Novak, sei di nuovo in finale e hai quasi dominato, nel senso che non hai mai perso il servizio, qual’è la tua opinione?
Certamente è molto incoraggiante quando non hai mai perso il servizio contro uno dei migliori ribattitori del torneo, lui è un grande rivale e ti fa sempre giocare una palla in più. Ho affrontato un paio di palle break, soprattutto nel secondo set dove forse sono stato un po’ più fortunato. Ho solo trovato il modo per risalire e ho giocato bene a sufficienza per fargli il break in entrambi i set quando ce n’era più bisogno, i due game fondamentali 4-4 e 5-4. Proprio al momento giusto, questo è decisamente il mio miglior match. La mia prova è soddisfacente e mi dà motivo di credere che possa giocare a questo livello, o forse meglio, domani. Mi piace sentirmi così.
In che senso ti senti particolarmente soddisfatto oggi?§
Sono stato in grado di evitare un calo di concentrazione e di permettere al mio avversario di rientrare nel match ed eventualmente ottenere un break. Credo di aver avuto alti e bassi nei primi tre incontri, tutti vinti in tre set, ci sono stati momenti in cui ho giocato alla grande ed altri in cui non l’ho fatto. Oggi consistenza è la parola giusta da usare.
Puoi spiegare il fastidio che hai avuto sul campo? Perché sembravi nervoso?
Sì, questa è la cosa che spero di aver fatto al meglio, non essere frustrato. Non mi piace parlare troppo del campo ma le persone devono capire che a questo livello ogni cosa ha importanza per noi, soprattutto il campo, la condizione della terra, ed è ovvio che le condizioni non sono quelle che sarebbero dovute essere, l’anno scorso era meglio. Quest’anno, da come ho capito, hanno iniziato a preparare i campi troppo tardi, solo tre settimane fa, questo non è abbastanza per dei professionisti, spero che l’anno prossimo abbiano un approccio diverso e lo preparino al meglio. Ci sono un paio di punti sul campo dove i buchi sono molto grossi, non solo al servizio ma anche dopo il servizio, tu puoi facilmente mettere il piede in questi buchi e slogarti una caviglia, è pericoloso giocare in queste condizioni, per tutti. Puoi andare a riparare il buco ma sarà ancora più grande al punto successivo. Bisogna solo accettare il fatto che le condizioni sono le stesse per tutti. Spero solo per il bene di questo torneo, che amo, che l’anno prossimo si assicurino di prendersi più tempo per preparare il terreno di gioco.
Rafa sta soffrendo, ti sorprende?
Penso sorprenda tutti considerando i suoi record sulla terra nella sua carriera. Non credo gli sia successo negli ultimi 10 anni di non vincere neanche un torneo sulla terra prima del Roland Garros, quindi sì, mi ha sorpreso. Anche lui è un umano e ha i suoi periodi in cui non si sente fiducioso in campo, non vince incontri. Questa è la superficie che gli ha sempre permesso di riacquistare fiducia, la stava perdendo più su superfici dure. Vediamo come rientrerà al Roland Garros, il torneo che ha vinto più volte nella sua carriera: ti aspetti sempre che giochi al meglio a Parigi, è dove raggiunge l’apice e tutti vogliono raggiungerlo. Se tu arrivi al Roland Garros senza un titolo dietro di te, mentalmente è diverso, ma lui è ancora uno dei più allenati del circuito, merita decisamente di essere uno dei favoriti.
Hai avuto qualche problema con le tue scarpe oggi?
Le condizioni stanno cambiando, quando è ventoso il vento porta via la terra e diventa più scivoloso, non c’è terra ed è qualcosa che puoi sentire. Poi quando è un po’ più bagnato e non c’è sole, è più lento e delicato. Non voglio annoiarti con questi dettagli ma è importante per noi per capire come dobbiamo prepararci per le condizioni esterne. È per questo che ho cambiato le scarpe, per avere maggior aderenza.
Non una giornate perfetta per le tue palle corte...
Sul 4-4 ho fatto il break nel secondo set con una palla corta, quindi… ho vinto quando c’è n’era bisogno… a dire il vero, un tizio che ho incontrato a Montecarlo 3 anni fa dopo l’allenamento viene da me e dice: “Io gioco a tennis, amo il tennis e amo la matematica e se lo permetti mi piacerebbe dirti una cosa”. Io dissi: “Certo, perché no?”. Lui rispose: “Tu non dovresti giocare le palle corte perché hai vinto il 33% delle tue palle corte in tutta la tua carriera”. Da quel punto di vista non avrei mai più dovuto giocare una palla corta in vita mia, questo è un colpo davvero raro, più frequentemente giocato sulla terra perché è una superficie lenta dove diventa efficace nel cambio di ritmo. Io potrei non avere le percentuali ma sono necessari questi punti e sono quelli che ricordo. Alcune volte dipende dall’approccio tattico: interrompere il ritmo del tuo avversario, non dargli la stessa andatura può aiutare ad andare avanti.
Credi che avrebbero dovuto aggiungere una testa di serie al Roland Garros visto che Nadal è numero 7?
Credo sia stato oggetto di speculazioni, io penso la meriti. Lo hanno fatto quando veniva da un infortunio, Wimbledon lo fa, non vedo un motivo per il quale non dovrebbero. Ma è una loro decisione e hanno il diritto di fare quello che vogliono.
Preferiresti giocare con Rafa in finale o nei quarti? E perché?
Non ho mai vinto contro di lui al Roland Garros, quindi se ho l’opportunità di giocare con qualcun altro sarebbe meglio onestamente! Vedremo, ho bisogno di esser pronto e prendere un match alla volta e conservare l’approccio che mi ha portato qui dove sono.
Traduzione di Paolo Di Lorito