La voce di Ubitennis approda su CNN Sports online: il direttore Ubaldo Scanagatta, è stato intervistato dalla celebre testata americana per raccontare il boom del tennis italiano e le ragioni di un successo destinato a durare.
“Siamo particolarmente viziati in questo momento – ha raccontato Scanagatta a CNN Sports parlando del boom del tennis in Italia – Sinner è il miglior atleta, il miglior sportivo del nostro Paese… è già un idolo.”
Veterano del circuito, con quasi 180 Slam seguiti in carriera, tra cui 51 Wimbledon e 50 Roland Garros, Scanagatta sottolinea come mai, in decenni di cronaca, avesse visto il tennis raggiungere una simile popolarità in Italia.
Il calcio resta il re indiscusso dello sport italiano, ma la mancata qualificazione al Mondiale e l’assenza di fuoriclasse globali hanno creato spazio per nuove passioni:
“Non abbiamo Messi, Ronaldo, Mbappé o i grandi campioni della Premier League – osserva Scanagatta – e questo ha dato più possibilità al tennis di farsi strada.”
A testimoniare la rivoluzione culturale ci sono anche i numeri:
“Non avevamo mai visto la prima pagina della Gazzetta dello Sport dedicata al tennis. Ora il tennis è ogni giorno su tutti i giornali, qualsiasi cosa faccia Sinner. Io stesso ho avuto 70 milioni di visite lo scorso anno sul sito, che per il tennis è enorme. Quando ho iniziato con il blog e poi con il sito, ero felice se facevo mille visite al giorno.”
Ma a rendere così solido il movimento non c’è solo Jannik Sinner. La CNN ricorda come accanto al numero uno azzurro ci siano altri grandi protagonisti: da Lorenzo Musetti, talento cristallino capace di incantare con il suo rovescio a una mano e reggiungere risultati formidabili; a Lorenzo Sonego, giocatore di carisma e cuore che ha firmato successi pesanti in Coppa Davis fino a Matteo Berrettini, finalista a Wimbledon nel 2021 e uno degli apripista del movimento. Senza dimenticare la crescita del doppio – con coppie come Bolelli/Vavassori – e l’onda lunga del settore femminile, trainato da Jasmine Paolini.
Secondo il direttore, anche la Federazione italiana ha avuto un ruolo decisivo:
“Adesso la federazione aiuta i giocatori che vanno bene. Possono allenarsi al centro nazionale, e se hanno bisogno di un fisioterapista, di un medico, di un nutrizionista, lì trovano tutto.”
Fondamentale anche l’organizzazione di tornei sul territorio:
“In Italia ci sono almeno quattro o cinque tornei giovanili importanti, che piacciono al pubblico – gli spettatori amano fare i talent scout – e costano meno rispetto agli eventi di primo livello. Noi stiamo organizzando più tennis di chiunque altro, e questo aiuta tantissimo perché i giocatori italiani possono competere in casa, senza spendere cifre enormi per viaggiare. I sudamericani, ad esempio, devono partire a gennaio e restare lontani da casa per otto mesi o più.”
Per Scanagatta il successo genera successo, in un meccanismo che si è già visto altrove:
“È lo stesso effetto psicologico che Borg ebbe su Wilander, Edberg, Jarryd, Nystrom negli anni ’80, quando ci furono quattro o cinque svedesi nella Top 10. Oppure l’impatto di Becker e Graf in Germania, che ispirarono Stich, Haas e Kiefer. Sono cicli che si ripetono nei vari Paesi.”
Neppure la breve squalifica per doping, poi chiarita come incidente e dovuta a uno spray applicato dal fisioterapista, ha intaccato l’immagine di Sinner:
“Nessuno in Italia ha mai pensato che volesse barare. Tutti lo apprezzano come persona, perché si è sempre mostrato umile, legato alla famiglia e ai valori giusti. Non si è mai montato la testa, non è arrogante.”
Parole che ribadiscono ancora una volta come in Italia il tennis non sia più solo fenomeno sportivo, ma culturale e anche – oggi possiamo dirlo – generazionale.