Termina dopo due ore intense l’avventura di Venus Williams allo US Open 2025. La 45enne si arrende al primo turno a Karolina Muchova, ma non prima di mettere a referto quantomeno il secondo set per prolungare il match. Per la statunitense si trattava del quarto match in poco più di un mese tra Washington, Cincinnati e US Open dopo quasi 500 giorni di assenza.
D. Venus, sei partita molto lentamente e poi sembravi aver trovato il tuo gioco. Cosa è successo all’inizio e poi quando sei riuscita a ingranare?
VENUS WILLIAMS: “Sicuramente sono partita un po’ lenta, ma non è necessariamente una cosa negativa. Non ho giocato molte partite quindi sto ancora ritrovando tutte le sensazioni. Credo di aver avuto un game sullo 0-40 e ho pensato: “Oh no, non un doppio break”. Fortunatamente l’ho evitato, almeno in quel set, e da lì sono davvero riuscita a entrare nel mio gioco. Oggi non ho vinto, ma sono molto orgogliosa di come ho giocato“.
D. Come descriveresti la sensazione di tornare in campo? Erano passati un paio d’anni.
VENUS WILLIAMS: “Non credo di aver mai avuto un pubblico così tanto dalla mia parte. Quando ho perso i primi due game, erano comunque con me punto dopo punto, non importava se stessi perdendo e la partita mi stesse scivolando via velocemente, loro erano lì con me e mi sono sentita benissimo. Sapevo entrando in campo che le persone in questo stadio, negli Stati Uniti e nel mondo, facevano il tifo per me e questa è stata una sensazione bellissima”.
D. So che hai detto di non avere in programma altri tornei quest’anno e che di solito non giochi dopo lo US Open, ma considerando l’alto livello mostrato stasera e i progressi dell’ultimo mese, è qualcosa che potresti riconsiderare?
VENUS WILLIAMS: “Ci sono tornei negli Stati Uniti? Qualcuno può spostarne uno qui? Non so se a questo punto della mia carriera voglio viaggiare così lontano per giocare. Amo competere, il livello del mio gioco è salito molto da Washington. Ho cercato in tutti i modi di scrollarmi di dosso la ruggine, ma alla fine in tre o quattro partite si può fare solo fino a un certo punto. Ho sbagliato alcuni colpi che dipendono più dalla sensibilità che dall’allenamento e oggi non sono riuscita a evitarlo. Ho avuto molte risposte in cui ero vicina, ma serve ripetizione. Sono cose che oggi non mi sono riuscite. Non era colpa mia (ride, ndr), è il modo migliore in cui posso dirlo”.
D. Quindi nel tuo programma, in pratica, non hai piani?
VENUS WILLIAMS: “C’è qualcosa? Non gioco neanche in alta quota, quindi non andrò a Guadalajara“.
D. Il prossimo Slam è in Australia, dove hai giocato spesso bene.
VENUS WILLIAMS: “È un po’ lontano anche quello (ride, ndr)“.
D. Ma in carriera hai viaggiato molto. Hai fatto tante volte queste trasferte…
VENUS WILLIAMS: “Sì, l’ho fatto. Ma ora il mio obiettivo è fare ciò che voglio. Volevo esserci quest’estate, sono molto grata a chi mi ha dato la wild card. Avrebbero potuto dirmi: “Sei stata assente troppo a lungo, non hai vinto molte partite negli ultimi anni”. Non sono stata fortunata con la salute e con gli infortuni. Invece tante persone hanno creduto in me e sono grata di aver avuto questa possibilità di rimettermi in gioco e di avere l’opportunità di colpire di nuovo bene la palla. Gioco un tennis entusiasmante, è molto divertente scatenarsi in campo e colpire il più forte possibile. Sono più felice quando posso colpire forte.
Credo di aver giocato partite a Cincinnati e a Washington dove non sapevo ancora bene come controllarmi. Oggi invece penso di aver gestito meglio: capire che non devi sempre colpire al massimo, puoi giocare un colpo intelligente e poi attaccare quello successivo. Non si smette mai di imparare. Sto ancora imparando su me stessa, se penso alla partita contro di lei nel 2020 ero così a disagio. Non stavo bene, avevo tanto dolore. Oggi la differenza è stata enorme: mi sentivo molto meglio e sono grata di aver potuto giocare con questa sensazione e quindi avere una vera possibilità“.
D. Hai mostrato grande gioia per ciò che stavi facendo. Come descriveresti quello che hai dimostrato a te stessa attraverso quella gioia e il duro lavoro che ti ha portato qui?
VENUS WILLIAMS: “Il mio team e io abbiamo lavorato il più duramente e rapidamente possibile. Non ci siamo presi neanche un giorno libero. Non sono uscita a cena, non ho visto amici, non ho fatto altro che allenarmi per tre mesi al massimo. Da ogni partita che non ho vinto ho cercato di imparare, di migliorare. Neanche ricordo più la domanda ora, ma va bene così”.
D. Quello che hai dimostrato a te stessa.
VENUS WILLIAMS: “Ah, cosa ho dimostrato a me stessa? Per me tornare in campo significava darmi la possibilità di giocare in condizioni di salute migliori. Quando giochi senza star bene, ti condiziona anche mentalmente, non solo fisicamente. Resti bloccata anche nella testa. Quindi… (si commuove) è stato bello sentirmi più libera”.