Wimbledon interviste, S. Williams: “Muguruza sa cosa fare, non si farà intimidire”

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Wimbledon interviste, S. Williams: “Muguruza sa cosa fare, non si farà intimidire”

Wimbledon, semifinale. S. Williams b. M. Sharapova 6-2 6-4. L’intervista del dopo partita a Serena Williams

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Come sei riuscita a battere una tennista del suo calibro 17 volte consecutivamente? Come lo descriveresti? Inoltre sei ad una sola vittoria da un obiettivo davvero speciale per te.
Beh, non è mai semplice battere una così grande avversaria che ha avuto una splendida carriera. In realtà non lo so. Ogni volta che gioco contro qualcuno che conosci, che ti ha battuto precedentemente, cerchi di essere concentrata, credo. È quello che faccio io. Quando so che devo incontrare Maria, so che devo essere concentrata, perché non era la migliore del mondo senza alcuna ragione.

Adesso incontrerai un’avversaria che non è mai stata in finale prima d’ora, ma che ha giocato molto bene contro di te. Quali sono i tuoi pensieri sull’incontro di Sabato?
Sicuramente non sarà un match facile. Mi ha già battuta e l’ultima volta abbiamo avuto una partita molto dura. In passato mi ha già dato problemi. Questa volta quindi cercherò di divertirmi e di fare del mio meglio, provando ad essere positiva e concentrata.

Cosa ricordi della prima volta in cui ti sei trovata in finale e cosa aveva bisogno di superare, sono degli aspetti che anche lei potrebbe attraversare?
Beh, è nel tour da un po’, ha fatto bene al Roland Garros già un paio di volte, ha giocato davvero bene lì. Non credo sia intimidita da questo, non è quel tipo di persona, quindi credo andrà bene.

Quando ti trovi nella posizione in cui non hai più nulla da perdere quando scendi in campo, e ti sei trovata in questa posizione già un milione di volte, può essere pericoloso quando affronti una tua avversaria?
Beh, no, lei ha Wimbledon da perdere. Entrambe abbiamo Wimbledon da perdere, quindi è già qualcosa. E poi lei mi ha già battuta prima, sa come vincere, sa cosa fare. È una situazione diversa e credo che la metta in una posizione unica, in cui ha l’opportunità di diventare campionessa di Wimbledon.

Quando ti trovavi negli scambi da fondocampo contro Maria, ti sentivi fisicamente più forte?
No, non ci ho mai pensato, non penso mai a questo genere di cose. Mi sento bene in uno scambio da fondocampo perché è il mio tipo di gioco. Mi piacciono gli scambi, correre e colpire.. E’ una cosa che mi da forza.

Giocherai per il tuo sesto titolo a Wimbledon. Hai questi grandi obiettivi, ma hai parlato del divertimento. Cosa ti fa divertire adesso? Se fossi io, non sarei in grado di divertirmi.
Beh, sai credo che ti divertiresti. Perché ho già passato tutto questo, sono già stata a questo punto. Ho vinto tanti titoli Slam. Quindi sono in una posizione in cui non ho bisogno di vincere un altro Wimbledon. Domani potrei perdere. Sicuramente non ne sarei felice. Ma non ho bisogno di un altro titolo a Wimbledon. Non ho bisogno di un altro titolo allo US Open. Non ne ho bisogno. Ogni volta che scendo in campo, che sia per allenamento o per una partita, la vedo più come una cosa divertente perché non è più così stressante come lo era una volta. Per esempio arrivare al 18esimo Slam  per me è stato estremamente stressante. Divertente, ma anche molto stressante.

Credo che tu abbia detto in TV che la sconfitta contro Muguruza è stato un incentivo per migliorare. Ci puoi parlare di questo?
Sì, credo di aver perso contro di lei lo scorso anno. È stata una sconfitta che mi ha aperto gli occhi. Alcune sconfitte ti fanno arrabbiare, altre ti insegnano qualcosa. Da quella ho imparato molto. Beh sai non vuoi perdere in uno Slam, ma sfortunatamente succede. Ma è stata davvero un’esperienza che mi ha aiutata a dire: Ok Serena, vuoi essere la migliore, devi fare certe cose e devi migliorarne altre.

Prima del torneo hai parlato di quanto tu non abbia giocato bene nei precedenti due anni qui a Londra. Adesso sei in finale. Credi sia dovuto al fatto che quest’anno hai giocato meglio? Qualcosa è cambiato nella preparazione?
Sì credo che quest’anno vincere il Roland Garros e tutti quei match così combattuti mi abbia aiutato a concentrarmi e a metterci tanto impegno. Credo sia tutto basato sulla concentrazione.

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