Riportiamo integralmente l’intervista concessa alla penna di ‘Repubblica’ Carlo Annovazzi, da parte di Silvia Pareti: segretaria generale della Cineteca di Milano che ha deciso di tradurre l’opera ‘Lo spettacolo del tennis 1980-1990‘ di Serge Daney, celebre critico cinematografico parigino dei ‘Cahiers du Cinema‘ e di Liberation (prestigiose riviste cinematografiche francesi), durante il decennio narrato nel libro inviato a raccontare il tennis. La prima pubblicazione è avvenuta in Francia nel 1994 con il titolo ‘L’amateur del tennis‘, con l’introduzione del Direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta e la postfazione ad opera di Bruno Bozzetto. La traduzione in lingua italiana di Pareti verrà presentata martedì 21 ottobre alle ore 18 all’Arlecchino in via San Pietro all’Oro.
Un racconto che narra le gesta dei grandi campioni e delle autentiche leggende di quel periodo: da Borg a McEnroe, passando per Noah fino a Martina Navratilova, con palcoscenici unici come il Roland Garros e Wimbledon ad ospitare le loro imprese.
D. Perché questo libro?
“Perché è il momento del tennis, il momento giusto per far dialogare due forme d’arte come il Cinema e il Tennis. E poi per motivi personali, avevo già tradotto due libri di Daney, un raccontatore che è più che mai attuale”.
D. Che cosa aveva di particolare?
“Che ha avvicinato il tennis con uno sguardo cinematografico, vedeva nei gesti dei momenti narrativi che paragonavano il tennista non a un attore ma a un regista, spazio e tempo per costruire il racconto“.
D. Sa che Milano e l’Italia sono la patria del più grande narratore di tennis della storia, Gianni Clerici…
“E infatti eravamo un po’ preoccupati proprio per questo, perché ci sarebbe stato un confronto. Però abbiamo visto che si poteva fare, confortati anche da Ubaldo Scanagatta che Clerici lo conosceva bene. Direi che abbiamo chiuso un ciclo. E poi Bruno Bozzetto con la sua immagine di copertina ha reso tutto perfetto“.
D. Ma lei è tennista, gioca?
“Sono una grande appassionata come spettatrice. Prendo una lezione a settimana in via Murat e poi gioco con amiche al Quanta Village e al Centro Pavesi. Avevo incominciato da ragazzina e i successi degli italiani mi hanno fatto tornare la voglia“.
D. Lasciamo il tennis e passiamo al cinema. Come sta la cineteca come si possono avvicinare i giovani?
“Benissimo, con il nuovo presidente Silvio Soldini abbiamo avviato tante attività, l’archivio, le collezioni, il dialogo con altre cineteche. E’ un bel momento. Noi andiamo nelle scuole di tutta Italia, abbiamo vinto un bando per coinvolgere in proiezioni venticinquemila studenti in quattordici regioni“.
D. C’è un’esperienza recente che vi ha ridato entusiasmo?
“L’Estate al Castello. C’era l’ingresso gratuito, vero, però la risposta della gente è stata notevole, rinfrancante. C’era voglia di condividere, di essere lì insieme. Avevamo scelto una programmazione più popolare ma siamo stati premiati“.
D. In un ideale palleggio, dal cinema ripassiamo al tennis. Che cosa vi aspettate dalla pubblicazione del libro di Daney?
“Che si riscontra prima di tutto la figura di un critico, di un narratore. L’editoria sul cinema sta vivendo una fase particolare, un po’ di stanca, e va rilanciata“.
D. Ok, ma con il tennis?
“Visto che le parti si sono ribaltate e che la popolarità sta con racchette e palline, mi piacerebbe portare il cinema nel tennis“.