Roland Garros interviste, Wawrinka: "I Fab 4 saranno sempre loro. Sono più forti, ma io posso vincere altri Slam"

Interviste

Roland Garros interviste, Wawrinka: “I Fab 4 saranno sempre loro. Sono più forti, ma io posso vincere altri Slam”

L’intervista post-match di Wawrinka dopo la vittoria del suo secondo Grand Slam, il Roland Garros

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Congratulazioni. È più soddisfacente questa vittoria o quella in Australia? Djokovic qui era in gran forma e quasi imbattibile. Cosa hai pensato quando hai perso il primo set?
Non posso fare confronti. Per me questa è una vittoria davvero speciale. Novak è il numero uno. Ha vinto quasi tutto da inizio anno.
E soprattutto il modo in cui ho giocato e il modo in cui ho finito la partita, il fatto che sono rimasto concentrato per tutta la partita. Penso che all’inizio è sempre lo stesso quando gioca Novak. Stava giocando bene. Era fresco. Lui è quello che gioca sulla linea di fondo e detta il gioco. C’era vento, non è facile, ma so come fare. Cercavo scambi più lunghi, di giocare più profondo, più aggressivo dalla riga di fondo, e a poco a poco ero io quello che giocava dentro al campo.
Se voglio batterlo devo giocare così. Sono ancora sorpreso, perché penso di aver giocato in modo incredibile oggi. Ero molto nervoso, ma non tanto da essere oppresso dal nervosismo. Non mi sono ancora reso conto di aver vinto il Roland Garros. Ho molto rispetto per Novak, è un grande amico. Spero che vinca il titolo un giorno, perché se lo merita.

Magnus ci ha detto che da quando hai vinto Monte Carlo sei un giocatore diverso. Che cosa è cambiato in te?
Vero. Come ho detto molte volte arriviamo qui con Magnus dopo Monte Carlo con una buona base di preparazione atletica. La mia carriera ha alti e bassi ma il modo in cui ho reagito dopo due mesi molto negativi mi rende orgoglioso. Ogni giorno do tutto e faccio sacrifici ed eccomi qui.

Credi di essere parte dei Fab 4, dopo Parigi e l’Australia?
Come ho detto prima, non sono forte come loro. Ma sono bravo abbastanza da vincere due titoli del Grande Slam. Posso batterli nei major, nelle semifinali, nelle finali. Ma i Fab 4 rimarranno sempre i Fab 4. Non voglio paragonarmi a loro. Voglio progredire, voglio batterli, ecco tutto. Semplice.

Sul match point hai servito un ace ma era fuori di due centimetri. È stato difficile da affrontare?
Ho sofferto forse un secondo, ma poi mi sono reso conto che dovevo concentrarmi sul punto successivo. Ero molto nervoso in quel gioco. Stavo iniziando a pensare di vincere l’Open di Francia, al trofeo e a tutto il resto. Il fatto è che penso di aver fatto la cosa giusta. Anche se a volte gli riusciva un rovescio lungolinea o un vincente, dovevo mantenere la mia linea. Questo è l’unico modo con il quale posso avere qualche possibilità di battere i migliori.

Stan due domande: Australian Open, Roland Garros, Giochi Olimpici, Coppa Davis, Master 1000 di Montecarlo, 100% di successi nelle finali, hai un segreto? Pierre Paganini era tra il pubblico, cosa ci puoi dire di lui? È molto discreto, cosa pensi di lui?
Negli ultimi due anni ho cambiato il mio approccio, quando arrivo alla fine di un torneo raramente ho una brutta prestazione. Quando è una finale mi sento fiducioso del mio gioco. Nei primi turni so di poter acquistare un po’ di fiducia. Lo scorso anno a Wimbledon ho perso da Federer nei quarti, so di poter perdere, ma quando raggiungo i quarti o le semifinali la maggior parte delle volte sono in buone condizioni perché la fiducia si è costruita quando scendo in campo. Quindi sono in grado di battere i migliori giocatori del mondo. Su Pierre Paganini, lui era qui oggi, ho lavorato con lui per parecchi anni e posso dirvi che ha avuto un ruolo chiave nella mia carriera per ottenere buoni risultati. È una persona molto discreta, è un preparatore fisico molto intelligente, davvero una brava persona, gli devo molto. Mi ha aiutato a costruirmi una condizione fisica, un approccio mentale.

Cosa ti passa per la testa? Ti sei reso conto della vittoria?
Mi sento calmo, tranquillo e rilassato, sono sensazioni strane. È difficile da descrivere e dire cosa provo. Molte emozioni, molto orgoglio. Ma ci vuole tempo per rendersi conto della vittoria, è il secondo Slam ma non è mai facile da digerire. È il simbolo della mia carriera ma è molto difficile guardarsi indietro.

Non eri tra i favoriti, pensi di non esser molto preso in considerazione?
No, sono felice di ciò, lo scorso anno ero tra i favoriti e ho perso a primo turno. Quest’anno ero dietro un paio di favoriti, sapevo che avrei giocato bene, dovevo afferrare le opportunità.

Ho parlato con Gustavo Kuerten e dice che la chiave del match è stata che Djokovic non si sentiva a suo agio sul lato del rovescio, sei d’accordo? Dopo il Roland Garros userai gli stessi pantaloncini o dei nuovi?
Quando Novak ha dei dubbi, sappiamo che il rovescio è una debolezza o può esserlo, ma io volevo essere nel match e prendere le redini. Lui era sulla linea di fondo ma sapevo di poter fare la differenza coi miei colpi. Ho tirato molti colpi potenti nel centro, volevo fargli giocare molte palle e metterlo nella posizione sbagliata, questa era la chiave. Sui pantaloncini, non credo che a Wimbledon me li farebbero indossare.

In termini di livello di gioco, è il miglior match della tua carriera? Sei sorpreso?
È certamente uno dei miei migliori, se non il migliore. Alla fine del secondo avevo l’impressione di essere stanco e per me era difficile pensare di poter finire bene, ma per Novak era la stessa cosa. Sono molto sorpreso di come sia finito il quarto set, ero rilassato sul mio rovescio. È una strana sensazione da provare in finale con Djokovic, una grandissima sensazione.

Eri spaventato di essere quel ragazzo che vince solo uno Slam?
Quando vinci uno Slam è comunque incredibile. Onestamente, non credevo che sarei stato nella posizione di vincerne un altro. In uno Slam può andare in entrambi i sensi, i primi turni sono difficili e una volta raggiunti i quarti e le semifinali è più facile.

Dopo le tue vittorie, credi che altri giocatori più giovani adotteranno il rovescio a una mano?
Lo spero, ma se consideri il tennis oggi, ci sono molti giocatori col rovescio a due mani perché le condizioni sono veloci. Con un rovescio a due mani puoi rispondere meglio e bloccare meglio la palla. Io sono felice del mio rovescio e anche Dimitrov ha un buon rovescio a una mano. Non so se la prossima generazione di giocatori avrà il rovescio a due mani, non sono del tutto sicuro.

 

Traduzione di Milena Ferrante e Paolo Di Lorito

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