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Reading: ATP Shanghai, Vacherot: “Storia straordinaria, ha vinto anche il tennis”
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Interviste

ATP Shanghai, Vacherot: “Storia straordinaria, ha vinto anche il tennis”

La sorpresa Valentin Vacherot commenta la vittoria in finale contro il cugino Rinderknech. “Ieri ho giocato contro Djokovic, oggi ho incontrato Federer, anche solo per questo, è una settimana folle per me”

Last updated: 12/10/2025 17:34
By Michelangelo Sottili Published 12/10/2025
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10 Min Read
Valentin Vacherot - Shanghai 2025 (Foto X @atptour)


📣 Guarda il torneo ATP di Shanghai in streaming su NOW! 

La favola ha avuto il suo lieto fine: il numero 204 ATP Valentin Vacherot, partito dalle qualificazioni (ed entrato pure all’ultimo), ha vinto il Rolex Shanghai Masters, battendo in rimonta il cugino Arthur Rinderknech, n. 54, nella finale “1000” dal ranking combinato più basso di sempre. Lasciamo subito la parola al protagonista.

D. Valentin, giornata speciale per te. Un titolo in un Masters 1000, ma anche stamattina hai incontrato Roger. Ti ha detto qualcosa di particolare?
“Sì, ho incontrato Roger stamattina, ed è stato un momento forse anche più importante della finale, per cominciare la giornata. Mi ha detto parole davvero gentili, ovviamente. E anche solo vederlo guardare la partita, tutta la partita, è stato davvero speciale.”

D. Abbiamo visto la tua emozione in campo, quindi vorrei partire da lì. Ieri ci hai detto: “Sono entrato in campo come se fosse un primo turno”. Ci siamo detti, ok, è un modo curioso di viverla. Ma oggi nel terzo set hai mostrato un livello altissimo, soprattutto al servizio. Come ti sei sentito in quel momento?
“Beh, ovviamente oggi era un po’ più speciale, è una finale. In qualsiasi torneo, giocare una finale è diverso. Dall’altra parte c’era Arthur, mio cugino. Non è stato facile da gestire. Ma penso che siamo andati entrambi in campo semplicemente per battere l’altro. È quello che fanno i tennisti professionisti. Lui ha giocato meglio di me per un po’, ma sono davvero felice di essere riuscito a ribaltarla. Probabilmente nel terzo set ho giocato il mio miglior tennis della settimana.”

D. Parliamo di quel terzo set: 17 vincenti, solo 2 errori non forzati, hai vinto 16 punti su 18 al servizio. Può essere forse il miglior set che tu abbia mai giocato?
“Sì, come ho appena detto, probabilmente è stato il mio miglior set della settimana. Ho risposto praticamente a tutto. Non so la percentuale di prime in campo, ma credo di averne messe dentro la maggior parte [68%, ndr]. Ho guardato il radar ed era probabilmente la velocità di servizio più alta della settimana. Sono davvero felice che tutto si sia incastrato perfettamente in questo ultimo set. Era probabilmente ciò di cui avevo bisogno per vincere, perché anche Arthur stava giocando e servendo davvero, davvero bene.”

D. So che è difficile, ma riesci a mettere in parole cosa significa per te tutto questo?
“Non lo so. Non capisco nemmeno perché sono seduto qui in questo momento. È folle. Penso che inizierò a rendermene conto nei prossimi giorni. Per ora voglio solo godermi il momento. Mi sono davvero emozionato in campo dopo la cerimonia, lì con Arthur. Momenti irreali per entrambi, per la nostra famiglia. Purtroppo c’era un solo vincitore, ma in realtà ha vinto la nostra famiglia, e ha vinto anche il tennis, perché la storia che abbiamo scritto è straordinaria, secondo me. Le emozioni erano dappertutto dopo la partita.”

D. Voglio chiederti della tua esperienza qui a Shanghai, su questo campo. Qual è stata la sfida più grande durante la settimana?
“Come molti sanno, quando sono arrivato qui non ero nemmeno sicuro di poter giocare il torneo. Ho fatto un piccolo azzardo venendo. Ero il numero 22 nella lista degli alternates all’inizio. Sono riuscito a entrare appena un giorno prima dell’inizio. Le sfide sono state ovunque. Nel primo turno di qualificazioni ero sotto 7-6, 4-3. Ho salvato un break point nel secondo turno, sul 4-3 nel terzo set. Ho anche salvato break point contro Bublik nel secondo turno dopo aver perso il primo set. Ho vinto sei partite essendo sotto di un set. Difficoltà in ogni dove. Sono solo felicissimo di essere riuscito a gestirle tutte così bene. Anche solo essere qui seduto ora mi sembra irreale.”

D. Ora sei n. 40 del mondo, stai entrando in una nuova fase della tua carriera e in tornei di livello più alto. Cosa ti aspetti?
“40? Meraviglioso. (Ride) No, ma davvero, avevo come piccolo obiettivo, prima di venire qui, entrare nei primi 100 entro la fine della stagione. Sapevo che sarebbe stato difficilissimo, perché sappiamo tutti quanto sia dura anche solo vincere un Challenger. Quindi sapevo che per entrare nei 100 avrei dovuto vincerne parecchi. È pazzesco dirlo, ma anche quest’estate avevo questo torneo in mente. Sapevo che era il più grande torneo in cui avrei potuto entrare prima della fine dell’anno, con i tabelloni di qualificazione più ampi. Sapevo di avere una chance e che se volevo raggiungere il mio obiettivo dei top 100 dovevo fare bene qui. Non immaginavo certo che sarebbe finita così. È incredibile.”

D. Com’è stato il pubblico stasera, e quali sono i tuoi piani per il futuro?
“Il pubblico è stato fantastico ancora una volta. Ho giocato le ultime quattro partite sul campo centrale. La prima, contro Tallon Griekspoor negli ottavi, solo entrare in quel campo è stato surreale. Giocarne quattro e vincerle tutte è pazzesco.
Oggi c’era tanta pressione: una finale. Abbiamo cercato di offrire lo spettacolo migliore possibile per i tifosi. Arthur ha giocato meglio di me per un po’. Forse la sua intensità è calata leggermente all’inizio del secondo set. Servivamo entrambi molto bene, era difficile rispondere. Poi tutto ha iniziato a girare a mio favore. Ho giocato molto meglio, il pubblico è entrato sempre di più nel match. La fine del secondo e tutto il terzo set sono stati pazzeschi. Un grazie a tutti i tifosi.
Ora voglio solo tornare a casa, vedere la mia famiglia, i miei amici, e festeggiare tutto questo insieme. Poi la stagione non è finita, ci sono ancora alcune settimane da giocare, vedrò dove andrò.”

D. Che sensazione è stata vincere con Roger che ti guardava?
“Non mentirò, dopo aver vinto o perso qualche punto, buttavo un occhio a lui, per vedere come reagiva ai colpi. È stato incredibile averlo lì. Ogni volta che lo mettevano sul maxischermo, c’era più rumore che dopo alcuni dei punti spettacolari che giocavamo. Questo dice tutto su quanto sia grande per questo sport. Anche ora che ha smesso da quattro o cinque anni, è incredibile.
Ieri ho giocato contro Novak, oggi ho incontrato Roger. Anche solo per questo, a prescindere dal tennis, è una settimana folle per me.”

D. Prima di tutto, Arthur sta bene? Sembrava stare male alla fine. E, collegato a questo, come pensate di festeggiare come famiglia dopo questa settimana?
“Festeggiare insieme non sarà facile. Forse ci rivedremo in uno degli ultimi tornei. Come molti sanno, io vivo a Monaco, Arthur è più del nord, tra Parigi e la Bretagna. Quindi ognuno tornerà a casa sua. Sarebbe stato ancora più speciale festeggiare insieme. È stato anche difficile per lui perché era qui con uno dei suoi migliori amici, ma senza il suo team. Non c’erano il coach Lucas [Pouille], la moglie Hortense, il preparatore atletico, il fisioterapista. Nessuno. Mi dispiace per lui, avrebbe meritato di condividere tutto questo con loro.
Però sì, sta bene, solo un po’ di crampi. Tutta la settimana è stata durissima per tutti, molto caldo e umido. Sono davvero sorpreso, e felice, di aver retto bene.Ha portato anche un po’ di leggerezza sul palco, dopo tutta l’emozione, vederlo a terra. Ma per fortuna sta bene. Solo crampi. Credo sia già sull’aereo, doveva partire alle 9:30.”

D. Come ti sei sentito nel tenere la bandiera del tuo Paese subito dopo la vittoria? Sembrava un momento molto emozionante.
“Sì, ho acceso il telefono, ma non ho ancora guardato nulla. Non vedo l’ora di vedere i video, soprattutto al Monte Carlo Country Club. Sapevo che avevano organizzato un grande watch party. È domenica, quindi tutti erano liberi dal lavoro, probabilmente c’era tantissima gente. Tenere la bandiera in mano e poter fare questo per il mio Paese è irreale. Penso alla nostra piccola federazione, al nostro minuscolo Paese, uno dei più piccoli del mondo. Probabilmente la più piccola federazione. Abbiamo pochi giocatori, e ora abbiamo un titolo in un Masters 1000 in singolare, due in doppio, e anche una finale di Slam con Hugo [Nys] all’Australian Open due anni fa. Quello che stiamo riuscendo a fare per Monaco è incredibile. Spero che tutti siano orgogliosi di noi, e spero di continuare così.”


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