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Reading: A Istanbul va di scena il “Federer Open”
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ATP

A Istanbul va di scena il “Federer Open”

Last updated: 22/12/2015 17:38
By Roberto Salerno Published 29/04/2015
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8 Min Read

Al torneo ATP di Istanbul esordio del fuoriclasse svizzero. Una giornata passata ad attenderlo, il resto non conta niente. Però abbiamo una conferma: Rublev sarà campione. E anche presto

Chi è abituato ad andare ai concerti rock (o pop o punk o insomma) conosce senz’altro come vanno le cose: i gruppi spalla allietano l’attesa dell’evento principale, quando sul palco apparirà la star, colui per il quale è valsa la pena fare km e km. Mille volte vista in televisione, seguita nelle sue performance leggendarie, tema di discussione attorno ad una pizza e a una birra. E come nei concerti la gente comincia ad arrivare al mattino, in una Garanti Koza Arena che sta a Istanbul come il PalaBrescia – se esiste – sta a Milano. Lontanissima da tutto – dal Bosforo, dalla Moschea Blu, dal Corno d’oro – la Sublime Porta sembra l’unica a non accorgersi che appena caleranno le ombre della sera, la rockstar farà il suo ingresso nell’Arena, altezzoso come un dio, elegante come lo sposo, a regalare le note, ops: i colpi, che lo hanno reso celebre.
Ma persino l’attesa vale la pena di essere raccontata, questa sorta di pellegrinaggio in un luogo francamente brutto, dal quale in lontananza, in mezzo ad una foschia fastidiosa, si scorge una città che dev’essere Istanbul, non fosse altro per i minareti che si intravedono.  Se si arriva con i mezzi pubblici – per una volta non utilizzando gli straordinari mezzi che Ubitennis offre ai suoi inviati – l’odissea da Piazza Taksim sembra non avere mai fine e non si è del tutto sicuri di non essere in Bulgaria quando l’autista fa cenno di scendere. Ci sono due ragazzi, studenti probabilmente, che hanno uno smartphone che indica la Garanti Koza, ma dalla fermata si vede soltanto una moschea, messa lì per ricordarsi che si è lontani da casa. Per quanto si intraveda da lontano una struttura che somiglia ad un palazzetto, il modo per arrivarci appare sempre più misterioso. Non si chiede, a gesti certo, “per il tennis?”, ma “Federer?” e gente sorridente fa strani cenni che indicano quel palazzetto.

Finalmente arrivati si entra in un cantiere, con le gabbiette per i biglietti e gli accrediti e tra il fango – è pure piovuto; certo, che pellegrinaggio sarebbe senza un po’ di fatica? ma qui si esagera… – in campo c’è il primo gruppo spalla: Gimeno Traver batte Kukushkin. Poi mentre la vecchia gloria Melzer stona terribilmente, comincia ad alzarsi un brusio: lui è arrivato alla Garanti Koza.

È alle 16.45 ora di Istanbul, le 14.45 secondo il meridiano di Greenwch, le 15.45 da voi – figuriamoci se non era trino – preceduto da Severin Luthi (perfetto per il ruolo di officiante), che il Re appare ai suoi sudditi. Entra sul centrale dove stavano tirando dei colpi Rublev e Giraldo, che immediatamente smettono. Andrey si porta sotto il seggiolone del giudice di sedia e fa finta di intrecciare le corde della racchetta, Giraldo si allontana, arriva anche Nieminen, che farà da sparring partner; Rublev gli si avvicina, si scambiano la stretta mano e allora il ragazzino prende coraggio e va verso Luthi e finalmente arriva a Federer, che tende la mano, comprensivo.

Con la maglietta bianca della notte Federer comincia a palleggiare. Lo stadio si riempie, si applaude e si fa “ohhh” quando con con l’ovale della racchetta Federer, mentre accorda gli strumenti, passa una palla a Luthi ancora sotto il seggiolone. Si applaudono le palle corte e le volée come se fosse partita, come se fossero gli accordi di una canzone nota. Alle 17.30 Rublev e Giraldo dovrebbero tornare in campo ma chi si azzarda a dire a Federer che è tardi? Ma il democratico sovrano da un’occhiata all’orologio e si ritira, entra l’ultimo “gruppo spalla”.

Finalmente una buona performance, quel ragazzino timido che ha cercato l’occasione per dare la mano a Federer si strasforma. Sbuffa subito, sbatte racchette a terra, urla, si picchia sugli stinchi; ha un conto aperto con la linea di fondo campo, che è d’accordo con l’avversario,  ma per fortuna sa fare anche le volée. Ha un rovescio che sembra Djokovic mentre Giraldo sbuffa e sbuffa, con l’aria di chi è stato per tanto tempo dietro ad una ragazza che gli è sempre stata amica per poi uscire con il nuovo arrivato, che intanto impreca e tira palle corte, lo travolge nel secondo set. Ma non è ancora il tempo di Rublev. Nel terzo set il ragazzino crolla, urla persino meno, non si capacita quando sbaglia dei colpi e perde. Ma sarà campione, e neanche tanto tardi. Ci saranno ragazzini che lo attenderanno fingendo di incordare la racchetta.

Adesso l’Arena è quasi piena. L’annunciatore dice che tra 5 minuti arriveranno “Jarkko Nieminen e..  poi alza la voce “Rooogeeerrr Federer”. Non arriva il boato, ci sarà 5 minuti dopo, quando dall’angolo opposto al nostro, sulla sinistra in basso dei vostri teleschermi avrebbe detto un vecchio telecronista, arriva un allampanato con il berrettino. Stavolta il pubblico rumoreggia, lo speaker comincia con la voce alta, urla quando dice “Rogeeeer” e stavolta il pubblico lo accontenta, ed ecco “öğretmen“, qualcosa come “u magesti”. Sembra persino in imbarazzo, con dei pantaloncini grigi che si illuminano manco fossero quelli di Agassi. Layahni scherza – non è poi così lontana Barcellona – anche lui sembra divertito dai pantaloncini, chiacchierano a centrocampo. In un quarto d’ora sono 5 a 1, Federer ha fatto dropshot, voleé, attacchi in controtempo, chip&charge: ha fatto Federer.

Nel secondo c’è più partita, Federer sembra distratto non brekka, il pubblico gradisce poco, mentre uno strano odore di benzina invade la tribuna stampa. Non è aria di tiebreak, non esageriamo adesso, Federer vince il suo trentesimo set a Nieminen e firma autografi, c’è anche l’intervista, con una signora che vorrebbe chiedere anche lei l’autografo, ma non può. Una cinquantina di generosi turchi applaude l’uscita di Nieminen, mentre tutti corrono in sala stampa.

Federer si fa attendere, arrivano le domande. Risponde con cortesia e accondiscendenza. Dice che la spalla va bene, che il servizio va bene. Non ricorda se ha giocato o meno contro Gimeno Traver (“you know, ho giocato con centinaia di giocatori“) ma lo conosce, poi si mette a parlare in tedesco e ce lo perdiamo.

Domani il Re si prende un turno di riposo, magari darà un’occhiata al principe ereditario, più probabilmente andrà a Santa Sofia. Come farà il pubblico della Koza Arena? Cosa faremo noi?

Risultati

D. Gimeno Traver b. [6] M. Kukushkin 6-3 6-3
D. Schwartzman b. [Q] J. Melzer 6-0 6-2
[4] S. Girlado b. [WC] A. Rublev 6-4 1-6 6-3
[1] R. Federer b. J. Nieminen 6-2 7-5


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TAGGED:ATP Istanbul 2015Roger Federer
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