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Reading: US Open, Vavassori: “Il doppio è spettacolare, tecnico, veloce. Va promosso di più, è perfetto per i media moderni”
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Interviste

US Open, Vavassori: “Il doppio è spettacolare, tecnico, veloce. Va promosso di più, è perfetto per i media moderni”

Chiacchierata in libertà di Andrea con Luca Baldissera. "Bello il coinvolgimento delle star del singolo, ma ora bisogna crescere. I grandi doppisti sono top-player di una disciplina diversa"

Ultimo aggiornamento: 03/09/2025 16:59
Di Redazione Pubblicato il 01/09/2025
17 min di lettura 💬 Vai ai commenti
Andrea Vavassori, US Open 2025

Andrea Vavassori è già campione dello US Open anche se ancora sta giocando il torneo di doppio insieme a Simone Bolelli, avendo vinto il rivoluzionato torneo di doppio misto con Sara Errani. Di questo e molto altro Andrea ha parlato direttamente da New York con Luca Baldissera: di seguito quanto evidenziato.

D. Siamo qua con il mitico Andrea Vavassori, che anche se oggi sta ancora giocando il secondo turno, è già un campione 2025 di questo torneo insieme alla leggendaria Sara Errani. Partiamo da questo, Andrea. Lasciando stare il discorso del ricco montepremi, che soddisfazione tornare sul luogo del delitto con una situazione così cambiata, e dire “no, ma guarda che ci siamo ancora noi qua, eh, pure se avete portato i top del singolo”. Come l’avete vissuta?

Vavassori: “Be’, sicuramente i soldi erano un grande incentivo, ma, come hai detto te, la cosa più importante era un’altra, era quella di mandare un messaggio e penso che ci siamo riusciti. Erano tanti mesi che guardavamo a questo come un appuntamento molto importante e lo statement che abbiamo fatto prima, quando è uscita la notizia, secondo me è stato anche molto importante per invogliare gli organizzatori a invitarci a questo torneo, perché non eravamo neanche sicuri di giocarlo, quindi abbiamo detto il nostro punto di vista. Penso che quando dici le cose in maniera chiara, senza essere arroganti, ma essendo comunque onesti anche con quello che è il nostro percorso, il messaggio venga apprezzato anche molto dai doppisti, ma comunque anche rispettato da parte degli organizzatori. Ho avuto anche delle belle chiamate con Eric Butorac (responsabile USTA per le relazioni con i giocatori, n.d.r.). Quando fai valere il tuo punto di vista nella maniera giusta, con le parole giuste, senza essere appunto arrogante, è sempre molto apprezzato, perché è giusto che ci siano anche delle opinioni diverse. È stato importante essere i rappresentanti dei doppisti, perché c’erano 16 coppie ed eravamo gli unici specialisti veri.“

D. Per dire, la numero uno Katerina Siniakova mica l’hanno invitata…

Vavassori: “Eh, infatti. Mi è spiaciuto molto sia per lei che per Arevalo che avevano chiesto un invito. Diciamo che dal punto di vista degli organizzatori, penso che sia stato l’epilogo peggiore, perché avrebbero preferito molto di più che vincessero Fritz e Rybakina al primo turno e per noi sarebbe stato un brutto colpo. Invece questa vittoria, secondo me, ha mandato un messaggio importante. Ci sono sicuramente state polemiche per quanto riguarda il fatto di aver rotto la tradizione, la storia che è comunque importantissima del doppio misto, che si gioca dall’800, quindi sono tantissimi anni che si gioca il torneo in questo modo. Però, come hai detto anche te, come mi hai detto prima di registrare, ci sono degli aspetti positivi che non si possono togliere, come il successo di pubblico del torneo.“

D. In Italia l’hanno visto tutti, era notte fonda e guardavano il doppio misto, a mia memoria mai successo. Dovevo prendere l’aereo per venire qua, e mi chiamavano alle 3:00 di mattina, dicevo “ma che fai sveglio?” e rispondevano “sto guardando Andrea”…

Vavassori: “Esatto! Siamo riusciti a riempire uno stadio di più di 20.000 persone in una finale trasmessa su ESPN, su SuperTennis in Italia, quindi ha avuto una risonanza incredibile…. Abbiamo avuto anche un sacco di risonanza sui social media, su Instagram ci sono stati un sacco di highlights, un sacco di punti, un sacco di backstage. Le stars comunque del singolo hanno richiamato ovviamente tanta gente, quindi secondo me è stata una veramente una vetrina importantissima per la nostra specialità e io ho detto anche in altre interviste che può anche essere un punto di partenza per costruire qualcosa sul doppio.“

D. Magari qualcosa di ibrido, fare, non so, una una parte di tabellone con un po’ di specialisti, integrare con i grandi singolaristi, a invito, potresti avere un bel tabellone magari più abbondante, da 64 in cui metterci tutti…

Vavassori: “Sì, e poi come sappiamo, uno dei problemi è che il calendario è molto fitto, Cincinnati quest’anno è finito il lunedì e il doppio misto è iniziato il martedì. Anche Iga Swiatek è stata bravissima ad arrivare, si vede quanto è appassionata a giocare a tennis, quanto ama questo sport… Jannik che ha avuto anche dei problemi fisici non ce l’ha fatta, purtroppo. Adesso abbiamo anche la possibilità, dopo aver vinto il titolo, di sederci al tavolo e parlare anche del nostro punto di vista. Sicuramente bisogna aumentare le coppie di specialisti perché abbiamo fatto vedere che il doppio è apprezzato anche se è giocato da specialisti in maniera diversa, ci sono delle skills che i singolaristi non hanno. Il fatto che passi sempre la narrativa che i singolaristi se giocassero il doppio giocherebbero meglio dei doppisti è una narrativa sbagliata…“

D. Non adesso, forse 30 anni fa, guarda, te lo dico, io sono un po’ più vecchio di te, all’epoca forse sì, ma adesso ci sono degli automatismi, una velocità di gioco per cui non esiste un adattamento facile.

Vavassori: “Hai detto bene, a me non piace il messaggio che se i singolaristi si allenassero per il doppio sarebbero meglio dei doppisti. Invece, secondo me, non è proprio così, perché ci sono singolaristi che potrebbero farlo, uno come Jannik, uno come Alcaraz che hanno un talento incredibile ce la farebbero, ma non altri. L’istinto per la rete non lo crei, ad esempio”.

D. A proposito di rete, molti sostengono che il signor Vavassori Andrea, compresi i singolaristi, nell’ambito molto specialistico del gioco a rete sia il più forte del mondo attualmente, come copertura, riflessi e tutto. Sara l’anno scorso, quando vinceste qua, e io notai che a volte faceva serve&volley bella sicura, mi rispose “Luca, so benissimo che il mio servizio è quello che è, ma tanto con Andrea davanti io copro un metro e mezzo di rete, che problema c’è?”. E questo è un esempio del lato spettacolare del doppio, un tennis che si vede sempre di meno. Ormai a rete non va più nessuno, vanno a stringersi la mano a volte. In un mondo in cui, parlavamo anche di questo prima, cercano di rendere il prodotto televisivo veloce e spettacolare, beh, il doppio sembra fatto apposta. Un doppio di professionisti visto da vicino, lo dico per chi ci leggerà che magari non ha avuto occasione di farlo, è come un videogioco, velocità incredibile, spettacolo.

Vavassori: “Sì, sì, è vero, è perfetto per i media di adesso! E per la nuova generazione, penso che è stata una vetrina veramente importante perché abbiamo dimostrato anche che, ad esempio, nella semifinale contro Harrison e Collins, in campo non c’era nessuna star vera e propria, cioè nessuno veramente che è conosciuto dalla gente, però abbiamo fatto divertire un sacco il pubblico, ci sono stati dei punti, soprattutto la palla break sul secondo set sul 2 pari che è stata un punto incredibile, lo stadio è esploso.

Ci sono veramente delle cose da prendere da questo torneo e da portare magari anche nel futuro. Come hai detto te, il doppio può essere veramente una cosa molto apprezzata dalla nuova generazione perché è molto rapido, ci sono punteggi anche col punto secco, col tie-break al posto terzo set, partite più corte. Ma il marketing, purtroppo, è la prima cosa da curare, io lo continuo a ribadire, ed è la cosa per cui sto spingendo di più anche nel Player Council, in questi giorni ho parlato con tanti doppisti. Abbiamo parlato quasi un’ora con Mate Pavić su quello che possiamo fare anche insieme, su quello che si può fare tra di noi per cercare di spingere in questa direzione qui. Le cose purtroppo non cambiano da un giorno all’altro, però secondo me c’è tanto lavoro che si può fare in questo senso. E dobbiamo prendere la nostra strada, siamo una disciplina diversa. Se vuoi giocare perché sei un singolarista e vuoi comunque divertirti nel doppio, lo giochi, però, secondo me, non è la strada invogliare i singolaristi a giocare il doppio.

Secondo me, la strada è quella di cercare di rendere i doppisti più forti mediaticamente, più star. Uno come Mate Pavić, ad esempio, che ha vinto tutti e 4 gli Slam, ha vinto la medaglia olimpica, ha vinto la Davis Cup, che non sia riconoscibile in giro per il mondo, magari solo in Croazia e in Italia perché in Italia ha giocato tante volte, secondo me è una cosa che non va bene per il nostro sport. Qua in America a volte accendo la TV, e riescono a rendere televisivo il baseball dei ragazzini di 13/14 anni, cioè loro fanno le inquadrature epiche sui quattordicenni che giocano a baseball. Noi non riusciamo a fare un lavoro sul doppio che è uno sport spettacolare? Gli americani sono dei fenomeni in questo, a rendere tutto visibile. Non a caso hanno hanno avuto loro questa idea del doppio misto, e io dico, tra me e me, com’è possibile che non riusciamo a rendere televisivo uno sport, come hai detto te, che potrebbe essere veramente uno sport del futuro perché è veloce, è rapido, ci sono tanti capovolgimenti e comunque si vede una cosa che tecnicamente uno di solito non vede, cioè il gioco a rete?

Bisogna cambiare il punto di vista e la narrativa, è molto importante, perché se tu continui a svilire il doppio dicendo che i doppisti sono dei giocatori falliti del singolare, quella è la cosa più sbagliata. Invece bisogna far capire che i doppisti più forti sono i top di una disciplina diversa. È come se dicessimo ogni volta che Usain Bolt era il più forte dei 100 e dei 200 e se avesse fatto anche i 400 sarebbe stato il più forte anche lì. Ma non funziona così, e con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Io sto cercando di continuare a spingere su quello, sul fatto di dividere un po’ le le due discipline senza svilirle.

D. Magari utilizzare il traino del momento d’oro del tennis perché a livello mondiale, in generale, sta diventando uno degli sport più seguiti. Qua in America hanno i loro sport, ma se andiamo a vedere proprio dati alla mano, in Italia guarda che stiamo rivaleggiando, cosa impensabile, col calcio.
Vavassori: “Sì, in Italia è incredibile“.

D. A parte quello, io ho parlato con Musetti perché mi interessava tecnicamente chiedergli com’era scambiare sul dritto con Osaka, che è uno dei migliori diritti femminili. E lui mi diceva che sì, da un lato c’è questa differenza chiara, però era impressionato dal modo in cui lei entrava sempre in anticipo. Il misto diventa una cosa intrigante perché vai a vedere certe dinamiche che non vedi di solito, io ho visto scambi più spettacolari nel doppio misto che a volte nel doppio maschile, che se vogliamo è talmente scarno a volte…
Vavassori: “Sì, è vero, il doppio misto secondo me è diverso rispetto al doppio maschile perché devi avere alcune caratteristiche, magari un doppista fortissimo nel doppio maschile non è efficace anche nel doppio misto perché comunque devi giocare bene anche da fondo, devi rispondere tanto, devi servire comunque benissimo perché il tuo game di servizio non lo devi perdere mai, a rete devi aiutare la compagna“.

D. Comunque le ragazze non rispondono mica male, eh!
Vavassori: “Come Sara! Lei risponde tantissimo, è una di quelle che rispondono più di tutte le altre alle prime dei maschi.“

D. Ok, facciamo questa crociata, io mi metto in testa con la bandiera del doppio perché essendo vecchio ormai a livello agonistico faccio solo il doppio! Andrea, parliamo un attimo solo per concludere ovviamente di te e Simone. Stagione che sul cemento è iniziata benissimo con la vittoria a Washington, poi un paio di inciampi, e vi presentate qua allo US Open, chiaramente, come sempre, con ambizioni. Come vi sentite?

Vavassori: “Io mi sento molto bene, anche Simo si è allenato benissimo, è tornato a casa dopo Cincinnati e ha avuto tempo 8-9 giorni per allenarsi e ci sono, devo dire, buonissime vibes e poi stiamo sempre bene insieme con tutto col team, è venuto qui anche Pim Pim Johansson a seguirci in questi giorni, abbiamo avuto modo anche di allenarci insieme con lui. Quindi ci sono davvero buone sensazioni. Poi ho apprezzato molto anche il rispetto di tutti i colleghi, il rispetto dei coach, quasi tutti mi hanno fermato, mi hanno fatto i complimenti per la vittoria nel misto. Anche delle cose che mi porterò dietro per sempre, come quando mi ha fermato Martina Navratilova nei corridoi, e mi ha detto “facciamo il tifo per voi, sono contenta che abbiate vinto” e mi ha abbracciato, sono aneddoti che mi porterò dietro per sempre.”

D. Andrea, io sono con te, speriamo di riportare tutti insieme il doppio a a quelli che erano dei fasti incredibili perché proprio ai tempi di Martina Navratilova, giocavano McEnroe, Connors, Evert, tutti i migliori, più i doppisti specialisti. Un passo alla volta, dai. Qua a New York devo dire che è stato fatto un passo enorme anche mediatico.
Vavassori: “Sì, un passo alla volta. Però, sì, come hai detto te, è anche una cosa interessante e una sfida, quindi sono sono fiero comunque di portarla avanti“.

D. Andrea, un abbraccio, grazie mille per la chiacchierata e la rifacciamo a intervalli regolari, facendo il punto della situazione. Vogliamo dare qualcosa in più a questo tennis perché ci sta.
Vavassori: “Esatto. Sì, io voglio mandare un un bel messaggio. Poi spero sia preso nella maniera giusta”.

D. Fantastico, grazie mille, Andrea, e in bocca al lupo.
Vavassori: “Grazie a te!“


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