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Rassegna stampa

Rassegna stampa – Sinner battuto, ad Alcaraz lo US Open e la vetta del ranking

La rassegna stampa di lunedì 8 settembre: E la sfida continua (Crivelli). Carlos torna re. Sinner si inchina (Azzolini). Sinner giù dal trono (Semeraro). Sinner perde il trono. Alcaraz si prende New York e il numero 1 (Calandri)

Ultimo aggiornamento: 08/09/2025 9:44
Di Andrea Binotto Pubblicato il 08/09/2025
16 min di lettura 💬 Vai ai commenti

E la sfida continua (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Un anno fa, stringeva quella coppa con l’orgoglio di chi aveva attraversato la tempesta. Il caso Clostebol era ancora freschissimo, e Jannik aveva conquistato uno Slam pur con la testa attraversata da mille pensieri. Anche stavolta è arrivato fino in fondo, ma non è riuscito a regalarsi un bis che sarebbe stato storico […]: la difesa del titolo non si concretizza a New York dal 2008, dal quinto trionfo del Maestro Roger. […] Quando Ivan Lendl, che alzò il primo dei suoi tre trofei agli Us Open giusto quarant’anni fa, gli consegna il piatto dello sconfitto, Jannik non nasconde un tenero sorriso. Ha perso il torneo, ha perso il numero uno, ma da due anni i suoi risultati rimangono un certificato per l’immortalità sportiva: «È stata un’annata eccezionale, stavolta ho perso contro un giocatore migliore di me, complimenti a Carlos e al suo team. Ho cercato di mettercela tutta e di essere all’altezza dello show. Ringrazio la mia squadra, mi ha sempre sostenuto […]». […] Il conto degli Slam stagionali, dunque, si chiude come un anno fa: due a due tra lui e Carlos […]. Due arcirivali legati da un rispetto e da un’amicizia che rendono i loro duelli un romanzo romantico che lascerà tracce indelebili nella storia, come ha ricordato Jannik durante il torneo: «Penso che tra di noi ci sia una bella amicizia anche fuori dal campo. È una cosa bella da vedere, dimostra che è possibile. Non è che dobbiamo essere nemici anche lontani dai match. Certo, siamo avversari quando scendiamo in campo e cerchiamo di giocare il nostro miglior tennis, ma finisce lì. Dopo la stretta di mano, tutto torna normale. Questo è bello. Abbiamo grandi team intorno a noi. Abbiamo anche una vita normale fuori dal tennis: lui ama il golf, io ho le mie passioni». […] Così diversi ma così uguali: «Ci alleniamo molto seriamente, abbiamo una squadra che ci supporta ed è molto sincera e onesta. Il tennis è importantissimo e dipende anche da quanto sei disposto a sacrificarti per questo sport, perché è necessario. Ma sì, penso che sia bello: una cosa è essere un buon tennista, un’altra è essere una brava persona. Sono due cose diverse, e penso che noi un po’ abbiamo entrambe. Quindi è positivo». E quanto al numero uno che Carlos gli ha sottratto, il duello è appena cominciato: «Io non difendo titoli—ha detto Jannik nei giorni scorsi — cerco di vincerli. Inseguo trofei e belle prestazioni, è quello che provo a fare. Qui è stato speciale ma non abbastanza contro questo Alcaraz […]». Una battaglia tra i due Giganti destinata alla leggenda.

Carlos torna re. Sinner si inchina (Daniele Azzolini, Tuttosport)

L’All-In lo firma Alcaraz, si prende tutto, lascia a Sinner appena le briciole. Vince il sesto Slam su sette finali giocate, scavalca Jannik in classifica, entusiasma il pubblico giocando di forza e di destrezza. È il suo anno, il primo posto è meritato, ha vinto di più, ha pareggiato il conto degli Slam, e ha dipinto a Sinner un futuro meno agevole di quello che il nostro aveva immaginato. Offre una dimensione di sé, lo spagnolo, che invita a rivedere tutti i pronostici sul futuro. Continuità? Solidità? A questo Alcaraz non mancano, è cresciuto, è diventato un ometto […]. Sinner deve correre ai ripari, e per lui il concetto ha una sola applicazione: tornare a studiare, a migliorare. Sotto la pressione esercitata da Carlitos, il taccuino delle cose da fare si è riempito. Il servizio deve progredire ancora, le variazioni fluire con maggiore scioltezza. Oggi la classifica dirà che Carlos è in testa con 11.540 punti, Sinner è dietro con 10.760. Non importa, 65 settimane di primato sono un’impresa invidiabile. […] Non sembra nemmeno l’inizio di una finale Slam, piuttosto il quarto set della finale di Wimbledon, quello che Alcaraz non ha potuto giocare […] ma se l’è trascinato dietro per mesi, divorato dalla voglia di riscatto, dall’urgenza di dimostrare che in quella finale dei Championships non era lui, la testa non l’aveva aiutato e i colpi le erano andati dietro sparpagliandosi per il campo senza costrutto. È un altro Alcaraz, o forse è semplicemente l’Alcaraz che Sinner farà bene ad aspettarsi da qui in avanti. […] Il dritto di Alcaraz detta legge, dà forma agli scambi e quasi sempre li chiude. Sul servizio dello spagnolo non si gioca. […] Alcaraz ingurgita famelico i suoi servizi vinti a zero. L’unica, per Jannik, è cercare di evitare quel dritto che gli fora il cervello e fa sanguinare i suoi sforzi. Ci prova attaccando e già va meglio, ma gli spazi che gli concede lo spagnolo sono ridotti, e qualche errore a rete è da mettere in conto. Arriva il secondo break, Alcaraz chiude con una differenza punti che non era prevedibile fra i due: 31 a 18. […] Serve la riscossa… Sinner mette da parte gli attacchi a rete e torna ai consueti diletti. La scelta è di alzare il ritmo, e se non basta, alzarlo ancora. Lo fa, e ad Alcaraz non piace nemmeno un po’. Il break arriva al quarto game e Sinner vola al 4-1, rimontando sul suo servizio da 15-30. Si torna al tennis che fece sussurrare ad Alcaraz “non riesco a rispondere ai suoi colpi da fondo”, nel pieno della finale di Wimbledon. Sinner è di nuovo dominante, la speranza è che duri… Non tanto, a quanto si vede. In tutti i primi servizi dei set, Sinner lascia una palla break. Letale nel primo, disinnescata nel secondo, ma nel terzo Alcaraz è ancora pronto a colpire, e ritrova la sua dimensione da giocoliere recuperando il terzo game da 0-30, con uno smash molto arcuato, colpito quasi dalla riga di fondo, che Sinner cerca vanamente d’intercettare. Alcaraz si ritrova 5-0, Sinner torna a commettere errori che non appartengono al suo tennis. Forse sperava che la conquista del secondo set, decisamente meritata, gravasse maggiormente sui neurociti di Alcaraz, mettendone a soqquadro le certezze fino a renderlo malleabile. Non è così, e la delusione è forte per Jannik. Sbatte la racchetta per terra, scuote la testa, guarda il suo box quasi cercasse un colpevole. Ma non è lì che deve cercare. L’unico è Alcaraz, tornato imperiale nell’esecuzione dei suoi servizi. […] Perso il secondo servizio, Sinner si limita a cercare un punto che eviti il sei-zero. Lo trova con l’unico servizio rimasto: tra i due, in 15 sfide, non c’è stato mai un set perso a zero. Di nuovo nella fossa, Sinner sa bene che il match deve andare a prenderselo lui, in qualche modo, ma con coraggio e senza esitazioni. […] Ma anche nel quarto Sinner concede la palla break. L’annulla con un gancio di dritto che sfiora la riga. […] E il game più lungo del match, Sinner se lo prende al terzo vantaggio, ma è una fatica improba. La svolta si consuma nel quinto game, che Sinner conduce 30-15, ma rimette in discussione con un doppio fallo. Alcaraz si stacca, non molla un servizio che è uno. Sinner annulla due match point, è l’ultimo guizzo. L’immagine della vittoria coglie Alcaraz a braccia sollevate. Si riprende il cemento che lo ha lanciato nel 2022. I punti sono 112 a 89. Troppi… Ora è Sinner a dover correre ai ripari.

Sinner giù dal trono (Stefano Semeraro, La Stampa)

Su Flushing Meadows piomba Donald Trump e a pagare dazio stavolta è Jannik Sinner. Che è vestito di rosso ma non ha il solito fuoco dentro. […] Che non ha abbastanza nervi per trovare un lumicino in fondo al tunnel, e soprattutto non abbastanza servizio (68% di punti sulla prima contro l’86 di Carlitos, appena il 49 % di prime contro il 60) per aggrapparsi ad una speranza; e qui forse c’entra qualcosa il fastidio agli addominali rimediato contro Aliassime in semifinale. Carlitos manovra il diritto in cross […], ma scava anche angoli da geometra psichedelico; quando ne ha bisogno tocca a rete con magnificenza, gattona acrobatico per rimettere l’impossibile, e sprinta come una gazzella. Jannik cerca la lunghezza, a tratti la violenza, ma gli manca spesso la misura (27 errori gratuiti, 21 vincenti appena contro 42) ed esce quasi sempre dislocato dal braccio di ferro. […] Nel secondo approfitta dell’unico passaggio a vuoto di Alcaraz, piazzando il primo break dopo quasi un’ora, ma va giù malamente nel quarto, rischiando il “bagel”. Nel quarto prova ad alzare la voce, agita finalmente il pugnetto. «Lanciati la palla più vicino!», gli urla coach Vagnozzi dalla tribuna […]. Ma Jannik si consegna definitivamente cedendo per la quinta volta il servizio (in tutto il torneo gli era capitato 4 volte) nel quinto game con un diritto fuori misura da metà campo. Non è la giornata della Volpe, forse la sua peggiore al servizio nei match che contano. Così il Niño si prende in quattro set (6-2 3-6 6-1 6-4) il secondo Slam dell’anno dopo il Roland Garros, il sesto in carriera (a 22 anni è il più giovane a riuscirci dopo Borg) e dalle mani di Ivan Lendl la seconda argenteria degli Us Open dopo quella del 2022, pareggiando il conto nei major con il gemello diverso che aveva trionfato a Melbourne e a Wimbledon, in una alternanza di delusioni e redenzioni che da sola ha retto l’annata del tennis. Soprattutto gli sottrae il numero 1 del ranking, dopo 65 settimane di regno sinneriano. Riprenderselo non sarà facile. […] «Oggi ho provato a dare il meglio», sintetizza Jannik, rassegnato più che abbattuto. «Ma non sono riuscito a fare di più». Il bilancio ora è 10-6 per Alcaraz che ha vinto sette delle ultime otto sfide. «Vedo più spesso te, Jannik che la mia famiglia», scherza Carlitos, con in mano l’assegno da 5 milioni di dollari. «In campo, negli spogliatoi, al ristorante. Forse ora ci prenderemo una pausa». È lui l’unico incubo agonistico di Sinner. Purtroppo, un incubo ricorrente.

Sinner perde il trono. Alcaraz si prende New York e il numero 1 (Massimo Calandri, la Repubblica)

Carlitos, king of New York. Più forte di Jannik, almeno questa volta. […] Con un tennis divertente e una fisicità da leopardo, […] una determinazione guerriera, ha vinto meritatamente gli Us Open in 4 spettacolari set (6-2, 3-6, 6-1, 6-4), in 2 ore e 42 minuti di gioco. Per un istante, quando Sinner gli ha annullato i primi 2 match point, il pensiero è andato al Roland Garros e all’incontro ribaltato dallo spagnolo. Ma poi ha chiuso con un gran servizio. […] Alcaraz si è ripreso il trono del tennis, è il nuovo numero uno del mondo: dopo 65 settimane Sinner gli passa il testimone. Però è pronto a riprenderselo. La sfida tra i due giovani marziani, che in poco più di tre mesi, per tre volte e su tre diverse superfici si sono incontrati in una finale Slam, è appena cominciata. […] Sulla terra rossa di Parigi ha vinto il murciano, sull’erba londinese il ragazzo dai capelli rossi; ieri sera il cemento Usa ha dato di nuovo ragione all’altro, che negli scontri diretti è in vantaggio 10-5. […] La creatività, la varietà, la forza di uno, contro la resistenza, precisione, solidità mentale dell’altro. Un viaggio intorno alla Terra, senza sosta, regalando emozioni. «Vamos, Carlitos: tenis es alegría!», gli gridava dal box il suo allenatore, Juan Carlos Ferrero: sì, il tennis è allegria. Alcaraz ha meglio interpretato l’incontro: più solido e duttile, ancorato a un gran servizio ma formidabile in ogni parte del campo. Ha sollevato il trofeo in argento di Tiffany col suo nome inciso sopra (a casa si porterà una copia in scala ridotta), si è messo in tasca un assegno da 5 milioni di dollari. Che festa, col suo clan. Anche Jannik ha ricevuto l’abbraccio della sua squadra: Simone Vagnozzi e il supercoach australiano Darren Cahill, il preparatore Umberto Ferrara e l’osteopata Andrea Cipolla. Era la sua quinta finale Slam consecutiva. Dopo Melbourne e i tre mesi di stop concordati con la Wada, ha perso in finale al Foro Italico e al Roland Garros, ha trionfato a Wimbledon, si è ritirato a Cincinnati: «Sono super soddisfatto della mia stagione». […]


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