Con gli attuali risultati del tennis italiano, rimaniamo delusi quando il sorteggio di uno Slam rivela un potenziale derby addirittura agli ottavi di finale. Perché il pensiero non è, “ne avremo uno ai quarti!”, bensì “ne perderemo uno prima dei quarti”. Forse un’esagerazione, ma quando in casa hai il pluricampione Slam Jannik Sinner, il n. 8 del mondo Lorenzo Musetti, Cobolli e Darderi a caccia della top 20, pensare in grande è giustificato. Ma non ci sono le luci abbacinanti dei turni finali di Slam e Masters 1000, il Tour è fatto anche di tornei “250”, addirittura unici protagonisti in alcune settimane – ricche esibizioni escluse.
E così è nella week 42 dell’ATP, con gli eventi di Almaty, Bruxelles e Stoccolma. Proprio in Svezia, martedì sera andrà in scena uno scontro tutto italiano: Matteo Berrettini contro Giulio Zeppieri, una sfida inedita tra due giocatori di diversa categoria ma con qualcosa in comune di cui entrambi farebbero a meno.
Berrettini, grinta in calo?
Matteo, ex sesto giocatore del Pianeta con dieci titoli all’attivo, non gioca una stagione completa dal 2021, anno in cui raggiunse la finale di Wimbledon. Tormentato dagli infortuni, in particolare dalle ricorrenti lesioni agli addominali, il classe 1996 di Roma, ha iniziato la stagione in corso da n. 34 del ranking e ora si trova al 61° posto.
Dopo un avvio titubante, a Doha ha esordito battendo Djokovic e, dopo il successo su Griekspoor, si è arreso alla rimonta di un Jack Draper che ha stupito per atletismo. Era comunque un Berretto determinato e grintoso che avrebbe raggiunto i quarti anche a Dubai, di nuovo fermato in tre set da un avversario in grande spolvero, uno Stefano Tsitsipas mai più visto così, forse per effetto della racchetta nuova (in seguito abbandonata), anche se il greco ha bissato il successo contro Matteo a Indian Wells.
Quarti a Miami, poi i ritiri a match in corso a Madrid e Roma per infortuni agli addominali. Da lì, solo un match a Wimbledon prima del rientro in Cina, senza fortuna, una vittoria e tre sconfitte in cui è sembrato aver perso quella grinta che lo ha sempre contraddistinto. A Shanghai ha anche impressionato la facilità con cui Mannarino controllava i drittoni azzurri, un buon argomento a sostegno di chi evidenzia un progressivo peggioramento della qualità (vivacità, nello specifico) delle palline nelle ultime stagioni. Seconda volta a Stoccolma, un anno fa sconfitto da Stricker al secondo turno.
Zeppieri, il lento rientro
Anche Giulio non è stato immune da guai fisici che, nel suo caso, hanno rallentato il suo percorso di crescita. Come spiegava il suo allenatore Massimo Sartori, “serve un po’ di fortuna per restare lontano dagli infortuni”. Il mancino laziale classe 2001 è ora n. 160 ATP, con un best ranking di 110. Secondo Sartori, il traguardo della top 100 era a portata già due anni fa, ma si è messa di traverso una grave storta alla caviglia che lo ha costretto al ritiro dopo aver dominato Tabilo nel primo set nella finale Karlsruhe a luglio.
Il suo 2024 era finito già a giugno con l’infortunio al polso sinistro, la conseguente chirurgia e l’inevitabile discesa in classifica. Rientro complicato, ma quest’anno ha superato le qualificazioni al Roland Garros e Wimbledon, oltre che a Indian Wells, Umago e Hangzhou, racimolando in quest’ultimo la sola vittoria su sei incontri nel circuito maggiore, mentre si registra un 14-10 a livello Challenger. E anche a Stoccolma, dove gioca per la prima volta, è uscito indenne dal tabellone cadetto. Intanto, aveva recuperato posizioni in classifica vincendo il Challenger di Shanghai a inizio settembre, ma al secondo turno di Guangzhou la striscia è stata interrotta da un problema alla schiena che lo ha costretto al ritiro. Nell’ultimo mese e mezzo sono complessivamente 11 vittorie e 3 sconfitte per Zeppo.
La sfida
Numeri alla mano, Zeppieri arriva al confronto con più fiducia rispetto all’avversario, ma tutto dipenderà da quale versione di sé riuscirà a mettere in campo Berrettini, in possesso di una cilindrata chiaramente superiore. A beneficio di chi pensa alla diagonale sinistra, in carriera a livello ATP Matteo vanta il 69% di vittorie contro avversari mancini (e il 64% contro i destri).
Il vincitore troverà agli ottavi la testa di serie n. 4 Ugo Humbert che, a dispetto di quel n. 25 in classifica, non sta disputando una grande stagione, complici anche per lui alcuni problemi fisici – caviglia e schiena – e relativi ritiri e rinunce. Il suo ranking è fortemente influenzato dalla finale di Parigi alla fine della passata stagione e infatti nella Race lo troviamo al n. 46, con due vittorie negli ultimi sette match. Un sorteggio non così brutto come suggerisce il seeding.
Da qualche parte si deve pur (ri)cominciare
Sarà che, come ricordato in apertura, siamo abituati a vedere nostri connazionali su ben altri palcoscenici e questo primo turno di un ATP 250 in un posto dove peraltro la temperatura massima già rimane sotto i 10 gradi e fa buio prima delle 18 non riempirà di interesse il grande pubblico, ma per i due azzurri impegnati potrebbe significare un piccolo passo per ritrovare la strada verso i rispettivi obiettivi. Appuntamento dunque per martedì sul centrale della Kungliga tennishallen, secondo match dalle 18, dopo un incontro che sarebbe riduttivo chiamare derby, perché saranno in campo i fratelli Ymer, Elias e Mikael, entrambi wild card. Di nuovo, non è la sfida tra cugini andata in scena nella finale del Masters 1000 di Shanghai, ma non è che si possa andare a… mille ogni settimana.