Riportiamo di seguito l’opinione di Emanuela Audisio, opinionista di La Repubblica, sulla scelta di Jannik Sinner di non andare in Davis. Qui il link al pezzo completo.
Carlos ci sarà, Jannik no. Lo spagnolo Alcaraz, numero 1 del mondo, giocherà le Final Eight di Davis a Bologna invece Sinner, numero 2, le salterà (a meno di ripensamenti). Peccato […] Perché la fatica nella nuova Davis non è molta (avrebbe trovato Alcaraz solo in finale). Perché in tanti hanno comprato i biglietti per sostenerlo da vicino […] E fino all’altro ieri Jannik sulla Davis rispondeva: “Vedremo”. Che vuoi vedere, se hai già dato la tua indisponibilità?
Lo sgarbo al Quirinale
Hai appena vinto (meritatamente) 6 milioni di dollari nel Six Kings Slam a Riad, hai superato Alcaraz nella classifica dei guadagni (18 milioni e 300 mila dollari), cosa ti costa dire la verità? Non si tratta di voltare le spalle all’Italia […] ma di limpidezza. Hai detto che non andavi ai Giochi di Parigi per colpa di una tonsillite. Falso. Eri stato trovato positivo a un prodotto illecito. Hai dichiarato, dopo aver vinto gli Australian Open, che a 23 anni eri troppo stanco per andare in visita al Quirinale dove il presidente Sergio Mattarella, di anni 83, riceveva il tennis italiano per complimentarsi del successo in Davis. Non per farsi bello lui, ma per applaudire voi. […] Non si trattava di giocare un tie-break, ma solo di essere gentile verso un presidente della Repubblica, appena rientrato da alcune trasferte, compresa quella ad Auschwitz per gli 80 anni della liberazione del campo. Un uomo molto appassionato di sport che meritava una carezza perché a Parigi nella cerimonia di inaugurazione non si era defilato sotto l’acquazzone pur di far sentire la sua vicinanza agli azzurri. Dovevi essere proprio stremato per andare a farti delle belle sciate sulle tue montagne […]
I meriti e l’opportunità
Si capisce, la Davis oggi non conta niente, ne hai già vinte due […] Hai già vinto due volte anche il Six Kings Slam, vedremo se l’anno prossimo lo salti […] Sinner per l’Italia ha dato e fatto tanto. Grazie, thanks. Ma ci sono nella vita questioni di inopportunità. E i bei colpi, quelli che lasciano un segno, spesso non sono quelli che fai con la racchetta.