenere la stessa canzone pre-partita. Di solito alterno rap e gospel. Se sono molto nervosa ascolto gospel, mi aiuta a calmarmi. Se mi sento bene, scelgo rap. In Francia, prima della semifinale ero euforica, quindi rap; prima della finale sentivo il bisogno di calma, quindi gospel. Alla fine ha funzionato (ride).

Negli ultimi 11 anni allo US Open ci sono stati 10 diverse campionesse. Cosa ti fa pensare questo dato?
COCO GAUFF: Onestamente, non molto. Anche Wimbledon è simile. Nel tennis femminile, con partite al meglio dei tre set, è più facile che emergano nuove vincitrici. Al meglio dei cinque, invece, il tempo aiuta il giocatore più forte a rientrare. Però penso sia una cosa bella: se prima di un torneo sai già chi saranno le semifinaliste o finaliste, diventa monotono. Invece così c’è sempre la possibilità di una nuova campionessa.

Con l’aumento dei montepremi, che ruolo sentite di avere in questo progresso?
COCO GAUFF: È positivo che continui ad aumentare, ma anche i ricavi dei tornei stanno crescendo grazie ad attività extra come il Fan Week o il doppio misto. Credo sia giusto che una parte più consistente vada ai giocatori. Avete visto la lettera circolare su questo tema. Per me è importante per il futuro non solo del tennis, ma anche di altri sport. Penso alla WNBA, per esempio: sarebbe bello che in tutti gli sport le donne arrivassero a ricevere una quota equa.

Ti abbiamo visto allenarti sotto la pioggia forte mercoledì. Perché quella scelta?
COCO GAUFF: In realtà pioveva solo leggermente, ma sui social sembrava fossi in un uragano. I campi non erano così bagnati. Ho servito spesso sotto la pioggia in passato. Semplicemente volevo più ripetizioni, e i campi indoor erano tutti occupati.

Quanto conta per un’atleta indossare qualcosa in cui si sente bella, a proprio agio e motivata?
COCO GAUFF: Tantissimo. Per me è anche motivazione extra: con un bel completo voglio giocare bene anche per avere belle foto (sorride). Da donna, quando il look ti convince, ti senti più sicura e puoi concentrarti solo sul gioco. E poi la moda porta anche nuovi fan nello sport, non solo i tifosi “tradizionali”. Guardate l’NBA: tanti vanno alle partite più per i giocatori o lo spettacolo che per conoscere tattiche o regole. Nel tennis sarebbe bello avere lo stesso effetto anche durante i tornei in giro per il mondo.

L’anno scorso non hai giocato il tuo miglior tennis qui, ma hai comunque vinto due Slam in momenti in cui non ti sentivi al massimo. Quanto ti conforta questa consapevolezza?
COCO GAUFF: Moltissimo. Mi sentirei peggio se giocassi benissimo e perdessi. Sapere che posso ancora crescere mi dà fiducia. Anche al Roland Garros ho alternato partite eccellenti ad altre meno brillanti. Il mio obiettivo è raggiungere un livello costante per tre-quattro settimane o per tornei importanti consecutivi. Con i cambiamenti che sto facendo penso che ci arriverò, serve solo tempo.

Non ti sei mai iscritta al doppio misto. Lo hai seguito? Hai avuto un po’ di FOMO (Fear Of Missing Out, paura di non esserci ad una occasione importante)?
COCO GAUFF: Sì, l’ho guardato e un po’ di FOMO c’è stata. Amo il doppio misto, l’anno scorso ho giocato il formato a un set con Ben ed è stato divertentissimo. Ma quest’anno avevo troppi impegni con gli sponsor e sapevo che non sarebbe stato possibile. Se faccio qualcosa, voglio farlo con la giusta concentrazione. È stato fantastico vedere la disciplina ricevere attenzione; il formato era bellissimo, e penso si possa migliorare ancora permettendo più spazio agli specialisti. Sarebbe un prodotto già eccellente, ma ancora migliore.

Vedi una tua partecipazione al misto in futuro o pensi non ci sarà mai spazio?
COCO GAUFF: Non chiudo la porta, c’è sicuramente una possibilità. New York è sempre complicata per me, ma se anche gli altri Slam introducessero il formato sarebbe più facile.

So che sei fan di Love Island. Hai seguito altro quest’estate? Serie o libri?
COCO GAUFF: Ho letto Weapons, mi è piaciuto. Amo la saga di Fourth Wing. Love Island è l’unico reality che seguo davvero. Ho provato Temptation Island, ma l’ho trovato ridicolo: chi partecipa con il proprio partner? Poi sono stata pigra con i libri. Ho guardato anime, i soliti. Ma, davvero, Love Island mi ha occupato tutta l’estate. Sto cercando il coraggio per invitare qualcuno del cast a una mia partita, ma non sono sicura di riuscirci.

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