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Rassegna stampa

Magica Jasmine (Crivelli). Paolini super, anche Swiatek si arrende (Martucci). Cose dell’altro mondo (L. Ercoli). Musetti sorride: stop a De Minaur e Aliassime (Bertellino)

Last updated: 11/10/2025 15:32
By Stefano Tarantino Published 11/10/2025
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23 Min Read


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

Magica Jasmine (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Andiamo a comandare. Hai capito, la Boss Paolini. La partita perfetta, una lezione di tennis, un viaggio in paradiso. E il sogno delle Finals anche in singolare, come un anno fa (in doppio è già qualificata insieme con la Errani), ormai a portata di racchetta, giusto premio per il talento, la tigna e la tenacia della campionessa con il sorriso che conquista. Poche storie: quella dei quarti di Wuhan contro la Swiatek è la vittoria più bella e probabilmente più importante della carriera di Jas. È vero, stiamo parlando di una giocatrice capace di raggiungere due finali Slam a Parigi e a Wimbledon, di salire al numero 4 del mondo (adesso è n.8), di scrivere la storia con il successo agli Internazionali d’Italia a maggio, senza contare l’alloro olimpico in doppio: ma quando annichilisci un’avversaria che ti aveva sconfitto sei volte su sei nelle sfide precedenti concedendoti appena un set, risultando sempre inafferrabile e irraggiungibile nonché un muro impossibile da abbattere, significa che braccio e testa hanno trovato l’equilibrio ideale, spostando i limiti e gli orizzonti. Serenità Un successo sublimato da numeri fantascientifici: 16 dei primi 19 punti(fino al 4-0 per lei), 15 vincenti e appena 3 gratuiti complessivi in un’ora e 5 minuti in cui la numero due del mondo è stata letteralmente travolta dalle risposte anticipate, dalle traiettorie filanti e dal ritmo forsennato di Jasmine. Quasi un videogame: «Sono felicissima, finalmente sono riuscita a batterla. Per me significa tanto essere riuscita a giocare così bene contro di lei. Ci avevo perso tante volte,ho dovuto esprimere il mio miglior tennis, fortunatamente ha funzionato tutto dall’inizio alla fine, ed era importante contro un’avversaria così solida». La finale di Cincinnati ad agosto, persa in due set ma con tante occasioni per cambiarne l’esito, era evidentemente servita a individuare le crepe nei granitici mattoni di Iga: «Non sapevo di aver concesso solo tre gratuiti — commenta Jas — ma con il nuovo team ho trovato serenità, sono contenta di avere con me insieme a Federico Gaio anche Danilo Pizzorno e Sara Errani, che possono aiutarmi con la loro esperienza». […]. Una dimostrazione di forza che si accoppia alla perfezione con il soprannome che le è stato dato dagli adoranti fan cinesi, Bao Zong. La prima parola è la resa sonora in mandarino della prima parte del suo cognome, la seconda invece si riferisce a un titolo e significa «capa», «direttrice», «boss», a indicare una persona determinata e rispettata, ma con un’accezione affettuosa. In prospettiva Wta Finals, dopo l’eliminazione della Rybakina, i 4131 punti di Jas nella Race la rendono più vicina al settimo posto occupato dalla Andreeva (4319) che al nono della kazaka (3913), ora staccata di 218 punti. Se vincesse il torneo, il biglietto per Riad sarebbe garantito e intanto stamattina alle 11 il favoloso viaggio di Boss Paolini incrocia, senza paura, la strada della Gauff, n.3 del mondo, sempre battuta nelle ultime tre uscite (compresa la finale di Roma): «Coco mi sorprende per come riesce a lottare in campo, ma anche per la sua maturità, per le cose interessanti che dice, anche durante le interviste. È molto giovane, ma è un’ispirazione per me, e ovviamente sarà una sfida durissima». Ma qui comando io: musica di Jasmine.

Boss Paolini, una vittoria vista Finals (Antonio Sepe, Il Corriere dello Sport)

Nessuno batte Jasmine Paolini per sette volte di fila. E’ arrivato nei quarti di finale del WTA 1000 di Wuhan il primo trionfo dell’azzurra contro Iga Swiatek, n. 2 del mondo e sempre vittoriosa nei sei precedenti. Quello maturato in Cina non è stato però un semplice successo bensì un vero assolo di Paolini, che ha disputato una partita perfetta, priva di sbavature, tanto da impiegare appena 65′ per imporsi con un eloquente 6-1 6-2. Soltanto tre gli errori non forzati commessi da Jasmine, capace di subissare di vincenti – ben 18 – l’avversaria e sfruttare al meglio le sue chance. Oltre ad aver avuto in mano il pallino del gioco dal primo all’ultimo 15, ha anche convertito tutte e sei le palle break avute. Così facendo, ha sfatato il tabù Swiatek, si è regalata una vittoria di grande prestigio e la semifinale. «Ho dovuto esprimere il miglior tennis che avevo, ma ha funzionato tutto dall’inizio alla fine – ha dichiarato un’entusiasta Paolini – Sono davvero contenta perché lei è una giocatrice molto solida e per batterla devi giocare molto bene». ORA GAUFF. Se contro Swiatek era in svantaggio 6-0 nei precedenti, sul cammino di Jasmine c’è adesso un’avversaria contro cui è avanti 3-2, ma soprattutto ha vinto gli ultimi tre confronti diretti, tutti nel 2025. Si tratta della statunitense Coco Gauff (#3 WTA), sconfitta sia su terra rossa (Stoccarda e Roma) sia su cemento (Cincinnati). L’azzurra andrà dunque a caccia del poker e della terza finale del 2025 in un WTA 1000 dopo quelle di Roma (vinta) e Cincinnati (persa). Gauff non è tuttavia una giocatrice da sottovalutare e lo dimostra il suo cammino nel torneo. Basti pensare che nei tre match disputati ha perso la bellezza di 9 giochi (una media di 3 a partita). La prima a essere consapevole che non sarà facile è proprio Jasmine, la quale ha speso parole al miele per la ventunenne di Atlanta: «Mi sorprende sempre per come lotta ma anche perla sua maturità. E un’ispirazione per me. Sarà un match duro, speriamo di mettere in campo un buon tennis». WTA FINALS. Quella ai danni di Swiatek è stata in realtà una vittoria dal valore doppio per Paolini. Poche ore prima del suo match era scesa in campo la kazaka Rybakina, sua diretta concorrente per la qualificazione alle WTA Finals di Riyad, ed era stata sconfitta con un doppio 6-3 dalla numero uno al mondo Sabalenka l’azzurra si è dunque portata a quota 4.131 e ha potuto incrementare il gap con la rivale – ferma a 3913 – staccandola di 218 punti. In caso di finale a Wuhan, Paolini scavalcherebbe la russa Mirra Andreeva, attualmente in settima piazza a quota 4.319. […]. SOSTEGNO. Se Paolini sta facendo così bene nello swing asiatico, uno dei motivi è anche íl grande affetto che sta ricevendo dai tifosi cinesi, i quali le hanno persino riservato un soprannome, “Boss”, frutto di un gioco di parole in mandarino. In Cina il cognome di Jasmine viene infatti pronunciato “Bao-lini” e la parola produce un suono molto simile a “BaoZong”, ovvero capo. Inevitabile dunque la scritta sulla telecamera a fine partita: «Bao-Zong è davvero felice».

Jasmine e l’orgoglio. “Umilia” la Swiatek e prenota le Finals (Marco Calabresi, Il Corriere della Sera)

Jasmine Paolini è una ragazza che si fa volere bene, e lo hanno capito anche i cinesi. Lei, e non solo lei, solo qualche settimana fa ha spezzato il sogno di un popolo di vincere in casa la Billie Jean King Cup, ma anziché rinfacciarglielo, la sostengono. […]. «Finalmente ce l’ho fatta». Un urlo liberatorio: prima di ieri non aveva mai vinto contro Iga Swiatek, una di quelle nella categoria delle inarrivabili. A Wuhan, invece, l’ha asfaltata lasciandole solo tre game e commettendo soltanto tre errori, guadagnandosi una semifinale (oggi alle 11 su Sky e Supertennis) contro Coco Gauff da affrontare almeno alla pari se non da favorita, visto che l’ha battuta tre volte su tre nel 2025. Impensabile, fino a un paio di anni fa, ma questa ragazza nata a Bagni di Lucca da papà italiano e mamma per metà polacca (e che ieri ha quindi vinto un derby…) e metà ghanese ha iniziato a giocare e pensare da top 1o. Una campionessa «normale», lontana dallo strapotere fisico di Aryna Sabalenka ma che con il tennis e soprattutto con la testa ha saputo — nel corso della sua carriera — compensare una statura (163 cm) che la taglierebbe fuori dal circolo delle grandi. E invece, con la sconfitta di ieri di Elena Rybakina, Jasmine ha anche consolidato l’ottavo posto nella Race che porta alle finali di Riad, alle quali è già qualificata in doppio con Sara Errani (con cui ha vinto l’oro olimpico, il punto più alto della sua vita sportiva), che ancora è in carriera ma che già le fa da coach «ombra», insieme a Federico Gaio, terzo allenatore di un anno iniziato con Renzo Furlan e proseguito con Marc Lopez. Dopo le due finali Slam della scorsa stagione, nel 2025 ha alternato grandi risultati (vittoria al Foro Italico su tutti e bis alle BJK Cup Finals) a cocenti delusioni, ma l’enorme merito è stato quello di non farsi schiacciare dalla pressione. L’essere numero 1 d’Italia, accostata a Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, le piace.

Paolini super, anche Swiatek si arrende (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)

«Nessuno batte Jasmine Paolini sette volte di seguito». Guardi
il sorriso che conquista della nostra piccola-grande Jas che, dopo 6 schiaffi in 6 sfide, nei quarti dell’ultimo “1000” della stagione, a Wuhan, in Cina, infrange il tabù-Iga Swiatek, e torni indietro nel tempo, al 1980. Quando Vitas Gerulaitis superò per la prima volta Jimmy Connors dopo 12 ko e fece una delle dichiarazioni più iconiche del tennis: “Nessuno batte Gerulaitis 13 volte di seguito». Allora era il Masters, anche stavolta è uno snodo importante, con la motivazione decisiva della corsa alle WTA Finals. […]. Con tre posti ancora disponibili e la parallela eliminazione nei quarti di Rybakína (da Sabalenka), Jasmine è sicura di mantenersi ottava e fa un grosso passo avanti nella Race live: ha 4.131 punti contro i 3.913 punti della kazaka. E festeggia: «Sono felicissima, finalmente sono riuscita a batterla. Per me significa tanto essere riuscita a mettere in campo il mio miglior tennis proprio contro di lei, dall’inizio alla fine, contro una giocatrice molto solida che batti solo se giochi molto bene». FORMA JAS Dopo i problemi pre e post Roma, dove la 29enne di Bagni di Lucca ha scritto ancora una volta la storia del tennis femminile italiano aggiudicandosi singolare e doppio, non ha replicato le due sensazionali finali Slam a Roland Garros e Wimbledon 2024, ma sta ritrovando la formula magica dell’era-Renzo Furlan, il coach storico che ha lasciato per affidarsi a Marc Lopez presto avvicendato da Federico Gaio: «Ho trovato serenità all’interno del team con il ritorno di Danilo Pizzorno e Sara Errani, con la loro esperienza possono darmi tanto». A Pechino è stata sfortunata ad incrociare la scatenata Amanda Anisimova – la rivelazione della stagione – poi vincitrice del titolo. Ma a Wuhan, perso il primo set, ha avuto un bell’aiuto dal ritiro di Clara Tauson, risparmiando energie preziose anche grazie al ritiro dal doppio. Così ha vendicato l’ultima delusione subita dalla Swiatek nella finale di Cincinnati, dominandola per 6-1 6-2 in 65 minuti. Un risultato doppiamente sconvolgente perché finora contro la polacca – fallosa e confusa come le capita intermittenza per motivi misteriosi -, ex numero 1 Wta (oggi 2), aveva vinto solo un set in sei partite. Diventando anche l’azzurra con più semifinali “1000”, cinque: più di Pennetta (4), Errani (4) e Schiavone (3). OBIETTIVO COCO Nel tennis in generale e ancor di più in quello femminile non si può mai dire. Ma oggi, nella semifinale alle 11 italiane contro Coco Gauff (3 del mondo), la Paolini parte dal 3-0 negli ultimi 3 duelli dopo lo 0-2 iniziale. Anche se frena: «Sarà difficile, lei è solida, mi sorprende sempre per come lotta e sta lì. E sta giocando benissimo. E’ giovane ma già molto matura».

Cose dell’altro mondo (Lorenzo Ercoli, Il Corriere dello Sport)

Girando per le strade della città è impossibile non notarli: cartelloni ovunque, uno più grande dell’altro. E al grido di “It all adds up in Shanghai” – la complicata traduzione italiana sarebbe “tutti i conti tornano a Shanghai” -, i volti di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz svettano sulla metropoli. Eppure, sul campo, è un ritorno al passato. Oggi Novak Djokovic scenderà in campo da favoritissimo nella semifinale contro il numero 204 del mondo, Valentin Vacherot. Ieri è stata invece la serata dí Roger Federer, protagonista di un doppio di esibizione assieme a Zheng Jie – ex n.15 WTA, semifinalista a Wimbledon 2008 e campionessa Slam in doppio – e due volti noti del cinema cinese: Donnie Yen, che gode di una popolarità pari a quella di Jackie Chan, e Wu Lei, idolo della Gen Z. […]. In Cina, Federer e Djokovic restano di gran lunga i più amati, molto più di Nadal – che tra superficie e posizione in calendario, non è mai stato capace di sollevare un titolo a Shanghai – e ancor più dei nuovi dominatori del tour, che piacciono, sempre di più, ma hanno una carriera tutta da scrivere. Non è un caso se lo Shanghai Masters abbia intrapreso un accordo molto redditizio con Federer: già lo scorso anno era stato protagonista, ma stavolta è arrivato con tutta la famiglia. Nei giorni precedenti ha partecipato a eventi con i suoi sponsor principali, sfruttando un mercato che, con il suo miliardo e mezzo di abitanti, è strategicamente impossibile da ignorare. Intanto oggi è il giorno delle semifinali, dopo una settimana in cui è successo di tutto: caldo opprimente, umidità al limite, giocatori colti da malesseri ed eliminazioni eccellenti. Si parte alle 10.30 italiane con Djokovic vs Vacherot; non prima delle 13 toccherà a un ritrovato Daniil Medvedev contro Arthur Rinderknech. Tutto sembrerebbe portare a Djokovic, che a Shanghai ha già sollevato quattro titoli Masters 1000 – nessuno come lui – e qui ottenne nel 2008 il primo dei suoi sette successi nelle ATP Finals. Il suo tennis non è stato scintillante, ha faticato fisicamente nei giorni più caldi – prima che la situazione rientrasse – e ha lasciato per strada due set nei match con Hanfmann e Munar. Per sua fortuna il percorso è stato agevole, finora neanche un Top 40 affrontato. […] E anche a 38 anni, se l’avversario non si chiama Jannik o Carlos, fa quasi sempre la differenza. Dall’altra parte della rete realizza un sogno il 26enne monegasco Valentin Vacherot. Arrivato in Cina da alternate delle qualificazioni, senza neppure la certezza di entrare in tabellone. Con un tennis aggressivo è arrivato in semifinale e lunedì entrerà per la prima volta in Top 100. Ora sfiderà Djokovic, coronando il desiderio di sfidare uno dei Big 3. Potrebbe esserci qualcosa di meglio? Condividere tutto ciò con il proprio cugino. Già, perché Arthur Rinderknech – a sua volta alla prima semifinale in un Masters 1000 – è suo cugino di primo grado: le loro madri sono sorelle. Giocando in giorni alterni, si sono supportati a vicenda. Ieri, dopo il successo per 6-3 6-4 su Felix Auger-Aliassime, Arthur ha detto: «In questi giorni ero più teso per le partite di Valentin che per le mie. Forse è per questo che non mi sono agitato». E anche se il pubblico sognava altri nomi, Shanghai ci ha regalato una storia da raccontare. Contro il francese ci sarà Daniil Medvedev che, superando Alex de Minaur per 6-4 6-4, ha centrato la sua seconda semifinale 1000 della 2025. Con un eventuale titolo il russo potrebbe ancora inserirsi nella corsa per le Nitto ATP Finals. In chiave Torino è un’ottima notizia lo stop di Auger-Aliassime, che dopo la prova perfetta con Musetti si è clamorosamente piegato a Rinderknech. Con ancora quattro settimane di tornei all’orizzonte, Lorenzo resta ottavo nella race con un vantaggio di 530 punti.

Musetti sorride: stop a De Minaur e Aliassime (Roberto Bertellino, Tuttosport)
L’ultima giornata di quarti del Masters 1000 di Shanghai si è archiviata come quella favorevole a chi non ha giocato, cioè Lorenzo Musetti, pensando alla lotta sempre più aperta per uno degli ultimi posti utili a entrare nella lista degli otto “eletti” alle Nitto ATP Finals di Torino. Musetti, battuto negli ottavi da Auger Aliassime, che lo segue in graduatoria, è stretto nella morsa tra il canadese e Alex De Minaur, che lo precede di una piazza. Entrambi ieri hanno visto terminare la loro corsa nei quarti e a sorpresa Auger Aliassime si è arreso al francese Rinderknech, che ha imitato il cugino Vacherot salendo per la prima volta in una semifinale 1000. Per il transalpino successo in due frazioni (6-3 6-4) e momenti delicati superati grazie alla forza del servizio, vedi le tre opportunità di break per Felix annullate nel 4°game del secondo set: «Che grande emozione — ha detto a fine match Rinderknech -. Ho seguito mio cugino (Vacherot, ndr), le ha vissute anche lui e io ho cercato di lottare per fare altrettanto. E’ stato tutto fantastico sin dall’inizio della settimana, c’è tutta la nostra famiglia qui, è davvero incredibile. Oggi è stata una bella prestazione, sono felice di averla vinta in due set così da potermi riposare meglio in vista del prossimo match». Troverà il ritemprato, o almeno così pare, Medvedev che con un doppio 6-4 ha interrotto i sogni di gloria di De Minaur. […]. Grazie a questi risultati Musetti è rimasto ottavo nella “Race to Turin”, staccato di 110 punti dall’australiano e con un margine di 530 punti di vantaggio nei confronti di Auger Aliassime. La sfida è ancora aperta e già la prossima settimana Musetti e Auger Aliassime sono dati in gara nel 250 ATP di Bruxelles. De Minaur invece, salvo una richiesta di wild card dell’ultimo minuto, sarà fermo per rientrare a Vienna (ATP 500) la settimana dopo, dove ci sarà anche Musetti. Il canadese giocherà invece nel torneo sempre di categoria 500 a Basilea. L’arrivo però potrebbe essere in volata nel Masters 1000 di Parigi Bercy, dove i tre saranno tutti in gara, con un occhio attento a chi li segue, Ruud, Rune e Rublev che non sono ancora matematicamente fuori dai giochi. Oggi a Shanghai le semifinali. Alle 10,30 Djokovic-Vacherot, e alle 13 Rinderknech-Medvedev.





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